Dove fare la barba come i dandy? A Milano c’è un luogo magico per l’uomo che si prende cura di sé
Photo Oskar Proctor

Dove fare la barba come i dandy? A Milano c’è un luogo magico per l’uomo che si prende cura di sé

di Giulio Solfrizzi

Si chiama Eredi Zucca e si trova in uno dei luoghi più eleganti di Milano. Nasce come barberia, ma lancia poi una linea di prodotti per la cura di sé. Adesso sono arrivati anche i profumi

Sembra una barberia d’altri tempi. Quelli dei dandy, uomini dallo spiccato senso estetico che ponevano particolare attenzione alla cura di sé. L’estetica per loro era tutto, insieme alla sostanza. E lo stesso vale per Eredi Zucca, luogo magico al civico 6 di via Bigli, un’arteria che conduce al cuore pulsante di Milano. Qui i gentleman contemporanei vengono a farsi radere la barba e curare la pelle, con i prodotti creati dall’attività dal fascino rétro.

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Eredi Zucca a Milano

La storia degli Zucca a Milano

Nonostante gli interni richiamino alla mente l’architettura di secoli fa – tra postazioni in marmo, mobili in legno e decori tono su tono -, Eredi Zucca sorge soltanto due anni fa in una strada rinomata per aver accolto in passato un’importante barberia. Il business attuale non ha a che fare con la storica famiglia milanese Zucca, ma ne rispetta l’eredità e la diffonde nel ventunesimo secolo. Si dà infatti il caso che un certo Carlo Antonio Zucca aprì nel 1962 la sua bottega da barbiere. Figlio d’arte, aveva imparato il mestiere dal padre, ma nella decisione di aprire un proprio locale vide molto più di un lavoro. Immaginava un luogo d’incontro, dove la barba bene curata e il taglio di capelli elegante fossero segno di rispetto, di appartenenza, di stile. Diventata presto una tappa della vita sociale milanese, la sua barberia era uno spazio dove si parlava di religione, di affari, si lanciavano idee. Con sedie confortevoli, specchi decorati e saponi profumati — una novità per l’epoca —, Carlo tracciava la via che quella bottega avrebbe continuato a percorrere nei secoli.

Verso la fine del XVII secolo fu il figlio Giovanni Zucca a spingere l’arte oltre i confini familiari. Fu lui a introdurre nella bottega oli e unguenti provenienti da terre lontane, e persino una sedia da barbiere regolabile importata dalla Francia. Si dice che soccorse un nobile caduto sulla neve davanti al negozio: lo invitò dentro, gli offrì un bicchiere di brandy, lo tagliò e lo acconciò, alimentando la reputazione della famiglia. Il timone poi passò a Giuseppe Zucca, uomo di visione che non si limitò alla barba e ai capelli, ma s’impegnò nelle acconciature formali. La leggenda vuole che salvò la parrucca di un Duca milanese distrutta da una candela, ricostruendola in tempo per una festa, guadagnandosi così la devozione della nobiltà. 

L’evoluzione degli Zucca a Milano

Ma la storia degli Zucca non fu solo eleganza e prestigio. Quando, alla fine del XVIII secolo e all’inizio dell’Ottocento, Milano fu travolta dalle guerre napoleoniche, fu Francesco Zucca a guidare con coraggio la bottega. Tra saccheggi e occupazioni, riuscì a mantenere la barberia aperta, trasformandola addirittura in un luogo di accoglienza. Si racconta che curò un soldato francese ferito durante una notte di caos, guadagnandosi così rispetto e protezione. Innovativo, osservò i pennelli dei soldati e progettò un pennello da barba con setole naturali, più morbido, adatto alla rasatura. Un piccolo ma significativo contributo all’arte del mestiere.

Alla fine dell’Ottocento, sotto la guida di Bernardo Zucca, la bottega sfiorò l’apice della Belle Époque: Milano vibrava di teatro, arte, caffè, gallerie. Bernardo trasformò la barberia in un simbolo di dinamismo, fusione di bellezza, cultura e stile. Poi, nei primissimi anni del Novecento, Giuseppe Enrico Zucca abbracciò la modernità pur rimanendo fedele alla tradizione di famiglia. La sua bottega divenne un riferimento per i milanesi che cercavano non solo una buona rasatura, ma un’esperienza all’avanguardia.

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Eredi Zucca a Milano

Il fascino di Eredi Zucca a Milano

La cura per i dettagli che avevano gli Zucca torna oggi nella barberia Eredi Zucca, rispolverando la storia di un’insegna che ha plasmato i gentiluomini del tempo. Ne rispetta lo spirito grazie all’impegno per l’eccellenza, la comunità e la conservazione delle tradizioni. Soprattutto grazie alla cura dei dettagli. Dal diffusore d’incenso all’ingresso fino alle cassette che custodiscono gli accessori utilizzati dai top client affinché si sentano a casa. L’approccio meticoloso alla barba, alla capigliatura e alla pelle degli uomini è riflesso, anche, nella suite al piano interrato, che si appresta ad accogliere un cliente insieme ai suoi affetti. Perché il vero lusso è godersi le esperienze, possedere prodotti di qualità, creare legami duraturi nel tempo, non correre.

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Eredi Zucca a Milano

I profumi di Eredi Zucca

Ma Eredi Zucca non è solo un luogo fisico. Ha ampliato i suoi confini ideando una collezione di fragranze che ha fatto presto a diventare un viaggio nella memoria sensoriale della città e nel mestiere antico dei barbitonsori milanesi. Ogni essenza è pensata come un racconto distillate in otto creazioni, firmate da quattro maestri profumieri internazionali: Blaise Mautin, Marie Urban LeFebvre, Nanako Ogi e Luca Maffei. Ciascun profumo è costruito come un’architettura olfattiva complessa, calibrata sull’eccellenza delle materie prime. E il legame con Milano è il filo conduttore dell’intero progetto. Da una parte, le note che richiamano i sentori tipici delle antiche barberie — cuoio, legni, tabacco, spezie; dall’altra, l’omaggio ai grandi protagonisti della storia e della cultura cittadina. Ogni bottiglia, realizzata come un piccolo oggetto d’arte in vetro e ottone, porta inciso un cameo che ritrae un personaggio illustre legato al profumo e al suo universo simbolico.

Così, Tabacco evoca la figura di Ludovico il Moro, mecenate di Leonardo, con una miscela calda e raffinata di cigar notes, patchouli e cannella. Vetivero si ispira a Napoleone Bonaparte, fondendo mirra, muschio e bergamotto in una composizione che racconta il potere discreto e il gusto colto. Cuoio è un tributo a Giuseppe Verdi, denso e drammatico come una sua partitura, mentre Narciso, dedicato a Caravaggio, gioca sulle luci e le ombre di oud, gelsomino e mirra. Ultima Cena rievoca l’atmosfera mistica dell’opera di Leonardo, tra incenso, legni e patchouli. Duomo celebra Gian Galeazzo Visconti con un intreccio di rum, cannella e chiodi di garofano. Veritas omaggia Alessandro Manzoni, con spezie e resine che richiamano il calore di una Milano ottocentesca. Novecento, infine, si ispira al Futurismo di Marinetti, con note di cardamomo, lavanda e patchouli che riflettono l’audacia e la modernità.

Dietro ogni accordo olfattivo si nasconde la memoria tattile delle barberie d’un tempo. L’odore del cuoio consumato delle poltrone, del tabacco, della lavanda che lenisce la pelle, del talco e della mirra che avvolgono l’aria. È una sinfonia di emozioni e rimandi culturali che attraversa cinque secoli.