I These New Puritans in concerto a Milano (e non solo)
Courtesy These New Puritans

I These New Puritans in concerto a Milano (e non solo)

di Digital Team

Autodidatti, radicali e senza compromessi: i These New Puritans hanno sempre suonato fuori dal tempo e dalle regole. Il nuovo album Crooked Wing conferma la loro ossessione per la musica totale: tra post-punk, orchestrazioni e synth oscuri, tutto converge in un mosaico che il 21 ottobre avrà la sua prima tappa italiana

Sei anni dopo, stesso palco, nuova musica. I These New Puritans tornano a Milano: l’ultima volta era il 2019, alla Santeria Toscana 31, e sarà ancora lì che il 21 ottobre i fratelli Jack e George Barnett presenteranno Crooked Wing. Un ritorno attesissimo con il loro quinto album, che si candida tranquillamente come uno dei lavori più radicali e ipnotici del 2025. E niente paura se non potrai essere a Milano, perché seguiranno altre due date italiane: una a Roma (il 22 ottobre) e a Bologna (il 23 ottobre).

Non è un caso che ci siano voluti sei anni per sfornare nuova musica e per portarla di nuovo in tour. D’altronde, se guardiamo alla loro discografia notiamo come ci siano sempre lunghe pause tra un album e l’altro. E il motivo è tutt’altro che banale: è una forma di protesta contro la sovrapproduzione musicale contemporanea creando una sorta di scarsità artificiale.

Anche se in realtà, nel loro caso si tratta di un depistaggio: il ritmo di lavoro è intensivo, continuo e completamente DIY. Un’eredità, si potrebbe dire, delle loro umili origini in Essex. «La musica deve sgorgare dalla vita, non dovrebbe essere un’attività separata», afferma George, «Jack non smette mai di lavorare.» E se il loro suono può sembrare ingannevolmente sofisticato, in realtà sono completamente autodidatti.

These New Puritans
Courtesy These New Puritans

Il nuovo album dei These New Puritas: Crooked Wing

L’album è nato dal rintocco di una campana di una piccola e isolata chiesa ortodossa incontrata per caso. Senza pensarci troppo, il cantante e principale autore della band Jack Barnett registrò il suono: «Quel singolo rintocco», spiega, «ha messo in moto buona parte del disco. Ha suggerito una serie di altezze, che hanno portato a una canzone, poi a un’altra, e a un’altra ancora». In Crooked Wing spicca la presenza di un soprano bambino, la cui voce apre e chiude il disco (con Waiting e Return). La registrazione è avvenuta in un’altra chiesa remota, stavolta nel paesaggio spoglio dell’Essex, tra paludi, fanghiglie, cemento industriale e una bellezza austera, isolata.

Crooked Wing è un’opera che oscilla tra brutalità e bellezza, in bilico fra campane ortodosse, cori infantili, organi gotici e ospiti inattesi come Caroline Polachek. Dentro, si ascolta tutto il percorso dei Barnett: dalle asperità post-punk di Beat Pyramid al rigore orchestrale di Field of Reeds, passando per il romanticismo oscuro di Inside the Rose. Ogni volta un salto nel vuoto, ogni volta un atto di fede nel fare musica fuori dalle regole. Questo è un disco tra il sacro e il profano, tra la carezza e lo schiaffo sonoro. E non lo diciamo noi ma è lo stesso George Barnett ad affermare: «Abbiamo sempre giocato tra il sublime e l’immondo».

These New Puritans
Courtesy These New Puritans

Un percorso fuori dal tempo. Musica senza padroni

La storia dei Barnett inizia a Southend-on-Sea, Essex, fine anni Ottanta. Due gemelli, padre muratore e madre insegnante d’arte, che a sette anni suonano già Captain Beefheart e a tredici rallentano i dischi di Aphex Twin per studiarne gli sbalzi come fossero anatomie segrete. Nei tardi ’00 nasce ufficialmente la band. Con Beat Pyramid (2008), poi, la svolta: un post-punk scheletrico ma intriso di pop alla Timbaland, che si distingueva dalla scena conservatrice di quegli anni. Ma il bello doveva ancora arrivare. Hidden (2010), con taiko giapponesi, cori di bambini e coltelli affilati trasformati in strumenti. NME lo elegge album dell’anno.

Ma la traiettoria non è mai lineare. Field of Reeds (2013) è un sogno orchestrale che si apre con il volo di un falco addestrato. Inside the Rose (2019) spoglia la grandeur sinfonica per cercare l’intimità nel synth-pop più scuro. David Lynch li vuole al suo festival. Poi la pandemia blocca The Blue Door, performance con sculture e percussioni ampliate.

These New Puritans
Courtesy These New Puritans

Oggi Crooked Wing raccoglie tutto questo e lo trasforma in un mosaico coerente. È un disco che non ha paura di tenere insieme gli opposti: il sublime e il fango, la ninna nanna e l’urlo, la precisione classica e il caos industriale. «Quello che facciamo è molto inglese», dice George, «non essere facilmente spiegabili è stato il nostro tallone d’Achille e il nostro punto di forza: la graniglia dentro la perla». Mentre Jack afferma: «Se fai le cose a modo tuo, troverai il tuo posto. Corri una gara diversa da tutti gli altri, quindi sei destinato a vincerla». Frasi che raccontano la loro filosofia meglio di qualsiasi altra parola recensione.

I concerti del 21 ottobre Milano, 22 a Roma e 23 a Bologna saranno l’occasione di entrare in un mondo che non ha simili: quello di due fratelli che hanno trasformato la propria ossessione in arte totale senza padrone.