Lo sguardo leggero di Elliott Erwitt arriva a Roma
Dal 28 giugno al 21 settembre 2025, Palazzo Bonaparte ospita una retrospettiva dedicata al fotografo che ha trasformato l’ironia in arte visiva
C’è un momento in cui la vita si concede senza chiedere nulla: un cane che salta più in alto del suo padrone, un bacio riflesso nello specchietto retrovisore, un bambino che ride con tutto il corpo. Elliott Erwitt ha passato la sua esistenza a cogliere proprio questi istanti. Li ha visti prima degli altri. Li ha catturati con la delicatezza di chi non ha mai avuto bisogno di urlare per farsi ascoltare. Dal 28 giugno al 21 settembre 2025, Palazzo Bonaparte a Roma ospita “Elliott Erwitt. Icons”, una mostra che è prima di tutto un viaggio: oltre 80 scatti in bianco e nero selezionati per raccontare l’universo di un autore che ha saputo mescolare l’umorismo alla malinconia, la poesia al paradosso, la vita alla fotografia.


Nato a Parigi, cresciuto a New York, Erwitt non si è mai definito un artista. Eppure, ha firmato alcune delle immagini più iconiche del Novecento. Con una macchina fotografica sempre pronta e uno sguardo spiazzante, ha reso l’ordinario qualcosa di memorabile. Le sue foto non cercano l’estetica, la trovano per caso. Non inseguono la perfezione, raccontano l’imprevisto.
In mostra ci sono tutti: i suoi celebri “cani fotografati” – quasi alter ego dell’umanità – ma anche coppie, passanti, bambini, presidenti americani. Ogni scatto è un piccolo teatro, una scena rubata alla vita reale, resa eterna da una leggerezza che oggi somiglia a un superpotere.

La retrospettiva è curata da Biba Giacchetti, grande conoscitrice del lavoro di Erwitt, con l’assistenza tecnica di Gabriele Accornero, e prodotta da Arthemisia, in collaborazione con Orion57 e Bridgeconsultingpro.
A raccontarlo oggi, Erwitt sembra quasi un outsider della fotografia contemporanea. Nessuna provocazione, nessuna posa, nessun intento didascalico. Solo la capacità rara di osservare la realtà con uno sguardo gentile e sovversivo al tempo stesso. Per questo, “Icons” non è solo una mostra. È un invito a rallentare, sorridere, guardare il mondo da un’angolazione inaspettata. E a riscoprire quanto possa essere elegante una fotografia che ti fa ridere, pensare, emozionare. Tutto insieme. Come solo Elliott Erwitt sapeva fare.