Festival di Sanremo 2025, terza serata: i voti da zero a dieci
Victoria e Simon Le Bon (Photo byGetty Images)

Festival di Sanremo 2025, terza serata: i voti da zero a dieci

di Simona Santoni

Brunori Sas incanta ancora con la sua raffinatezza cantautoriale, i Coma_Cose divertono, Noemi graffia… Ma è per i Duran Duran che il pubblico si leva in piedi, in un revival anni ’80 travolgente

Sono solo canzonette, eppure tengono mezza Italia incollata a tv e stream. Tra il synth pop inossidabile dei Duran Duran e il folk rock da saloon e armonica a bocca di Edoardo Bennato, vola via anche la terza serata del Festival di Sanremo 2025.

All’Ariston ad esibirsi sono solo 14 dei 29 big in gara. Al termine, la finale della categoria Nuove Proposte ha incoronato come vincitore Settembre. Ha avuto la meglio su Alex Wyse. I due finalisti erano stati decretati dalla sfida a quattro della seconda serata.

Dopo l’apertura affidata a Bennato e alla sua hit Solo sono canzonette, sul palco si sono susseguiti, tra i vari, Brunori Sas nella sua raffinatezza cantautoriale, Joan Thiele dal pop intrigante, Noemi di sentimenti e graffi, Tony Effe in romanesco e tatuaggi…

Settembre
Photo by Daniele Venturelli/Daniele Venturelli/Getty Images
Settembre

40 anni dopo, il ritorno dei Duran Duran

Era il 9 febbraio del 1985 e una folla di ragazzine in delirio accolse i Duran Duran, ospiti del Festival di Sanremo. Era Duran Duran-mania e la città dei fiori subì un’invasione di fan, come non si era visto mai. Accolto da Pippo Baudo, Simon Le Bon, quello che l’anno dopo avrebbe ispirato il film Sposerò Simon Le Bon, arrivò con un piede ingessato, aiutandosi con un bastone. Pur se non poté librarsi in salti, fu un successo.

Quarant’anni dopo la band torna all’Ariston ed è un tuffo travolgente negli anni Ottanta. Con energia disinvolta, da artisti consumati, i quattro di Birmingham portano un medley dei loro brani più celebri, da Invisible a Notorious e Ordinary world.

E poi ecco sopraggiungere Victoria dei Måneskin, in tacchi a spillo, chitarra e boa di piume ai polsi. Salta, si muove elettricamente sul palco, e insieme ai Duran Duran suona Psycho killer e Girls on film. «Amiamo questa ragazza», dice Simon.
Non può mancare l’hit più travolgente del gruppo inglese. «Volete che facciamo Wild boys?!», chiede il frontman. La risposta del pubblico, che si leva in piedi alzando i braccialetti luminosi, è scontata. Simon Le Bon intanto brilla, nella sua giacca che è un mosaico di specchi.

I primi cinque classificati della terza serata del Festival

Al termine della terza serata sono state svelate le prime cinque posizioni della classifica parziale, senza ordine di piazzamento. Come ieri, il voto è stato per metà del pubblico a casa, tramite il televoto, e per metà della giuria delle radio.

Dei 14 big esibitisi, ecco i primi cinque classificati, in ordine casuale:

  • Coma_Cose;
  • Brunori Sas;
  • Irama;
  • Olly;
  • Francesco Gabbani.
Duran Duran
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Simon Le Bon, John Taylor e Dom Brown dei Duran Duran sul palco dell’Ariston

Le pagelle della terza serata del Festival di Sanremo 2025

E ora i nostri voti da 0 a 10 alla terza serata del Festival di Sanremo 2025, delle pagelle scanzonate sui generis ispirate a quelle dello sport.

ZERO – Zero. Come il numero di momenti morti di questo Festival, che procede a ritmo serrato, seguendo la tabella di marcia di scalette e orari del matematico Carlo Conti, senza inflessioni. Alle 20.57 il via con l’esibizione di Clara? Missione compiuta. Alle 22.21 sul palco Olly, l’ottavo big in gara? Sì, come da copione.

UNO – Ne è rimasto solo uno, Settembre. È lui il vincitore delle Nuove Proposte.

A fatica riesce a contenere l’emozione Settembre, vero cognome di Andrea Settembre, 23 anni, napoletano, prima passato tra diversi programmi canori televisivi, da Io canto a The Voice of Italy fino a X Factor. All’Ariston ha portato Vertebre, brano sulla sua generazione fragile, di ambizioni e incertezze, già schizzato negli ascolti di Spotify.

«Non ci credo, grazie a tutti», le parole di Settembre. «Non sono abituato: io nella vita ho vinto perché ho una famiglia che mi ama, ho un tetto sulla testa. In quello ho vinto, in questo non ho mai vinto. Tanta gente non ha creduto in me e anche io non ho creduto in me per colpa loro».

Ha avuto la meglio su Alex Wyse, 24 anni, comasco, nome d’arte di Alessandro Rina. Cantautore, grazie alla sua canzone Sogni al cielo fu tra i concorrenti di Amici nel 2022. Già aveva provato a entrare a Sanremo Giovani l’anno scorso, ma non aveva convinto Amadeus. Questa volta ce l’ha fatta, fino al secondo posto, con Rockstar, brano che insegue il sogno di libertà assoluta.

Elettra Lamborghini
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Elettra Lamborghini

DUE – Sono ancora loro due, Fausto Lama e California, i più spiritosi ed esteticamente intriganti! Stasera il duo Coma_Cose, elegantemente retrò, sembra uscito dagli anni Quaranta. E la loro canzone Cuoricini, mentre si fa beffe dell’abuso di smartphone e social, scalpella la memoria, attaccandosi con le unghie. In pochi istanti è già tormentone. Irrimediabilmente. Piacevolmente.

TRE – Tre come le co-conduttrici che Conti ha voluto accanto per la terza serata. Giocosa e disinvolta Myriam Leone, bellissima con i suoi occhi di stagno e cenere. Spigliata ed energica Elettra Lamborghini, elegante come non mai e per fortuna senza twerking: fa subito centro con il primo abito in bianco, aderente e lungo fino ai piedi, con ricami floreali neri che esaltano il corpetto.

La comicità più crepitante è affidata a Katia Follesa, che al maître di sala dice: «Grazie che mi hai voluto proprio qua in questa edizione che ha più conduttori che cantanti in gara».

QUATTRO – Si balla con loro quattro. Shablo insieme a Guè, Joshua & Tormento servono la loro “street song”, La mia parola, che si insinua strisciante con un sound suadente, mentre intanto cantano di una città di smog e cemento, dove “la gente muore e vive / senza soldi e alternative”. Danzatrici ballano alle loro spalle, in tonache bianche: la coreografia è semplice ma vincente.

Tony Effe
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Tony Effe

CINQUE – Cinque al bacio tra Simon Le Bon e Katia Follesa in abito da sposa (stile Sposerò Simon Le Bon) a salutare l’uscita di scena dei Duran Duran. Dopo l’incontro di labbra tra Pippo Baudo e Luciana Littizzetto a Sanremo 2003, dopo quello tra Maria De Filippi e Robbie Williams nel 2017, sempre sotto gli occhi di Conti, ci saremmo risparmiati un altro bacio da baraccone. E anche il buon Simon, dallo sguardo rassegnato, ne avrebbe fatto volentieri a meno.

SEI – Sei ai look maschili degli artisti in gara, con nota di merito ad Alex Wyse. Senza Achille Lauro, che gioca con la moda e trova il buongusto anche in ogni più ardita sperimentazione, è mancata verve agli outfit sul palco. Attendiamo trepidamente le ultime due serate per vedere il cantante romano flirtare di nuovo con l’alta sartoria. Nella sua svolta stilistica, finora si è affidato a Dolce & Gabbana per reinterpretare l’iconografia dei grandi divi del passato. Lauro, ti aspettiamo!

SETTE – Sette a Tony Effe. Il rapper si è tolto l’abito bianco da gentleman, con cui aveva stupito durante la prima serata, e ha scoperto tutti i suoi tattoo, prima messi sotto a strati pesanti di fard. Preferivamo la versione da rendez-vous chic a quella da club underground, ma Damme ‘na mano, con quei versi semplici e diretti che rievocano Califano, a Tony Effe una mano la dà.

Brunori Sas
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Brunori Sas

OTTO – Otto a Noemi, che in Se ti innamori muori canta la paura di amare. La sua voce roca e accattivante sembra consumata da infinite battaglie. Graffia.

NOVE – Nove al momento dedicato al Teatro Patologico, così toccante. L’associazione si occupa di trovare un contatto tra teatro e malattia mentale. E i ragazzi, sul palco, “più forti una bomba atomica”, hanno emozionato. Potente il refrain che hanno recitato: “il potere del corpo, l’armonia dell’anima, vince sempre la pace dove regna la musica”. Impossibile non avere gli occhi lucidi.

DIECI – Dieci a Brunori Sas, con il suo cuore da padre. Essenziale, elegante, dolcemente caldo. È il suo Festival. Standing ovation meritatissima. Il suo brano L’albero delle noci racconta la gioia e la paura di essere genitori. “E a tutta questa felicità io non mi posso abituare / Perché conosco il sogno del faraone / Le vacche grasse e le vacche magre / E che si può cadere da una distanza siderale”. Ma lui a Sanremo non cadrà, ne siamo certi.