Callum Turner

Callum Turner

Recitare e giocare a calcio: due grandi passioni, di ieri e di oggi, che l’attore inglese vive con la medesima disciplina e determinazione. «Le emozioni che mi danno sono le stesse»

di Roberto Croci

Quindici anni di cv tra cinema, modeling e tv, poi la promozione nella “major league” con titoli quali Animali Fantastici (2018), Emma (2020), Erano ragazzi in barca di George Clooney (senza dimenticare il ruolo da protagonista nella miniserie tv Masters of the Air di Steven Spielberg) non hanno fatto dimenticare a Callum Turner il suo background.

Cresciuto a World’s End, un complesso residenziale popolare di Chelsea – «Non è un posto molto fancy», dice ridendo – di quell’infanzia con mamma single conserva un ricordo di grande serenità: «Mi ha cresciuto insegnandomi ad avere fiducia in me stesso, con la convinzione che, con l’impegno, avrei potuto diventare chi volevo. Andavamo insieme al cinema, ai musei, facevamo sport. È sempre stata molto attiva e presente. Con lei ho imparato a scoprire il mondo».

Callum Turner
Tutto Louis Vuitton

Anche il vecchio quartiere gli ha lasciato una bella impronta: «I miei amici erano tutti lì, con molti ci frequentiamo ancora. C’era sempre qualcuno con cui giocare a calcio, a tutte le ore del giorno e della notte». Ed è così che, all’improvviso, Callum Turner torna lo svettante centrocampista che era e, prendendomi in contropiede, devia l’intervista sul football.

Ok, allora giochiamo: «A 15 anni ero nella Fisher Athletic F.C., una squadra semi professionistica del sud-est di Londra. Mi allenavo tre giorni alla settimana, gli altri due giocavamo: 11 gladiatori spinti da 3.000 fan». C’è da immaginare: a quell’età l’adrenalina era a mille. «Le stesse sensazioni che provo quando recito», conferma. «Stessa preparazione, identica è la disciplina per centrare l’obiettivo prefissato; ti alleni, ti alleni, fai le prove e poi giochi, oppure vai sul set; finché, a un certo punto hai il tuo momento, sotto i riflettori, quando devi segnare un gol, o dare il meglio in una scena».

Callum Turner
Maglione e pantaloni Louis Vuitton

Questo 35enne con il Chelsea nel cuore ci regala anche una piccola cartolina italiana, allorché sottolinea lo stupore provato una sera allo stadio San Siro, a Milano, quando, salendo dalle gradinate, è entrato nell’anello di tribuna e si è trovato avvolto dal boato di 70mila interisti: «Rimasi senza parole. Perdemmo 2-1, ma per me resta lo stadio più bello del mondo. E ne ho visti parecchi» (per i patiti, era un ottavi di Champions).

Appena visto a Venezia con l’indie Rose of Nevada, di cui la critica ha sottolineato in coro la sua interpretazione, Callum Turner non si fa problemi, quando glielo si chiede, a ricordare come si è avvicinato al cinema: «Quando cresci con poco, impari a lavorare. Per pagarmi l’affitto facevo tre lavori cui dedicavo quattro giorni alla settimana. Gli altri tre erano dedicati ai miei interessi: alla recitazione, seguivo corsi, guardavo film, andavo a teatro, leggevo sceneggiature, e studiavo tutte le interviste dei miei attori preferiti. Ho le idee chiare: quando voglio qualcosa, mi impegno».

Callum Turner
Giacca e gilet Fay, camicia e pantaloni Fendi

Al cinema lo vedremo presto in Eternity, di David Freyne, con Elizabeth Olsen e Miles Teller, nei panni di anime in transito coinvolte in un tormentato triangolo amoroso. «È un film interessante per l’aspetto spirituale, specialmente per quello di Luke, il mio personaggio, che si chiede cos’è il vero amore: quello che ha sempre sognato e non ha mai avuto, o quello vissuto anche se brevemente. Mi sono spesso chiesto se, e come, una persona possa essere innamorata o essere l’anima gemella di qualcuno che non conosce fino in fondo. Ci ho messo un po’ a trovare l’equilibrio per interpretare Luke».

Il paragone di Eternity con le commedie romantiche di attori carismatici come Gary Cooper e Jimmy Stewart è immediato, anche se per Callum, cresciuto amando il cinema, eleganza e stile non si imparano, ma si vivono. «Lo stile è semplicemente essere me stesso. È difficile sentirsi liberi e spontanei nella propria pelle, ma quando capisci di averlo, non ti lascerà più. Amo lo stile classico, ma sempre un po’ cool, non troppo tradizionale. Mi piace vestire semplice e lineare: questo per me è eleganza. Non mi piace essere appariscente, né nel vestire né nei modi».

Callum Turner
Giacca e jeans Louis Vuitton

Torniamo al cinema: regista preferito? «Penso che attualmente Paul Thomas Anderson sia il miglior regista che esista, non vedo l’ora di vedere il suo ultimo film con Leonardo DiCaprio». Cinema americano o inglese? «Quando scelgo un progetto, guardo il regista. Quando ti sceglie un maestro, puoi creare un progetto di cui andare sempre fiero, perché registi del calibro di Spielberg e Clooney si circondano sempre dei migliori: produttori, direttori della fotografia, costumisti, truccatori, scenografi».

Un set del genere, dice, «it’s heaven on earth». Lavoro, viaggi… e un luogo del cuore non c’è? «Essendo di continuo in giro, mi piacerebbe semplicemente stare a casa, nella mia città, a Londra, con il mio cane Golo, la mia famiglia, gli amici. Londra è casa. È non doverci pensare due volte, sapere esattamente dove sono. Conosco ogni stradina secondaria. Non conosco tutta la città, ma conosco ogni angolo della “mia” Londra. Ecco, quello sarebbe il posto dove vorrei rimanere per sempre».

In apertura Callum Turner indossa giacca Fay. Photos by Charlie Gray, styling by Edoardo Caniglia. Grooming: Jody Taylor @Leftside Creative. Fashion contributor: Valentina Volpe. Styling assistant: Megan Bundy.