Tom Odell
I giorni complicati sono alle spalle. Oggi, Tom Odell vive un periodo felice, e confessa: «Qualsiasi vita può essere meravigliosa se ti stacchi dal particolare e guardi il quadro nell’insieme»
Arriva puntuale all’orario concordato, non tralascia nemmeno un saluto, parla senza fretta e con tono lieve, dissemina il set fotografico di sorrisi, «please» e «thank you». Tom Odell, la britannicità in persona (tranne per il tè: chiederà un caffè lungo e amaro prima di andare via), conquista subito tutti. Un gentleman come lui cura anche il look, non solo le maniere: T-shirt basic bianca e denim blu délavé si abbinano in un contrasto perfetto a gilet, giacca classica e ankle boots neri (come le calze. Lunghe, ovvio).
Catenine, braccialetti e un anello massiccio (appaiato alla fede: ha sposato l’ex modella Georgina Somerville nel 2023) sono i dettagli preziosi di distinzione. Il cantautore e pianista inglese, 35 anni da festeggiare il 24 novembre, vincitore di un Brit Award e un Ivor Novello sulla via degli otto milioni di fan sul web, non sembra proprio avere bisogno di stylist.

Conferma: «Non mi segue nessuno, sono io a seguire il mio gusto. Diverso in base alla circostanza. Quando mi aspetta lo studio – mezz’oretta a piedi da casa, a Londra – vesto classico perché mi piace l’idea di andare al lavoro in ordine. Nei momenti di relax, invece, metto capi old style e comodi. Le magliette vintage di band mitiche, per esempio; ne avrò una cinquantina».
C’è, però, un altro guardaroba che gli interessa ancora di più: quello che porta con sé on the road, per i concerti. «Nel tempo l’ho modificato e sviluppato con un obiettivo preciso: evitare l’attenzione generale. Il live è incentrato sulle canzoni, non su me, per questo seleziono scrupolosamente outfit minimal. Eleganti e sartoriali, tagliati su misura per lo show, dalle luci alla scenografia».

Tom non dà anticipazioni sul Wonderful Life Tour che sta attraversando Regno Unito ed Europa (unica tappa italiana a Milano, Unipol Forum, 27 novembre), ma racconta entusiasta la serie di date che ha condiviso qualche mese fa con Billie Eilish: «Rapito dal suo talento già nell’ep d’esordio del 2017, è stato un onore essere scelto da lei come opening act. E un privilegio applaudirla ogni sera».
La giovanissima regina del dark pop rientra nella lunga lista di artisti che amano la musica di Tom Odell. In ordine cronologico, a cominciare da Lily Allen, che è anche produttrice e lo mette sotto contratto quando è ancora uno sconosciuto («sul palco ha l’energia di David Bowie») e Sir Elton John. «Se penso alla sua telefonata di complimenti per il mio primo disco Long Way Down, resto ancora senza parole. Una sorpresa stupenda per me, che a 11 anni suonavo tutti i suoi brani al pianoforte: la scintilla per scrivere i miei è scoccata con il suo songbook Greatest Hits».

Sono trascorsi 12 anni da Long Way Down, in testa alle classifiche di mezzo mondo trainato da Another Love, hit da oltre due miliardi di stream tra Spotify e YouTube tornata virale di recente. Di più, è diventata un vero inno di protesta e libertà, delle donne iraniane e del popolo ucraino: «Ne vado molto fiero», confessa. L’intro da brividi al piano e subito la voce quasi spezzata dall’emozione arrivano dritti al cuore; come il testo sulla difficoltà di amare dopo avere sofferto. «Il successo clamoroso mi aveva preso alla sprovvista: così giovane e inesperto, mi sentivo dentro un frullatore».
Tra le righe lascia intendere un lungo periodo complicato, che ormai si è lasciato alle spalle e il titolo del settimo album inedito, uscito il 5 settembre, toglie qualsiasi dubbio. A Wonderful Life (Urok/Virgin Music): «Sì, sto vivendo un periodo felice, ma ho capito che qualsiasi vita può essere meravigliosa se ti stacchi dal particolare e osservi il quadro nell’insieme. Credo che in momenti bui come questo sia addirittura più facile scorgere la luce: la forza d’animo con cui uomini e donne di ogni età stanno affrontando le avversità stimola a essere ottimisti».

Tom Odell aggiunge che «nelle dieci tracce ho messo tutto me stesso, come sempre». Inclusa la sensibilità estrema che rende unici, magici, i suoi pezzi. «Li ho scritti tutti nel 2024, un anno pieno di trasferte: i viaggi sono stati una grande fonte di ispirazione insieme alla chitarra, mia compagna inseparabile al posto del piano, bagaglio troppo ingombrante, e ai libri».
Per l’ultimo scatto Tom Odell indossa una giacca di pelle: lui, autore raffinato di ballad, come si sente con addosso il capo rock per eccellenza? «Benissimo», risponde intanto che si scuote il ciuffo. «In fin dei conti provengo da quel ritmo, da quella cultura: ho cominciato a esibirmi in una band, poi in altre fino a trovare la mia strada da solista, ma non ho mai perso lo spirito ribelle di quando ero ragazzino. Viene fuori soprattutto sul tour bus, più che un mezzo di trasporto, il simbolo dei rocker: mentre macino chilometri pensando alla prossima serata, scatta l’istinto di buttare tutto all’aria vicino alla cuccetta. In uno splendido caos che ossigena, rompe gli schemi e apre spazi tra i pensieri. Diverte e spariglia la creatività».