

Gocce di Giorgia
Giorgia torna a Sanremo dove esordì 30 anni fa. Il tempo l’ha cambiata, ammette, e così anche la sua musica. Sempre uguali rimangono la sua sincerità, il talento, la voce. E l’affetto del pubblico
Giorgia Todrani, per tutti semplicemente Giorgia, è una delle voci più amate della musica italiana, celebre per la sua straordinaria estensione vocale e il timbro unico. Romana, debutta nel 1994 con il Festival di Sanremo. Grazie a una carriera costellata da successi, collaborazioni internazionali e sperimentazioni sonore, è considerata un’icona della musica pop e soul italiana. Nel 2024 ha festeggiato i 30 anni di carriera e a febbraio 2025 tornerà a Sanremo con La cura per me.
Nel 2024 hai festeggiato i 30 anni di carriera. Un traguardo importante. Ne senti la responsabilità?
La verità è che la responsabilità la sento tantissimo e non l’avevo prevista, se a vent’anni mi avessero detto che sarebbe andata così, non ci avrei creduto. Questi anni sono volati, mi son sembrati un attimo. Quando mi rendo conto di aver accompagnato tante persone con la musica mi colpisce tantissimo, è bello. Sento il peso di essere all’altezza dell’affetto del pubblico, che a volte va al di là delle canzoni. È un legame che solo il tempo può darti. Il tempo toglie, ma ti dà anche tanto se sei sincera e io ho guadagnato questo.
Come è cambiata la tua musica negli anni?
Il mio percorso è stato come le onde del mare: agitato. Ho passato gli anni cercando di tirare fuori tutto ciò che amo della musica; venivo da un certo tipo di sonorità, amavo suonare Jimi Hendrix. In qualche disco sono riuscita a farlo meglio, in qualche altro peggio. Lottavo con i discografici. Volevo unire quelle sonorità al pop italiano. Anche caratterialmente sono cambiata tanto, vivevo il contatto col pubblico in maniera più introversa, ero più insicura. Ora mi sento più corazzata, anche sui social. Ho imparato a vergognarmi, a giocare con lo stile e a prendere confidenza con la mia femminilità. È un lavoro, questo, che richiede molta sincerità ed essere sinceri comprende il rischio di non sapere. Ho imparato a rischiare.
Nel corso della tua carriera hai cantato con grandi artisti, anche internazionali. C’è una collaborazione che ricordi con particolare affetto o che ha segnato una svolta nel tuo modo di fare musica?
La svolta vera fu con Pino Daniele, fu importantissimo. Mi riportò nella dimensione della musicista, mi ha aiutata a mediare tra il pop e la responsabilità discografica. Avevo l’esigenza di essere musicalmente vera e fare quello che mi piaceva. Anche con la scrittura è stato prezioso, io ho sempre scritto fin dal primo disco e avevo l’ansia che si vedesse, volevo dimostrare qualcosa, ma ho imparato a far pace con questa esigenza di dimostrare. Non posso non citare anche Andrea Bocelli, con cui ho vissuto il primo Sanremo e Ray Charles: mio padre era un suo grandissimo fan ed è stato incredibile arrivare a collaborare con lui. E ovviamente, tutte le donne accanto a me: Elisa, Laura Pausini, Gianna Nannini … Abbiamo capito che dovevamo stare compatte. Stando vicine era tutto più semplice.

Hai anche collaborato con Ferzan Özpetek per il film Diamanti, che esperienza è stata?
Bellissimo, un’esperienza pazzesca. Era da un po’ che con Ferzan volevamo ricreare quell’atmosfera che avevamo costruito per La finestra di fronte quando ho cantato Gocce di memoria. Sentivamo entrambi un’esigenza più spirituale che musicale e il momento era giusto. Ho visto il film quasi finito e mi sono messa subito a lavorare con gli altri musicisti, ci tenevo molto. È successa la magia, Ferzan è molto esigente, ma siamo riusciti a unire le forze. Alla fine del film ero gonfia di pianto.
Quest’anno sei stata anche conduttrice di X Factor. Ti sei divertita?
Mi è piaciuto guardare i concorrenti entrare sul palco, quei due minuti prima di esibirsi sono uguali per tutti e io capivo benissimo come si sentivano. Per la parte del live ho avuto più ansie, è una responsabilità. Paradossalmente, ho più ansia ora a salire sul palco: a vent’anni ero molto più incosciente, ora quell’incoscienza è morta! Alla fine è andata bene, ma non so come ho fatto. Diciamo che ho cominciato a divertirmi dopo un po’, quando mi sono acclimatata.

Il tuo ultimo singolo, Niente di male, è già un successo. Da dove nasce e come si inserisce nel tuo percorso?
È una canzone che cercavo da un po’ e non trovavo. La musica italiana è cambiata molto. Ci siamo risvegliati dal covid che erano cambiati i generi, la scrittura, i suoni … è un mondo che mi piace questo del rap, della trap, è molto vicino a quello che io ascoltavo da ragazza nella musica americana. Volevo unire quella che sono io e il nuovo che c’è nella musica di oggi. Il testo, quando mi è arrivato, mi è piaciuto subito. Non a caso è stato scritto interamente da donne: Mara Sattei e Federica Abbate. Non è facile trovare parole che senti giuste alla tua età, soprattutto quando parlano di sentimenti e io sono molto esigente su questo, quindi è stata una fortuna.
Parteciperai al Festival di Sanremo 2025 con la canzone La cura per me. Cosa ti ha spinto a tornare sul palco dell’Ariston?
Dopo X Factor ero contentissima, ma ho sempre bisogno di ricominciare da capo, imparare cose nuove e rischiare. Questo Festival è stato imprevisto, ma Sanremo è così: è dalla prima partecipazione che dico basta e invece torno sempre. La colpa è della canzone. Ho provato il pezzo e ci siamo resi conto che meritava un certo tipo di palco. Vado là per cantare questa canzone, ma anche per me è sempre un appuntamento con la vita. Arrivo in un modo e vado via in un altro.
Photography: Adriano Russo, Styling: Valentina Davoli, Fashion Director: Edoardo Caniglia, Make up: Luciano Squeo, Hair: @marcominunnohair at @blendmanagement using Davines, Casting Director: Vanessa Contini, Production: @_mariasolepetroni_ @k448_studio, Styling assistants: Jacopo Ungarelli and Miriam Perego