

Basta parlarne in astratto. In mostra a Como le artiste extra figurazione
Una mostra racconta l’altra metà dell’avanguardia che si è confrontata con il tema dell’astrazione
Sembra che in questo iniziale scorcio d’anno il panorama delle mostre abbia un tasso di progesterone particolarmente alto. Moltissimo al femminile le retrospettive di fotografia (Maier, Orkin, Weiss…) e ora questa antologica comasca che prova a fare il punto sulla pittura astratta dalla parte di lei. Astratta. Donne e astrazione in Italia 1930-2000,a cura di Elena Di Raddo, parte dalle “pioniere” degli anni Trenta per arrivare alle emergenti degli anni Novanta del Novecento. Astratte, ma solo per modo di dire perché sono concretamente 38 le artiste selezionate, protagoniste dell’arte astratta italiana che spesso sono finite nel dimenticatoio, ma che l’attività critica più recente sta riportando al centro dell’attenzione. Senza avere l’ampiezza enciclopedica di Women in Abstraction, appena chiusa al Guggenheim di Bilbao (seconda tappa di Elles font l’abstraction, presentata al parigino Beaubourg, piuttosto con la volontà di riallacciarsi alla celebre mostra milanese di Lea Vergine L’altra metà dell’avanguardia del remotissimo 1980, l’odierna antologica au bord du lac prende in certo modo le mosse proprio da là. Mentre Lea Vergine si fermava al 1940, il percorso, curato da Elena Di Raddo, parte dagli anni 30 per arrivare a fine millennio. La mostra che inaugura il 19 marzo (fino al 29/5) comincia proprio da quelle autrici comasche del gruppo razionalista che già Lea Vergine aveva individuato e cioè Carla Badiali e Carla Prina – le pioniere –, per poi allargarsi al panorama italiano nel suo complesso.
Per organizzare la lettura della mostra le opere sono suddivise per gruppi e tendenze: astrazione geometrica, informale, pittura analitica e astrazione post-pittorica. Nomi notissimi come Nanda Vigo, Dadamaino, Grazia Varisco, Nathalie du Pasquier (ci sono anche alcune “forestiere” che in Italia hanno vissuto e lavorano) e altri meno citati ma che saranno sicuramente una sorpresa. Ci sarà sicuramente qualcuno che, come sempre capita in queste occasioni, avrà da recriminare sulle assenze: “eh, perché non c’è questa, e quest’altra…” Va messo in conto, del resto, ora che il percorso è avviato, c’è ampio margine di tempo e volontà per continuare a (ri)scoprire. Un paio di idee? Maria Luisa de Romans, Titina Maselli.