

World Press Photo 2024: le immagini che cambiano il nostro sguardo
Dal 9 maggio al 9 giugno 2024, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, la mostra World Press Photo 2024 offre uno sguardo profondo sul nostro presente, tra conflitti, fragilità e responsabilità collettive
Ogni anno, il Palazzo delle Esposizioni di Roma si trasforma in una finestra aperta sul mondo, accogliendo immagini potenti che raccontano le ferite, le speranze e le contraddizioni del nostro tempo. La mostra World Press Photo Exhibition 2024, in programma dal 9 maggio al 9 giugno in anteprima nazionale, è un viaggio emotivo nella complessità del presente.
Dal 1955, la World Press Photo Foundation premia i migliori fotoreporter del pianeta, offrendo una memoria visiva degli eventi che più hanno segnato la storia recente. Per questa 67ª edizione, la giuria internazionale ha selezionato le immagini vincitrici tra oltre 61.000 fotografie, inviate da quasi 4.000 fotogiornalisti provenienti da 130 Paesi: numeri che confermano quanto la fotografia documentaria resti, ancora oggi, un linguaggio essenziale e insostituibile per raccontare la complessità del reale.
La Foto dell’Anno, scattata dal fotografo palestinese Mohammed Salem, ha già inciso la sua impronta nell’immaginario collettivo: ritrae una donna palestinese che culla il corpo senza vita della nipote di cinque anni, vittima di un attacco aereo a Khan Younis, nella Striscia di Gaza.

Il dolore scolpito nei suoi lineamenti e la delicatezza del gesto trasformano una tragedia privata in una denuncia universale. “Un momento forte e triste che riassume il significato più ampio di quanto stava accadendo a Gaza”, ha dichiarato Salem. Un’immagine che non si limita a essere guardata: si attraversa con tutto il peso delle emozioni che evoca.
Lo Story of the Year porta la firma della fotografa sudafricana Lee-Ann Olwage, con il progetto Valim-babena, realizzato in Madagascar. Il suo lavoro racconta con grande delicatezza la relazione tra Paul, malato di demenza, e sua figlia Fara che si prende cura di lui, riflettendo il concetto di “debito d’amore” verso i genitori. Un racconto intimo che restituisce dignità e valore alla cura quotidiana, lontano dai riflettori della cronaca internazionale, ma vicino al cuore di ogni spettatore.

Il premio per il Long-Term Project è stato assegnato al venezuelano Alejandro Cegarra per il suo lavoro I due muri, un’indagine visiva sulla trasformazione delle politiche migratorie in Messico. Con un approccio empatico e narrativo, Cegarra restituisce i volti e le storie di chi ha cercato un varco tra muri fisici e invisibili. Un reportage che parla di sopravvivenza, resilienza e diritti negati.

Completa la rosa dei vincitori globali l’ucraina Julia Kochetova, con il progetto La guerra è intima, un diario visivo online che mescola fotografie, testi, audio e video, raccontando la quotidianità della guerra in Ucraina. Attraverso il suo sguardo personale, Kochetova fonde il linguaggio giornalistico con quello artistico, in un racconto che va oltre la cronaca per entrare nella sfera della memoria emotiva. Un invito a non dimenticare che dietro ogni conflitto ci sono vite spezzate e sogni interrotti.

Accanto ai quattro vincitori globali, saranno esposti i progetti selezionati nelle sei macro-regioni del mondo – Africa, Asia, Europa, Nord e Centro America, Sud America, Sud-Est Asiatico e Oceania – per restituire una narrazione corale del nostro presente. In un’epoca dominata da immagini effimere, scrollate via in un istante, la mostra World Press Photo 2024 ci restituisce il valore profondo della fotografia come atto di memoria, di denuncia, di empatia.
