Che spettacolo sotto il ghiaccio: il mondo incantato di Alban Michon

Che spettacolo sotto il ghiaccio: il mondo incantato di Alban Michon

di Simona Santoni

Le avventure estreme di Alban Michon,
esploratore francese che ama immergersi sotto iceberg e lastre polari, tra orsi e molluschi danzanti. «Una poesia infinita in un inferno assoluto»

Il ghiaccio è vivo e ha storie da raccontare. Là sotto, il mondo polare è d’una poesia infinita in un inferno assoluto». Alban Michon ha sorriso entusiasta e occhi celesti che si illuminano quando parla di iceberg e lastre ghiacciate che esplora… nuotandoci sotto. «È freddissimo, ma fiabesco». Francese, appassionato di immersioni subacquee, Michon ha compiuto spedizioni eccezionali in ambienti estremi. Nel 2010, avanzando sugli sci per 45 giorni sulla banchisa artica, si è tuffato sotto il Polo Nord geografico. Due anni dopo ha percorso 1.000 km in kayak lungo la costa orientale della Groenlandia, fermandosi a osservare gli iceberg (da sotto).

Nel 2018 ha viaggiato in solitaria per 62 giorni lungo il leggendario Passaggio a Nord -Ovest, nel Canada più settentrionale, toccando temperature impossibili, fino a -55°. Sempre documentando le minacce del riscaldamento globale. «L’impresa che ho amato di più? Quella groenlandese», dice. «Ho viaggiato in luoghi ostici e meravigliosi, insieme al mio amico Vincent Berthet. Non sono esperto di kayak e avevo male dappertutto; ci sono stati anche frangenti complicati». È lì che ha nuotato insieme a un orso polare. «È stato pazzesco e irrazionale», e ha qualcosa di sognante nello sguardo quando lo ricorda. «Risalivo da un’immersione, era sopra di me e le mie bolle d’aria lo hanno toccato. Ha tuffato il muso per guardarmi, forse pensava che fossi una foca. Poi si è allontanato. Quando ho messo la testa fuori è tornato velocemente indietro e si è fermato a 3-4 metri. Ci siamo guardati negli occhi: è stato un momento molto forte. Poi si è voltato ed è andato via»


Il 2025 è l’anno della conservazione dei ghiacciai e Michon è in prima fila, come testimone del loro ritiro. «Non serve arrivare ai confini del mondo per notarlo. Ho una scuola di immersioni a Tignes, in Savoia, lo vedo da 25 anni: il ghiacciaio della Grande Motte ogni estate diminuisce». La prossima missione si chiama Biodysséus: sei mesi nelle profondità dell’Oceano Artico, dentro un laboratorio sottomarino, a raccogliere dati per anticipare i cambiamenti climatici. «A fine anno la prima tappa dell’avventura: installeremo un modulo della stazione di ricerca. Il mio compito è portare gli scienziati nel cuore del reattore climatico, l’Artide. Non abbiamo altra scelta che dare soluzioni: il futuro è ancora da scrivere». Approverebbe Jacques Cousteau, pioniere dell’esplorazione e sua fonte d’ispirazione. Michon ha un ottimismo propositivo. Ci confessa anche che, quando è in immersione, a volte canta e balla.«Perché sono felice di essere lì». Ma il ghiaccio non è tutto uguale e, ogni volta, gli restituisce emozioni diverse. «Quello di un lago rilassa: sotto ci sono cristalli che brillano e giochi di luce bellissimi. Sotto un iceberg, invece, è impressionante: si muove lentamente, si sente la sua minacciosità». Ed è lì che Michon si estasia di fronte a bolle d’aria intrappolate da migliaia di anni o al walzer dei molluschi chiamati angeli di mare. «In questo ambiente così provante, queste creature simili a farfalle sottomarine volano e scintillano. È commovente. È questa poesia artica ad attrarmi irrimediabilmente».

Photo by Thomas Vollaire