

Viaggi alla scoperta delle atmosfere “surrealiste” in Europa
Scopri luoghi più carismatici dove ammirare, non solo i capolavori di grandi artisti come Salvador Dalì, Magritte, De Chirico e Mirò, ma anche i luoghi in cui respirare le atmosfere di questo importante movimento artistico.
Un viaggio surrealista potrebbe iniziare all’insegna di Dalì da Figueres, in Spagna, dove si trova il Teatro-Museo Dalí, e proseguire verso il suo amato viaggio a Cadaqués sulla Costa Brava. Da lì, si potrebbe esplorare la Bruxelles di Magritte, spingersi fino al West Sussex in Inghilterra o nella Roma di De Chirico. E’ passato un secolo da quando André Breton pubblicò a Parigi il “Manifesto del Surrealismo”, definendo quello che sarebbe diventato un movimento artistico fondamentale d’avanguardia.
La Spagna surrealista di Dalí
Salvador Dalí è l’artista più famoso del Surrealismo, ed è grazie alle sue opere che abbiamo di questa corrente le immagini più suggestive e iconiche. Per avvicinarsi alla sua arte e capirne a fondo l’importanza, il luogo per scoprirla è il Dalí Theatre Museum a Figueres. Qui possiamo ammirare i suoi capolavori insieme ai dipinti che collezionò, tra cui quelli di Bouguereau, El Greco, Gerrit Dou, Ernest Meissonier e Marcel Duchamp. A un ora è mezza da Barcellona, un’altra tappa per scoprire l’arte di Dalì è il paesino di Púbol. Nel 1969 Dalí donò il castello di Púbol alla moglie Gala prima che diventasse il Castello e Museo Gala Dalí. In questa sontuosa dimora, ci si può immergere in quella che è stata una tra le più famose (ed artistiche) storie d’amore del ‘900. Altra tappa imperdibile è la Casa Museo Salvador Dalí nel Cadaqués. Situata nel villaggio balneare di Port Lligat e adiacente alla casa d’infanzia di Dalí, oggi è un complesso labirintico di stanze piene di oggetti della vita lavorativa e personale della coppia.
Piazza di Spagna dalle finestre di casa De Chirico a Roma
A pochi passi da Piazza di Spagna si trova la casa-museo di Giorgio de Chirico. Questo luogo visitabile permette di respirare letteralmente l’atmosfera in cui il grande pittore “metafisico” dipinse molte dei suoi quadri famosi. Oltre a scoprire alcune delle sue opere più importanti, c’è la possibilità di vedere il suo studio: pennelli e tavolozze lasciati come se ne fosse appena uscito. Questa casa è stata la sua l’ultima dimora dove visse, per oltre trent’anni, con sua moglie Isabella Pakszwer Far. Tipico esempio di casa borghese a due piani, grande ma non sontuosa, è stata scelta dal pittore nel 1944, dopo aver vagato per l’Europa e per l’America durante tutta la sua vita.

La dimora surrealista in Gran Bretagna: Monkton House, West Sussex
Monkton House, a West Dean, nel West Sussex, è considerata “l’unica casa surrealista completa mai realizzata in Gran Bretagna”. Progettata nel 1902, solo negli anni ’30 assunse l’aspetto che ha tutt’ora. Per volere di Edward James – collezionista, mecenate e riconosciuto come una “figura chiave nella promozione e nel riconoscimento internazionale del Surrealismo” – quella che era una semplice casa di campagna, divenne una delle dimore più rappresentative del gusto surrealista. La ristrutturazione avvenne sotto la supervisione di Salvador Dalì. La collezione di arte e mobili surrealisti che James radunò nella casa, in gran parte opera dello stesso Dalí, era “una delle più grandi e importanti al mondo”. Seguendo i suggerimenti del noto pittore, James fece dipingere la porta d’ingresso di rosa e la facciata di lilla; continuò con la sua sorprendente ristrutturazione surrealista, trasformando l’esterno con dettagli stravaganti e non convenzionali. Per gli interni James ha collaborato con lo studio di design britannico Green & Abbott per dare vita ai mobili di Dalí. Tra i pezzi commissionati figurano lussuosi divani in raso rosa e lana rossa a forma di labbra della star del cinema americano Mae West, oltre a una riedizione dell’iconico Telefono Aragosta di Dalí.
Le carte da gioco surrealiste a Marsiglia
Alla fine degli anni ’30, i leader del movimento surrealista, soprattutto quelli di origine ebraica, si riunirono nel sud della Francia nel tentativo di sfuggire al nazismo. Questa diaspora fece sì che a Marsiglia si concentrò un folto gruppo di intellettuali ed artisti. Una grande raccolta del lascito di questi artisti nella città francese ora posso essere visti al Musée Cantini. Tra le opere più mirabili i il Monumento agli uccelli di Max Ernst. Ma perchè considerare Marsiglia una città dalle atmosfere surrealista? Al di là della presenza di esponenti surrealisti, un’altro motivo e il “Jeu de Marseille”. Nel 1941, un gruppo di surrealisti, tra cui Victor Brauner, mise mano alla creazione di un mazzo di tarocchi, chiamato appunto “Jeu de Marseille”. Questo mazzo, composto da 78 carte, rappresenta una reinterpretazione surrealista dei tradizionali arcani maggiori e minori. Le carte del mazzo, come quelle della Sirena, del Genio, del Matto e della Ruota, sono state esposte in mostre dedicate al surrealismo, come quella alla Collezione Peggy Guggenheim.

Il surrealismo stravagante di Magritte a Bruxelles
René Magritte è stato un esponente del Surrealismo tra i più stravaganti e misteriosi, portando al movimento arguzia e un sottile mistero. La capitale che più ospita i suoi capolavori è Bruxelles. Circa 230 delle sue opere sono esposte al Musée Magritte, inclusi i suoi film surrealisti. Per chi volesse assaporare l’atmosfera magrittiana, l’Hotel Amigo, a 10 minuti a piedi dal museo, rende omaggio all’artista con un bar e cocktail che ne celebrano l’inventiva. Un’altro luogo visitabile è il bistrot La Fleur en Papier Doré, ospitato in un edificio del XVII secolo. Prima di avere l’attuale nome, si chiamava Café des artistes. In pochi decenni diverrà ciò per cui è famoso oggi: un luogo di incontro degli artisti, in particolare i surrealisti (Marcel Mariën, René Magritte, Louis Scutenaire, tra gli altri) e del gruppo di pittori CoBrA (Dotremont, Alechinski, ecc.). Letteratura vuole che il soprannome di questo locale, nel suo massimo splendore fu: “mercato delle pulci diabolico”.
Miró, Maiorca
Palma di Maiorca, nelle isole Baleari, è stato il buen retiro di Joan Mirò sessantenne – era nato a Barcellona nel 1893 – che nel 1929 aveva sposato Pilar, una donna dell’alta borghesia dell’isola. Ritornato in quel luogo nel 1956 trovò, fino alla sua morte (1983), una perfetta condizione di vita e d’ispirazione. La scelta del luogo dove vivere, per il grande pittore spagnolo, fu particolarmente accurata e coincise con il sodalizio con l’architetto e urbanista Josep Lluís Sert, incaricato dall’artista di progettare il suo atelier, oggi diventato la Fondazione omonima. Da casa dell’artista la Fondazione Joan Mirò è oggi un luogo molto suggestivo: costruito sulle colline di Cala Major, è un vasto edificio molto luminoso le cui pareti sono piene di schizzi e bozzetti delle opere in preparazione. Si scopre l’intimità e si ripercorre la vita del maestro tra cavalletti, sedie, tute da operaio indossate per dipingere, tele incompiute e pennelli. Altre opere di Mirò si possono ammirare a Soller, un comune nel cuore della Sierra de Tramuntana, alla Fundació Tren de l’Art.

Dada a Zurigo
Zurigo, come Marsiglia, è stata una meta salvifica per i tanti artisti costretti a fuggire durante la Prima Guerra Mondiale. Nel 1916, a Zurigo, nacque uno dei movimenti più surreali di sempre, il dadaismo o semplicemente DADA. Il movimento iniziò nella città svizzera grazie all’apertura del Cabaret Voltaire. Aperto e animato da un programma vivace e stimolante, questo locale ha ospitato personalità, progetti, creazioni di opere d’arte, ma soprattutto la follia del movimento dadaista. Oltre al Cabaret Voltaire, sempre a Zurigo è doveroso visitare la Kunsthaus Zurich che vanta un’acclamata collezione di arte dadaista e surrealista. Ci sono altri luoghi e locali zurighesi che erano importanti per i seguaci del movimento. Tra questi il caffè artistico Odeon, raffinato esempio di stile Liberty, che ha ospitato le prime serata del movimento; l’antichissima Zunfthaus zur Waag, invece, è una casa delle corporazioni dove nel 1916 ha ospitato incontri e serate del movimento, così come Zunfthaus ospitato in un edificio rococò sulla Limmat.
Lee Miller, East Sussex
Nascosto nella campagna del Sussex, Farleys evoca un’atmosfera straordinaria che testimonia il suo ruolo di luogo d’incontro per alcune delle personalità chiave dell’arte del XX secolo. La fotografa Lee Miller e l’artista e collezionista surrealista Roland Penrose si trasferirono nella campagna del Sussex per vivere a Farleys nel 1949. Per i 35 anni successivi, arricchirono la loro casa con una collezione di tesori d’arte contemporanea e ricevettero la visita di alcune delle personalità chiave del ‘900 tra cui Joan Miró, René Magritte, Pablo Picasso e Man Ray. Oggi Farleys è la sede degli Archivi Lee Miller e della Collezione Penrose, i cui libri, mostre e diritti di riproduzione sono gestiti privatamente dalla famiglia. Gli ambienti, gli archivi e la collezione di Miller e Penrose sono visitabili da aprile ad ottobre. Sono consigliate le visite guidate per scoprire i tantissimi aneddoti che arricchiscono questa originale dimora sperduta nella rurale Chiddingly, nell’East Sussex.
