Looksmaxxing: ottimizzare l’aspetto fisico tra benessere e pressione sociale
Un’indagine sul fenomeno virale che ridefinisce la mascolinità contemporanea tra autocura, estetica e ansie sociali
Nell’ultimo anno, una nuova parola ha preso piede nei forum online e questa parola è looksmaxxing. Il termine nasce dalla fusione di “looks” (aspetto) e “maxxing” (massimizzare), e descrive un processo deliberato di miglioramento radicale del proprio aspetto fisico attraverso una serie di pratiche che includono skincare, dieta mirata, allenamento, creazione di un nuovo stile personale e, in alcuni casi, interventi estetici. Ma il looksmaxxing è solo una forma più evoluta di cura personale maschile, o rappresenta qualcosa di più problematico? Questo fenomeno solleva interrogativi su benessere, identità e sulla crescente pressione estetica che oggi riguarda sempre più anche gli uomini.
Looksmaxxing: un movimento nato online
Il looksmaxxing ha le sue origini nei forum come Reddit, 4chan e siti legati al movimento “manosphere”, dove è emerso come risposta alla cosiddetta “blackpill” — una visione nichilista secondo cui il successo relazionale e sociale degli uomini dipenderebbe quasi esclusivamente dall’aspetto fisico. A differenza del fatalismo di chi abbraccia questa filosofia, i looksmaxxer scelgono di “massimizzare il potenziale genetico” lavorando attivamente sul proprio corpo e look. Il fenomeno si è diffuso rapidamente grazie a piattaforme come TikTok, Instagram e YouTube, dove creator e influencer offrono tutorial su come migliorare i tratti del viso, vestirsi meglio, sviluppare muscolatura e aumentare l’attrattività in generale con conseguenze “tossiche” che si possono facilmente immaginare.

Routine estetiche e fitness come strumenti di ascesa sociale
Chi pratica il looksmaxxing spesso dedica grande attenzione alla cura della pelle, adottando routine sofisticate che includono retinoidi, peeling chimici e trattamenti dermatologici. L’obiettivo non è solo quello di avere una pelle sana, ma di eliminare ogni imperfezione percepita che possa abbassare il “valore sul mercato”. Alcuni utenti discutono anche di terapie ormonali, laser CO2 frazionato o micro-needling. Ma il ruolo della pelle viene dopo quello giocato dal corpo, che deve essere rigorosamente scolpito; l’allenamento è finalizzato al miglioramento mirato di massa muscolare, simmetria corporea e definizione, mentre diete iperproteiche, cicli di definizione e massa, e integrazione con creatina sono pratiche comuni. Anche lo stile deve essere “ottimizzato”: scegliere abiti su misura, acconciature che valorizzano la morfologia del viso, cura della barba o la sua completa rimozione fanno parte del processo. In casi più estremi, alcuni ricorrono a filler dermici, rinoplastica, o interventi di chirurgia maxillo-facciale.
Estetica e pressione sociale: un doppio filo
Il looksmaxxing può essere visto come un’evoluzione della mascolinità moderna: un invito a prendersi cura di sé, a coltivare il proprio potenziale estetico e non solo professionale. Ma allo stesso tempo, riflette una pressione crescente — storicamente rivolta alle donne — che ora grava anche sugli uomini: quella di conformarsi a uno standard visivo omogeneo e competitivo. Molti esperti mettono in guardia dai rischi psicologici di questo approccio: l’eccessiva attenzione alla bellezza maschile può innescare insicurezze croniche, ansia sociale e perfino sintomi di dismorfia corporea. La popolarità del looksmaxxing è infatti alimentata da una cultura della performance estetica, in cui il valore individuale sembra sempre più legato all’apparenza, in particolare nei contesti digitali dove tutto viene filtrato, valutato, comparato. Il rischio è quello di internalizzare un modello ideale — mascella pronunciata, zigomi alti, fisico scolpito, basso grasso corporeo — come unico modo per ottenere riconoscimento e affetto.

Looksmaxxing: tutti i rischi
Nonostante le sue derive più estreme, è possibile declinare il looksmaxxing in modo sano? Alcuni propongono una sua evoluzione in selfmaxxing: una forma di miglioramento personale che include anche benessere mentale, relazioni affettive stabili, consapevolezza emotiva, cultura. In quest’ottica, l’aspetto fisico diventa solo uno degli elementi di un progetto di crescita più ampio, meno dipendente da modelli esterni e più centrato sul proprio equilibrio interno. Il confine, però, tra libertà individuale e imposizione sociale, tra desiderio autentico di migliorarsi e pressione sistemica a performare un certo tipo di mascolinità resta davvero molto sottile. Il looksmaxxing, in definitiva, è il sintomo di un’epoca in cui anche l’identità maschile è sempre più filtrata, plasmata e valutata attraverso l’aspetto. Migliorarsi non è sbagliato, anzi. Ma è fondamentale chiedersi perché lo facciamo, per chi e a quale costo. Solo allora la cura di sé può diventare davvero liberazione, e non l’ennesima gabbia.