

Grazie maestro. Arnaldo Pomodoro si è spento a 99 anni
È scomparso a 99 anni Arnaldo Pomodoro, maestro dell’arte italiana del 900 che con la sue grandi sculture ha illuminato e cambiato il volto delle città nel mondo
Potente, con quel segno mai eccessivo, calibrato che non perdeva la preziosità del cesello orafo (veniva da lì) né la maniacale cura del dettaglio, Arnaldo Pomodoro è l’ultimo dei grandi padri fondatori dell’arte italiana del secondo dopoguerra ad andarsene. A rimanere per continuare a raccontarci di lui la scia molto, moltissimo: dai monumentali bronzi – che siano sfere, dischi, colonne – con cui ha firmato con il suo tratto inconfondibile le capitali di tutto il mondo, alle fusioni di dimensioni più domestiche che impreziosiscono le più importanti collezioni, fino a quella fondazione che aveva voluto fortemente impegnandosi in prima persona.

Un luogo che non aveva voluto per autocelebrarsi, (non ne aveva certo bisogno) ma per farne «un luogo attivo e vivo di elaborazione culturale». A testimoniarlo rimangono la mostra inaugurale dedicata a una carrellata di impatto museale sulla scultura italiana del Novecento, l’antologica in onore dell’amico pittore Gastone Novelli (una mostra di grande lievità e insieme spessore che gli spazi industriali della Fondazione di via Solari seppero accogliere con delicata amorevolezza) e poi la mostra di Iannis Kounellis, altra esposizione che ti saresti aspettato a un Guggenheim per la portata e il peso.

Se n’è andato allo scoccare dei 99 anni, buon compleanno maestro.