Il ritorno della giacca cerata Barbour: l’icona British che detta lo stile dell’autunno inverno 2025 2026
Direttamente dalla campagna inglese, il Barbour è tendenza (veramente timeless) nel menswear. Ricorda la famiglia reale a chi lo indossa dall’autunno all’inverno, persino in primavera. Perché ne apprezza lo stile casual quanto formale
Amata dai marinai, dai cacciatori, persino dalla Royal Family inglese. Stiamo parlando della giacca cerata a firma di Barbour, passata dalla brughiera inglese alle tenute dei nobili fino alle strade di città. È il capospalla simbolo di un’eleganza senza tempo, anche indosso agli uomini contemporanei che l’hanno riscoperto durante l’autunno inverno 2025 2026. Sancendo il ritorno, o meglio la “continuità”, di un’icona del menswear che non conosce stagioni né mode effimere.

Barbour: la sua storia centenaria
Il suo fascino sta proprio lì: nel saper attraversare le generazioni, mantenendo intatto il suo spirito. Basti pensare che i primi indumenti firmati Barbour risalgono al lontano 1894. In un angolo grigio-umido del nord-est inglese, precisamente in Market Place, South Shields (Inghilterra), nasce la piccola bottega di cerate di John Barbour. Qui, accarezzato dai venti marini del Mare del Nord e affiancato dal costante rumore delle onde e dei cantieri navali, Barbour inizia a vestirsi di storia e di tessuto cerato.
La richiesta non era per “moda”, ma per funzione: pescatori, marinai, comunità costiere avevano bisogno di indumenti che resistessero all’acqua, al freddo, al vento. John Barbour capisce che trasformare la cerata da capo utilitario a capo di qualità è una via percorribile. Inizia così un viaggio che mescola pragmatismo britannico e visione industriale. Con l’arrivo del XX secolo, la famiglia Barbour passa alla seconda generazione: Malcolm Barbour entra in scena e, nel 1908, realizza il primo catalogo per corrispondenza. Che cresce rapidamente: già nel 1917 rappresenta circa il 75% dell’attività dell’azienda, includendo ordini da Cile, Sudafrica, Hong Kong e le Isole Falkland. È un primo segnale che Barbour non è solo “capo da campagna inglese”.

L’evoluzione di Barbour e della sua giacca cerata
Nel 1936 nasce ufficialmente la società J Barbour & Sons Ltd, con sede al numero 5 di Market Place, South Shields. Due anni dopo, in pieno periodo bellico, Barbour risponde ad una chiamata straordinaria: alla richiesta del capitano George Philips, comandante del sottomarino “Ursula”, viene sviluppata una tuta cerata impermeabile a due pezzi per il servizio sottomarino. Dopo la guerra, la giacca “International” di Barbour, pensata per il motociclismo e l’aria libera, entra nel panorama civile nel 1947.
Negli anni ‘60 e ‘70 il marchio si consolida: nel 1964, l’attore Steve McQueen e il suo team di motociclisti indossano giacche Barbour International durante gli International Six Day Trials in Germania dell’Est. Nel 1974 arriva un riconoscimento prestigioso: l’azienda ottiene il primo Royal Warrant da parte del Duca di Edimburgo, un simbolo di qualità e distinzione nel Regno Unito. Questa combinazione di stile “campagna inglese”, appeal motociclistico e prestigio reale renderà Barbour un’icona.

Le icone senza tempo di Barbour
Negli anni ‘80, sotto la guida della figura chiave della famiglia, Margaret Barbour, vengono disegnati capi che ancora oggi sono pilastri del brand. Ad esempio, la giacca Bedale – un modello corto, leggero in tessuto “Thornproof” pensato per l’equitazione – viene lanciata nel 1980. Poi, l’anno dopo, l’azienda si trasferisce nello stabilimento a Simonside, South Shields, dove ancora oggi si fabbricano a mano gli iconici modelli cerati. Invece, nel 1983 debutta la giacca Beaufort, pensata originariamente per escursioni in natura, perfetta anche in città grazie alla caratteristica tasca posteriore che ne fa un oggetto di design riconoscibile.

Giacca cerata Barbour: dalla campagna inglese al guardaroba urbano
Sulle spalle di gentlemen, reali e trendsetter, il Barbour ha attraversato il tempo senza mai perdere il suo fascino rurale e aristocratico. È impossibile non associarlo alla famiglia reale britannica: basti pensare alle immagini di Re Carlo III o della defunta Regina Elisabetta II durante le passeggiate nelle tenute di Balmoral, sempre accompagnati da quel capo cerato verde oliva che è ormai un simbolo nazionale.
Difatti, nel panorama della moda contemporanea, dove tutto si consuma alla velocità di un hashtag, il Barbour rappresenta una certezza. Non segue le tendenze: le detta, o meglio, le trascende. È un capo “timeless” per eccellenza, che negli ultimi anni ha ritrovato nuova linfa grazie ai social e alle reinterpretazioni dei brand di lusso.
Su TikTok, centinaia di video celebrano il suo ritorno, mostrando uomini di tutte le età che indossano la giacca cerata Barbour in chiave moderna. E che lo abbinano a jeans sbiaditi, stivali Chelsea e cappelli da pescatore. Altri, invece, preferiscono una versione più formale, con pantaloni sartoriali e mocassini. Ma il messaggio è chiaro: il Barbour si adatta a ogni contesto, dal casual al formale, senza mai perdere la propria identità.

Il trend giacca cerata Barbour da uomo
In un’epoca in cui la moda riscopre la sostenibilità e il valore del “ben fatto”, il Barbour si inserisce perfettamente nella narrativa del lusso consapevole. Ogni giacca è pensata per durare nel tempo: può essere riparata, ricerata, tramandata. È un capo che racconta storie, che invecchia bene e che acquisisce valore con gli anni. Non sorprende che sulle passerelle abbiano fatto capolino modelli che prendono lontanamente o meno spunto da questo modello classico per reinterpretarlo in chiave urbana o luxury. Il risultato è una fusione di mondi: il fascino del countryside britannico unito alla pulizia delle linee metropolitane.
Resta il fatto che il successo duraturo del Barbour non è solo estetico, ma emotivo. Indossarlo significa scegliere una storia, un’identità. È un capo che comunica discrezione, solidità e una certa nostalgia per un mondo più lento e genuino. Forse è proprio questa autenticità a renderlo ancora così attuale in un’epoca dominata dall’effimero. Proprio per questo, anche nell’autunno inverno 2025 2026, non passerà mai di moda: rappresenta tutto ciò che nella moda — e nella vita — vale la pena conservare.