Il meglio della moda maschile a Sanremo 2025: i look più stilosi 
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Il meglio della moda maschile a Sanremo 2025: i look più stilosi 

di Giulio Solfrizzi

Analizziamo i migliori look maschili visti sul palco dell’Ariston durante l’edizione 2025 del Festival più seguito e chiacchierato d’Italia. La selezione di ICON

Cinque sere, cinque occasioni per vedere look griffati indosso a cantanti di ogni tipo. Che rispecchiano innanzitutto il loro personaggio e poi il genere musicale di riferimento, grazie alla collaborazione tra direttori creativi e stylist. È (anche) questo Sanremo, confermandolo durante l’edizione 2025 conclusasi sabato 15 gennaio. Alcuni più di altri hanno sfoggiato la loro versione stilosa, alleandosi con grandi menti e altrettanto grandi marchi d’abbigliamento. 

La moda uomo al Festival di Sanremo 2025

Soprattutto gli uomini si sono cimentati nell’indagare le sfaccettature del menswear sul palco dell’Ariston. Il risultato non è stato uno solo, bensì molteplici che includono il tradizionalissimo completo giacca e pantaloni, come quelli indossati da Achille Lauro, neo-dandy avvolto una volta da cappotti gessati e un’altra da frac in bianco e nero. Non sono mancate anche versioni più barocche e volutamente rétro, di cui Damiano David si è fatto portavoce in qualità di super ospite, insieme a Valentino by Alessandro Michele. Ma la moda maschile vista a Sanremo è stata capace di sfociare in tanto altro ancora. C’è il minimalismo très chic di Bresh in AMI Paris, la quotidianità di Olly in look sempre diversi che includono il denim, lo streewear di Shablo, e altre infinite declinazioni che fotografano la società nella sua totalità. 

I 10 migliori look maschili di Sanremo 2025

Come in ogni competizione, canora e non solo, sono emersi look (maschili) e cantanti migliori di altri. Ne abbiamo selezionati 10, dalla prima all’ultima puntata.

Achille Lauro – Dolce&Gabbana

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Classico come nient’altro può essere, lineare, pulito. È il primo dei quattro look di Dolce&Gabbana per Achille Lauro, in black and white.

Jovanotti – Dior

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Appariscente nonostante fosse elegante in Dior. Come? Vestendosi d’oro in chiave bohemian, con completo da smoking sdrammatizzato.

Rkomi – Vivienne Westwood

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Rkomi vagamente punk in Vivienne Westwood. Basta un petto nudo e un abito abbinato a scarpe chunky nere.

Fausto Lama – Valentino

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Fausto Lama dei Coma_Cose rispolvera il due pezzi rétro e afferma (attraverso i vestiti): il papillon è un evergreen a tutti gli effetti.

Bresh – AMI Paris

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Bresh chic come richiedono i francesi. Infatti veste AMI Paris, e il look più affascinante prevedeva una morbida blusa bianca simile ad una canotta.

Damiano David – Valentino

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Damiano David punta su una versione funny dell’abito da sera: con fiocco sul davanti che unisce i lembi, spalline rinforzate molto vintage, e guanti in pizzo.

Tony Effe – Balenciaga

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Tony Effe sfoggia un outfit Balenciaga da capo a piede, inclusi i charms metallici o metallizzati che impreziosiscono i pantaloni in pelle nera. Immancabili i tatuaggi perché sono la parte più autentica di lui. 

Mahmood – Balenciaga 

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Doppiopetto nero, dolcevita senza cuciture, scarpe derby e occhiali da vista iper-sottili: è la mise sempre elegante, ma diversamente sensuale, per il palco dell’Ariston. È la sexiness tipica del minimalismo palese quanto sussurrato attraverso i dettagli, come il taglio della giacca sfiancata e le sue spalline.

Irama – Balmain

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A volte surreale, altre semplicemente ben vestito. Per questa edizione, Irama ha indossato Balmain rappresentando l’estetica del brand fino in fondo – o fino ai muscoli (ad effetto trompe l’oeil). 

Lucio Corsi 

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Nessuno stylist e nessun brand per Lucio Corsi che punta tutto sulla moda vintage e second-hand, recuperata da mercatini e negozi specializzati. È il modo migliore per ribellarsi ad un sistema sempre più legato agli sponsor, che non rispecchiano necessariamente lo stile e la personalità del talento. Ciò non ha limitato in alcun modo l’espressione dell’estro creativo di Corsi, che, anzi, ne è uscito vincitore perché ha dimostrato, ancora una volta, che la moda non è solo griffata. Si possono dire “cose”, trasmettere messaggi, prendere posizioni anche senza grandi nomi alle proprie spalle.