10 cose da sapere sul Berghain, il club di Berlino con più mistero al mondo
Dai party lunghi 3 giorni all’imprevedibile door policy passando per i rimbalzati eccellenti: 10 cose da sapere sul Berghain
Il Berghain è un’istituzione della musica techno internazionale. È presenza fissa dell’annuale classifica della rivista Dj Mag sui migliori club al mondo (quest’anno 13esimo) per offerta musicale e qualità dell’impianto acustico, ma l’allure di mistero che lo avvolge è unica al mondo. Prima di tutto: non è un club per tutti. Non entra chi può permetterselo (anche perché il biglietto, ormai tra i 18 e i 25 € non esclude nessuno), ma chi – per ragioni indefinibili – secondo il personale all’entrata è, almeno quel giorno, una persona da Berghain. In seconda battuta: dentro si balla, e tanto. Ma non solo: si può fare tutto ciò che le proprie pulsioni, e il rispetto delle libertà del prossimo, permettono. Nessuno giudica (approccio che è proprio di Berlino in generale), nessuno registra. Ma a questo ci arriveremo fra poco. Ecco 10 cose da sapere sul Berghain, l’iconico club della capitale tedesca.

1- Le origini: il club Ostgut
Il Berghain non è sempre stato Berghain. Prima si chiamava Ostgut. Era stato inaugurato da due promoter, Michael Teufele e Norbert Thormann, nel 1998 in un magazzino abbandonato usato un tempo per la riparazione dei treni. L’idea era di avere una sede fissa per una serata gay, la Snax, che dal 1992 girava tra vari club della capitale, in un’epoca in cui c’erano tanti spazi vuoti e non servivano autorizzazioni (o comunque nessuno le controllava) per fare ballare chiunque, ovunque. Il nome Ostgut era la crasi di due parole. Ost, e cioè est, perché la stazione più vicina al club era Ostbahnhof (Bahnhof=Stazione). Gut, e cioè buono, perché si voleva suggerire un’idea di accoglienza inclusiva e positiva. Già all’epoca la sua selezione era rigorosa: non era solo per gay, ma se chi stava alla porta aveva la percezione che chi provava a entrare avrebbe giudicato ciò che succedeva, si veniva facilmente rimbalzati.
2-Il nome Berghain e il legame con il passato
Berlino dopo il Muro divenne un cantiere a cielo aperto. I luoghi abbandonati dell’ex est usati come squat o per fare festa o atelier per artisti (o tutte e tre le cose allo stesso tempo) cominciarono a diventare preda di immobiliaristi decisi a capitalizzare il loro essere diventati spazi ricercati o vittime di progetti di rinnovamento urbano da parte di una città ridiventata capitale di tutta la Germania. Nel 2004 l’Ostgut dovette così cercarsi una nuova casa. Teufele e Norbert Thormann la trovarono a poco più di cento metri: un’ex centrale elettrica della DDR. Anche in questo caso decisero per un nome con due radici diverse. Berghain è l’unione di KreuzBERG e FriedrichsHAIN, i due quartieri che, assieme, costituiscono il municipio al cui interno ha sede il club.
Il nome Ostgut è in qualche modo rimasto. L’etichetta con cui il Berghain ha prodotto album fino al 2021 si chiamava Ostgut Ton. Ancora in vita invece è la serata Snax: la si festeggia almeno una volta l’anno. Ed è un ritrovo per vecchissimi e nuovi frequentatori del club.
3-Gli altri club del Berghain…dentro al Berghain
Quando di parla del Berghain in realtà si parla di un insieme di locali tutti dentro alla centrale elettrica e per cui spesso bisogna fare biglietti, e file, diverse. Il Berghain è il club principale. Ci sono poi Panorama Bar, Halle, Lab.oratory e Saüle. C’è poi la Kantine am Berghain a pochi metri dall’ex centrale elettrica dove durante la settimana hanno vita concerti di ogni tipo, non solo techno. Raramente sono aperti tutti assieme. Avviene soprattutto nel caso degli anniversari o durante il periodo natalizio.
4-Le leggende sugli outfit per entrare al Berghain
Ci sono migliaia di video, articoli, tutorial (persino un videogame) che provano a sintetizzare come vestirsi, cosa fare e, soprattutto cosa non fare, per cercare di entrare al Berghain, ma la ricetta perfetta ancora non esiste. La stessa persona, vestita allo stesso modo, può essere rimbalzata alle due di notte e lasciata entrare alle cinque dopo aver rifatto tre ore di fila.
Qualche consiglio a ogni modo si può dare. Si può dire che non conta essere vestiti eleganti, almeno per ciò che tradizionalmente intendiamo per eleganza. Outfit kinky o fuori dagli schemi sono molto apprezzati. Chi scrive ha visto una volta un amico passare in pantaloncini da calcio, canotta bianca con macchia di caffè e anfibi. Meglio non presentarsi in grandi gruppi, conoscere qualche parola di tedesco o almeno che tipo di serata ci sarà dentro (può capitale che alla porta venga chiesto), non fare confusione in fila, non sembrare turisti e non demordere caso mai si venisse rifiutati: a volte l’ostinazione viene apprezzata. Se però con un cenno si viene allontanati meglio non perdere tempo a chiedere spiegazioni: si rischia di fare memorizzare il proprio volto in maniera negativa.
5-La privacy del Berghain
L’arrivo degli smartphone ha minato quell’aurea di completa privacy che si respirava dentro al Berghain (e tanti altri club di Berlino): ciò che accade nel club, e in particolare nelle sue darkroom è giusto che rimanga lì dentro. E così da alcuni anni all’ingresso sulle fotocamere di ogni cellulare viene posto un adesivo. Se all’interno si prende il cellulare e qualcuno nota che l’adesivo è stato staccato si può essere accompagnati all’uscita senza troppe spiegazioni.

6-Il bouncer più famoso al mondo: Sven Marquardt
I bouncer del Berghain, con il loro diritto di veto così discrezionale, sono ormai un’entità stessa del club. Il più famoso di loro è Sven Maquardt. Alcuni fanno la fila consci che verranno rimbalzati solo per provare a vederlo. Grazie (anche) alla popolarità conquistata con il club, Maquardt, che è prima di tutto fotografo, ha potuto fare vedere i suoi lavori in tutto il mondo (nel 2018 a Milano), è invitato a tutti i party glamour cittadini ed è ritratto in un grandissimo murale sulla facciata di un palazzo sulla Postdamer Straße (altra parte della città, quartiere Schöneberg) realizzato dallo street artist portoghese Vhils.

7-I personaggi famosi che non ce l’hanno fatta a entrare
Il “rimbalzo” di Diletta Leotta e di suo marito Loris Karius ad aprile 2024 ha avuto grande eco in Italia, ma i casi di persone eccellenti invitate a fare spazio è lungo, per quanto, se non resi pubblici dai diretti interessati, testimoniati normalmente solo da chi ha assistito alla scena. Ecco qualche nome: il musicista e dj Richie Hawtin, il rapper Macklemore e il dj Felix da Housecat sono alcuni di questi. Il nome più conosciuto però è quello del punto 8: Elon Musk.
8- La “vendetta” di Elon Musk: un nuovo club a Berlino
Ad aprile 2022 Elon Musk non è entrato al Berghain dopo alcune ore di fila. Lui ha spiegato sull’allora Twitter (allora non di sua proprietà) che non gli era piaciuta la scritta Pace all’ingresso (era da poco scoppiata la guerra in Ucraina). Tanti presenti invece hanno sostenuto che i bouncer l’avessero semplicemente rifiutato, consci o meno di chi fosse.
Certo è che Musk, che appena fuori Berlino ha aperto il primo impianto Tesla in Europa, ha poco dopo chiesto sul social se sarebbe stato bello aprire un club nella capitale tedesca e questo luglio l’ha fatto. È nei sotterranei della fabbrica, si chiama Hamster e per ora è a disposizione solo di party privati aziendali.
9-Concerti, gallerie d’arte e la chiusura nel periodo Covid
Nel periodo Covid il Berghain, come quasi ogni club al mondo, è stato chiuso. Da subito in alto sulla facciata principale è apparsa la scritta Morgen ist die Frage, Domani è la domanda, un modo per chiedersi quale fosse il futuro dei club in un momento in cui non si sapeva ancora quanto sarebbe durato il tutto e come lo stato avrebbe aiutato i club. Quella scritta è diventata iconica. Nel frattempo nei locali del Berghain si è cercato di fare qualcosa di diverso, e ammesso in quel momento storico, e cioè mostre artistiche. Il Berghain è stato così mostrato finalmente con la luce del giorno e sono state fatte girare anche foto. È vero: non tutti i locali dell’ex centrale elettrica sono stati resi accessibili, ma qualche informazione, o meglio immagine, in più, per chi non ci era mai entrato prima, è trapelata. E l’aura di mistero e curiosità, paradossalmente, dalle file ancora più lunghe che ora caratterizzano i party del weekend, è paradossalmente cresciuta.

10- La leggenda: i party lunghi giorni e il rifiuto di essere commerciali (con eccezioni)
Il Berghain è un tempio della musica techno. Non è importante la nomea del dj, anche se, logicamente, ci suonano anche alcuni nomi noti. A regolare l’offerta musicale è il gusto di chi cura la selezione artistica, con buona pace del ritorno di marketing. Il club si riempie a prescindere. I party del weekend normalmente partono da venerdì sera e finiscono il lunedì mattina. Se c’è un ponte o, normalmente a capodanno, se si entra subito si può rimanere dentro anche 4 o 5 giorni. Dentro c’è di che mangiare o per sdraiarsi, a prescindere che poi si dorma o meno. Sono rari, ma succedono ogni tanto, i casi in cui il club si presta ad operazioni meramente commerciali. È stato il caso (era presente chi scrive) del lancio dell’album Artpop di Lady Gaga nel 2013, quando la popstar ha presentato in anteprima alcune sue canzoni durante un party ad inviti, o della presentazione della collezione di Bottega Veneta ad aprile 2021. Puntualmente se ne parla sui media locali, e anche, qualche volta, su quelli internazionali, girando sempre intorno allo stesso dubbio: senza il mistero che lo avvolge, il Berghain sarebbe comunque il Berghain?
