Il giovane fotografo americano che trasforma la realtà in luoghi onirici. In mostra a Caserta

Kyle Thompson ha 27 anni, ma il suo lavoro ha già ricevuto molti riconoscimenti e premi, le sue foto sono state esposte in diversi paesi e in America, dove è nato, è considerato una star. Forse perché i suoi scatti colpiscono l’immaginario contemporaneo, mixano linguaggi onirici e surreali a quelli del reportage classico, creano favole e riportano immediatamente al mondo cinematografico. O forse, più semplicemente, perché Thompson indaga l’umano.

Dai sobborghi di Chicago, dov’è cresciuto, parte alla scoperta di luoghi dove l’umano non è, o non è più, presente: case abbandonate, foreste, fiumi, laghi. E poi popola questi luoghi di sé, scattando autoritratti ad alto tasso emotivo, con l’obiettivo di fermare le emozioni che quei luoghi suscitano in lui stesso.

‘Necessitavo di un modo per incanalare le mie emozioni‘, spiega, ‘Sentivo che gli autoritratti le esprimevano. Senza dover ricorrere alle parole. Avevo una terribile difficoltà nel rapportarmi con le persone, quindi ho finito per usarmi in quasi tutte le mie foto’. Ad ispirarlo, musica, emozioni, ogni cosa che accada nella sua vita, a volte anche i sogni.

E ora, per questa mostra ospitata a Caserta, thompson ha creato un progetto su misura, per raccontare il rapporto tra spazio urbano e natura. Compone infatti dei dittici in cui una foto ritrae l’artista nella natura e l’altra svela il contesto in cui quella natura si trova. Spesso urbanizzata o ai limiti di aree metropolitane, o in contesti dove l’uomo ha comunque lasciato il suo segno.

E’così bello creare un momento che non è mai esistito. Qualcosa che è così reale, ma inventato. Puoi creare un momento che non è mai accaduto, ma che continua a vivere nel suo stesso stato immutabile, ed è una sensazione creativa che adoro”, conclude Thompson.

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Kyle Thompson. Open stage

a cura di Gabriela Galati

Reggia di Caserta, 28 marzo – 4 giugno