Elio Fiorucci: la Triennale di Milano celebra un’icona rivoluzionaria della moda

Elio Fiorucci: la Triennale di Milano celebra un’icona rivoluzionaria della moda

di Digital Team

Dal 6 novembre 2024 al 16 marzo 2025, una mostra straordinaria ripercorre la vita e la carriera di Elio Fiorucci, il genio visionario che ha trasformato la moda e la cultura pop globale

Elio Fiorucci non è stato solo un pioniere della moda italiana, ma un innovatore che ha plasmato l’immaginario della cultura giovanile internazionale, mixando provocazione, stile e accessibilità in un’estetica senza tempo. La Triennale di Milano, con la mostra curata da Judith Clark e un allestimento di Fabio Cherstich, celebra questa figura leggendaria attraverso un percorso che ne esplora l’impatto creativo e culturale. Si tratta della retrospettiva più completa mai dedicata a Fiorucci, una vera e propria immersione nel suo universo visionario. La mostra rientra nel programma del Dipartimento Moda del Museo del Design Italiano, con la consulenza scientifica di Luca Stoppini e Marco Sammicheli, direttore.


Dalle galosce colorate ai jeans stretch: una carriera all’insegna dell’innovazione

Nato a Milano nel 1935, Elio Fiorucci iniziò la sua carriera aiutando il padre nel negozio di calzature. La sua prima intuizione vincente arrivò nel 1962 con il lancio delle galosce in plastica colorata, che divennero un successo immediato. Un viaggio a Londra nel 1965 lo portò a scoprire l’antimoda inglese, un movimento che influenzò profondamente la sua visione. Tornato in Italia, nel 1967 inaugurò un innovativo negozio a Milano progettato da Amalia Del Ponte, dedicato alla moda giovane. Questo spazio, caratterizzato da costi accessibili e una vasta varietà di stili, incarnava già l’approccio trasgressivo e sperimentale che sarebbe diventato il tratto distintivo del marchio Fiorucci.


Lo stilista e imprenditore italiano Elio Fiorucci posa in Piazza San Babila insieme a due modelle che indossano i suo abiti. Milano, 1974

Nel corso degli anni Settanta, il brand Fiorucci divenne un fenomeno globale. Il 1974 segnò una svolta con l’acquisizione del 50% della società da parte di Montedison, che permise al marchio di espandersi rapidamente a livello internazionale. Nel 1976 venne inaugurato il primo store a New York, un vero e proprio tempio della cultura pop progettato da Ettore Sottsass, Andrea Branzi e Franco Marabelli. Qui, Andy Warhol lanciò la sua celebre rivista Interview, consolidando Fiorucci come un punto di riferimento per artisti, performer e giovani talenti emergenti. Negli anni successivi seguirono aperture a Los Angeles e Londra, cementando la reputazione globale del brand.

Fiorucci continuò a innovare anche nei materiali: negli anni Ottanta, insieme al modellista Mario Morelli, creò il primo jeans stretch, combinando la Lycra al denim per un risultato che rivoluzionò il modo di indossare i jeans. Questi capi, aderenti e sexy, divennero subito un’icona dello stile anni Ottanta.

Una visione senza confini

La moda di Fiorucci non era mai fine a sé stessa: il suo universo si intrecciava con arte, design, musica e cultura pop. Negli anni Ottanta, la collaborazione con Disney portò alla creazione di t-shirt e felpe con Topolino, reinterpretate per un pubblico adulto. Dopo la vendita del marchio nel 1990 alla multinazionale giapponese Edwin International, Fiorucci lanciò nuovi progetti come Love Therapy, una linea di abbigliamento ispirata a un’estetica giocosa e fiabesca, il cui simbolo era uno gnomo disegnato dall’artista giapponese Yoshiko Kubota.


Fiorucci non smise mai di innovare: nel 2008 collaborò con OVS disegnando la linea Baby Angel e mantenne una forte attenzione per temi ambientali e animalisti, che divennero centrali nei suoi ultimi anni di attività. Nel 2015 fu nominato ambassador per Expo Milano, un riconoscimento al suo ruolo di ambasciatore della creatività italiana.

La mostra alla Triennale: un viaggio emozionante

La retrospettiva presso la Triennale Milano, aperta dal 6 novembre 2024 al 16 marzo 2025, celebra ogni aspetto dell’universo Fiorucci. Il percorso espositivo si sviluppa attraverso un racconto cronologico che mescola materiali d’archivio, registrazioni inedite, video, fotografie, abiti iconici, accessori e opere d’arte contemporanea. L’allestimento, dal forte carattere teatrale, integra la voce di Elio Fiorucci con testimonianze di collaboratori e amici, creando una narrazione immersiva e coinvolgente.


Fiorucci – Giacca cow boy pelle rossa con frange – 1979 – A.F.M.

Un elemento centrale della mostra è la celebrazione dell’ironia e della provocazione che hanno sempre caratterizzato l’estetica Fiorucci. Dai manifesti pubblicitari alle installazioni ambientali, ogni dettaglio esprime il linguaggio visivo unico del brand. La sezione dedicata ai suoi progetti di collaborazione, come le licenze con Disney e le sperimentazioni con materiali innovativi, sottolinea la sua capacità di anticipare le tendenze.

Oltre la moda: un’eredità culturale

Fiorucci non è stato solo un imprenditore della moda, ma un catalizzatore culturale che ha ispirato generazioni di creativi. Come sottolinea Stefano Boeri, presidente della Triennale Milano, “Fiorucci ha trasformato Milano in un magnete globale per le idee più avanzate della cultura giovanile, regalando alla città un primato nella creatività internazionale.”

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue, edito da Electa, che approfondisce i temi e i linguaggi esplorati dal designer nel corso della sua carriera.