

Chris Brown
Tutti sogniamo, ma sono pochi quelli che hanno il potere di rendere i propri sogni realtà. Chris Brown ci riesce da sempre, in grande e in tutto quello che fa. Musica, danza, arte, moda…
«Penso che ogni cosa che facciamo, e parlo di noi, di noi esseri umani, sia Arte. L’Arte di creare, di dare forma a tutto quello che abbiamo in mente, di quello che riusciamo a immaginare. Basta guardarsi attorno per capire che tutto è arte. Respirare è arte, esistere è arte. Puoi trovare arte nelle musica, nelle frequenze, nei ritmi. Tutta la mia vita è Arte». Chris Brown è un sognatore. Uno che sogna in grande e che, soprattutto, ha il potere di rendere i suoi sogni realtà.
Si potrebbe dire che Chris Brown è un musicista, ma sarebbe limitativo. Sì, perché Chris Brown è un cantante che nel corso della sua ormai lunga carriera ha venduto più di 140 milioni di dischi e vinto oltre 200 premi.
Ma c’è molto altro. Tantissimo altro. Ha sognato di essere anche un ballerino, un modello, un attore, un’icona, uno stilista, uno street artist. Tutte cose che puntualmente si sono avverate.

«In questo momento sono impegnato col mio nuovo tour, il Breezy Bowl X che mi porterà a suonare in 49 stadi sparsi tra Regno Unito, Europa e Stati Uniti del Nord, ma nel frattempo sto scrivendo un disco nuovo, sto dipingendo, sto creando. Penso che non esistano cose che non siamo in grado di realizzare e quello che voglio fare, come uomo e come artista, è continuare a crescere per realizzare tutto quello che riesco a immaginare».
Re del r&b, erede spirituale di Michael Jackson, Chris sembra trovare grande ispirazione dal suo rapporto con l’Africa. «Come si può non essere ispirati dall’Africa? È tutto lì, è la madrepatria! Ho avuto la fortuna di andarci molte volte per lavoro e mi sono reso conto che è davvero la culla della nostra cultura. Se ascolti attentamente la musica – che sia rock’n’roll o r&b – se guardi al loro modo di ballare, di sentire il ritmo, ti rendi contro che viene tutto dall’Africa! La considero una seconda casa: ho molti amici che vivono lì e la cosa incredibile è che non importa da quale parte dell’Africa provengano, hanno tutti qualcosa in comune, nel modo di rapportarsi con gli altri e con la musica».
Chris Brown è un artista capace di trovare le radici della sua Arte, ma al tempo stesso di segnare nuovi punti di partenza, di aprire nuovi sentieri inesplorati. E la moda è uno di questi.

orecchino Messika
«La mia cabina armadio è al tempo stesso un campo di guerra, un galleria d’arte e il mio regno. Un campo di battaglia perché ho talmente tanti stili che ogni tanto mi ritrovo immerso nei miei vestiti, tentando di scegliere i più giusti e, ti assicuro, è davvero una guerra. È una galleria perché, senza vantarmi, negli anni ho collezionato davvero dei capi unici. E poi è ovviamente il mio regno, il mio santuario, dove posso vedere tutte le mie personalità. Se mi sento un ninja, un cyborg o un samurai, so esattamente dove pescare quello che mi serve. I miei vestiti fanno parte di me, sono un’estensione della mia personalità. La moda è evoluzione».
Ve l’ho detto: l’orizzonte di Chris Brown è molto ampio. Ma anche lui ha le sue fonti di ispirazione, artisti che ammira, non solo per il loro contributo artistico, ma anche per la loro immagine, il loro stile. «Ogni tanto mi piace fare un gioco: pensare a una persona con cui mi piacerebbe scambiarmi i vestiti per un’intera settimana. E alla fine arrivo sempre alla stessa conclusione. Io so esattamente tutto quello che ho nel mio armadio, ma non so cosa darei per poter fare un giro nelle collezioni di questi tre grandi: Prince, Rick James e Michael Jackson».

La carriera di Chris Brown è cominciata ufficialmente 20 anni fa, nel 2005, quando la Juve Records pubblicò il suo album omonimo. All’epoca aveva solo 16 anni, un ragazzino che cominciava a mettere a punto il suo potere di rendere realtà i suoi sogni. Già all’epoca non era male: il disco esordì al secondo posto nella classifica Billboard e ottenne ben due nomination ai Grammy, una cosa incredibile per un esordiente.
«Sì, ma all’epoca non avevo messo ancora a punto il mio stile in maniera definitiva. Ero ancora molto giovane. Penso che il passaggio di livello sia avvenuto successivamente, verso i 22, 23 anni. Ho faticato per trovare la mia individualità, la mia unicità. Non solo in termini musicali, ma anche per quanto riguarda il mio stile. Ma è un percorso che non si è ancora fermato. Ci sono un sacco di persone là fuori che hanno uno stile unico, che riescono davvero a esprimere qualcosa di loro stessi attraverso lo stile.

Io ho il mio che, come ti dicevo, è in continua evoluzione. Magari non piace a tutti, ma è il mio, ci sono arrivato. E la cosa che mi piace di più è che lo stile è qualcosa che puoi esprimere anche senza dover aprire bocca. Quando incontri una persona per la prima volta, scatta subito qualcosa ancora prima che uno dei due sia in grado di dire una parola, è una questione di imprinting».
Facile dirlo per uno come Chris Brown, uno che grazie al suo stile è diventato una leggenda. Ma questa è la vita dei grandi sognatori.