Mostre da vedere durante le feste
Hito Steyerl SocialSim, 2020

Mostre da vedere durante le feste

di Elena Bordignon

Riflessioni, ripensamenti, giocosità e perfezionismo: le mostre che abbiamo selezionato vi portano alla scoperta di diversi tipi di bellezza, impegno e, non ultimo, divertimento. 

Il mese di dicembre ci offre delle mostre che, oltre ad immergerci nei linguaggi visivi contemporanei, danno la possibilità di riflettere su temi importanti come la crisi climatica, la consapevolezza politica, ma anche il fascino dell’oriente e la bellezza pura delle forme astratte. 

Hito Steyerl – The Island
Osservatorio, Fondazione Prada, Milano

Artista, saggista e docente universitaria Hito Steyerl è una figura tra le più importanti del sistema dell’arte contemporanea internazionale. La sua profonda riflessione critica sui media digitali, la politica e la circolazione delle immagini, ha fatto si che il suo pensiero influenzasse molte ricerche di artisti delle nuove generazioni. Nota per i suoi video, installazioni e per i suoi saggi e lecture-performance, Hito Steyerl è ora protagonista di una mostra all’Osservatorio – Fondazione Prada a Milano (dal 4 dicembre 2025 al 31 agosto 2026) dal titolo The Island. La mostra esplora molteplici narrazioni unite dall’elemento ricorrente delle inondazioni, evocando temi urgenti come le attuali tendenze autoritarie alimentate dall’uso dell’intelligenza artificiale, la crisi climatica e le pressioni politiche sulla scienza. In mostra è presentato un nuovo film creato da Steyerl appositamente per questo occasione, che consiste in un’installazione video, accanto a una serie di sculture, installazioni e video-interviste. Da vedere per riflettere sul potere dei media, l’ambivalenza della tecnologia e della scienza e la circolazione globale delle immagini. 

Luigi Ghirri. Polaroid ’79 – ’83
Centro Pecci, Prato 

Fino al 10 maggio 2026, il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato ospita la mostra Luigi Ghirri. Polaroid ’79 – ’83, prima mostra in Italia interamente dedicata al lavoro su polaroid del fotografo italiano del secondo dopoguerra più conosciuto al mondo. La mostra propone un’ampia selezione di polaroid scattate da Ghirri tra il 1979 e il 1983. All’epoca, l’azienda Polaroid gli aveva garantito una vasta fornitura di pellicole e macchine, avvicinandolo all’utilizzo della fotografia a sviluppo istantaneo. Il fotografo accoglie la velocità e l’aleatorietà del processo istantaneo delle polaroid, mettendo alla prova la sua conoscenza della fotografia classica. Nei primi anni ’80 viaggia nella sede dell’azienda, ad Amsterdam, per provare la Polaroid 20×24 Instant Land Camera, capace di scattare in poco più di un minuto istantanee extra large. I risultati mostrano un Ghirri inedito e tutto da scoprire. Da vedere per scovare i punti di contatto tra la fotografia analogica a sviluppo istantaneo e la fruizione immediata dell’immagine, normalizzata dall’uso quotidiano di smartphone e fotografia digitale. 

GRAPHIC JAPAN. Da Hokusai al Manga
Museo Civico Archeologico, Bologna

Quello ospitato al Museo Civico Archeologico di Bologna è un vero e proprio viaggio visionario e immaginifico. La mostra in corso fino al 6 aprile 2026, dal titolo GRAPHIC JAPAN. Da Hokusai al Manga, si presenta come un lungo racconto visivo dello sviluppo della grafica giapponese dal periodo Edo (1603-1868) fino ai nostri giorni. Accanto ai grandi nomi che hanno fatto la storia dell’immaginario giapponese, come Utagawa Hiroshige e Katsushika Hokusai, la mostra rivela tecniche, sperimentazioni, soluzioni grafiche e pittoriche lungo quattro secoli. Il percorso espositivo si articola in quattro sezioni tematiche: Motivi di Natura, Volti e Maschere, Calligrafia e tipografia e Giapponismo contemporaneo con oltre 250 opere stampate in silografia, libri, album, manifesti e mascherine per tessuti (katagami), oltre a oggetti d’alto artigianato, offrendo una narrazione stratificata dell’evoluzione della grafica giapponese che incrocia le arti, dalla calligrafia alla tipografia, dal disegno al design, dalle arti applicate ai prodotti di alto artigianato fino alla moda, al cinema, al teatro e al fumetto. Da vedere per scoprire la sensibilità e originalità dell’arte grafica giapponese. 

Kandinsky e l’Italia
Museo MA*GA, Gallarate (VA)

La mostra – ospitata al MAGA di Gallarate fino al 12 aprile 2026 – mette in luce la centralità del pensiero di Wassily Kandinsky in relazione alla nascita dell’arte astratta e alla sua evoluzione europea e, in particolare, alla grande stagione dell’astrattismo italiano che si è sviluppata tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta del Novecento. Oltre ad una ampia selezione di opere del grande artista russo, la mostra presenta le opere di altri significativi maestri del ‘900 come Paul Klee, Jean Arp, Joan Miró, Alexander Calder, Lucio Fontana, Fausto Melotti, Carla Accardi e Giuseppe Capogrossi, tra gli altri. Il percorso espositivo presenta 130 opere con capolavori provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private e ripercorre la nascita dell’arte astratta e la sua evoluzione europea e italiana, ancora oggi viva nel linguaggio creativo contemporaneo. Da vedere per sondare le origini di molte opere d’arte che fanno dell’astrazione il loro punto di forza.

Franco Mazzucchelli, Blow Up
MAN Museo d’Arte, Nuoro

Monumentalità e leggerezza, sospensione e adesione, uso di materiali un tempo sperimentali come la plastica e riflessione critica attuale su questioni ecologiche: queste sono le caratteristiche della mostra che il MAN di Nuoro dedica all’artista milanese Franco Mazzucchelli (1939). Diventato famoso per gli “Abbandoni” – enormi gonfiabili lasciati nell’ambiente pubblico come interruzioni alla vita quotidiana, impedimenti per far riflettere o stupire chi si imbatteva in queste grandissime sculture. Fino all’8 marzo, il MAN presenta una serie di opere e fotografie che documentano il carattere sperimentale, sociale e partecipativo del suo lavoro. In mostra emerge una scelta di lavori connessi ai progetti A. TO A. (Art to Abandon / Arte da abbandonare), tra cui gli interventi realizzati davanti all’Alfa Romeo di via Traiano a Milano (1971), nel piazzale del Liceo artistico di Torino (1971) o nella Piazza dei Priori di Volterra (1973). Queste azioni, nate dall’idea di “abbandonare” le grandi strutture gonfiabili in PVC nello spazio pubblico, rappresentano un gesto di apertura, un invito alla interazione e all’esperienza condivisa, oltre che una riflessione critica sulla liberazione dell’arte dai circuiti tradizionali. Da vedere per l’ironia e l’incisività del linguaggio scultoreo, a metà strada tra oggetti ludici e consapevolezza politica.