L’intelligenza artificiale segnerà la fine della fotografia?
Eye 4 detect perceive explore, 2023 Courtesy Milo Poelman - Text-Davinci 003

L’intelligenza artificiale segnerà la fine della fotografia?

di Elena Bordignon

L’intelligenza artificiale ha iniziato ad avere un impatto notevole nel mondo della fotografia, cambiando il modo in cui creiamo e vediamo le immagini

Esistono tantissimi premi dedicati alla fotografia, dal Premio Pulitzer per il miglior servizio fotografico, a quelli più nostrani, magari votati alla produzione di belle immagini, dove punti di vista eccentrici e atmosfere suggestive hanno la meglio. Tra i tanti premi dedicati ai giovani talenti c’è il Sony World Photography Awards: un premio all’inclusività e al sondare e interpretare temi attuali. Un paio di anni fa il fotografo Boris Eldagsen ha attirato l’attenzione per aver vinto il Sony Awards con la foto “The Electrician”. A fare scalpore è stato in realtà il suo rifiuto: Eldagsen ha declinato il premio rivelando che la sua immagine non era una fotografia bensì una creazione generata utilizzando l’intelligenza artificiale

Cinica trovata o riflessione sul futuro della fotografia? Alcuni hanno messo in dubbio il suo buon proposito di utilizzare l’immagine come esperimento per sfidare la stessa idea di competizione e stimolare così un discorso sulla legittimità della fotografia contemporanea.  Sebbene le immagini generate dall’intelligenza artificiale esistessero già dagli anni ’60 nelle sperimentazioni degli artisti che esploravano il potenziale dei computer nell’arte, è solo in tempi recenti che abbiamo assistito all’emergere di immagini veramente realiste. Una delle rivoluzioni più sostanziali per la fotografia generata dall’intelligenza artificiale è lo sviluppo dell’algoritmo di deep Learning di OpenAI, CLIC (Contrastive Language-Image Pretraining) nel 2020. CLIP combina perfettamente l’elaborazione del linguaggio naturale e la visione artificiale, che gli consente di comprendere e analizzare efficacemente le connessioni tra parole e immagini. 


Boris Eldagsen, The Electrician, 2023 © Boris Eldagsen

Tutto ciò sta destando preoccupazioni etiche: le ‘foto’ generate dall’intelligenza artificiale possono essere utilizzate per diffondere teorie del complotto, propaganda e altri scopi nefasti. Mentre il fotoritocco e la manipolazione hanno fatto parte della fotografia sin dal suo esordio come mezzo espressivo, esiste una distinzione tra l’editing tradizionale e la creazione di immagini interamente generate dall’intelligenza artificiale, un campo in continua evoluzione e una sfida per i fotografi “veri”.
Abbiamo selezionato una serie di fotografi che utilizzano l’AI in modo decisamente originale. 


Akosua Viktoria Adu-Sanyah , c-print

L’artista e fotografa svizzero-ghanese Akosua Viktoria Adu-Sanyah, utilizza tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale nelle sue opere, per esplorare temi come identità, memoria e geografie culturali. Integra strumenti digitali e AI per espandere le possibilità narrative e visive, creando opere che mettono in discussione i confini tra reale e virtuale. Nel 2024 ha partecipato alla mostra collettiva “Photography Through the Lens of AI” presso Foam ad Amsterdam, che esplorava l’intersezione tra arte, tecnologia e società, evidenziando come i recenti progressi dell’ AI influenzino la nostra relazione con le immagini e la percezione della realtà.


Alexey Chernikov, One Last Journey

Alexey Chernikov integra l’intelligenza artificiale nella sua pratica fotografica, dando vita a progetti come “One Last Journey”dove ha utilizzato l’IA per generare immagini che imitano l’estetica delle fotografie Polaroid. Ha creato descrizioni testuali di un viaggio immaginario di una coppia, inserendole in un software di generazione di immagini basato sull’IA, come Midjourney. Le immagini risultanti sono state poi stampate su pellicola Polaroid utilizzando un dispositivo apposito, combinando così tecniche tradizionali e innovative. 


Louisa Clementre, Counterpain, 2021 – Courtesy Cassina Pérojects, Milan

L’artista tedesca Louisa Clement esplora il rapporto tra tecnologia, identità e umanità, integrando spesso l’IA nelle sue ricerche. Nelle sue opere, Clement sviluppa avatar digitali e robot che riflettono sugli aspetti psicologici, sociali e politici dell’identità contemporanea. Uno dei suoi progetti più noti, Avatars, include la creazione di alter ego digitali che interagiscono con il pubblico e con l’artista stessa, sollevando domande su autenticità, presenza e sulla natura della comunicazione in un’epoca sempre più dominata dalla tecnologia.


SUN (Philip Schütte and Random Studio). .

Philip Schütte è un artista tedesco con un background in psicologia, fotografia e media interattivi. Nei suoi lavori, esplora l’interazione tra tecnologia e vita quotidiana, utilizzando spesso tecnologie avanzate per creare esperienze artistiche coinvolgenti. Nell’installazione interattiva “SUN”, realizzata in collaborazione con Random Studio, gli spettatori possono controllare il movimento del sole su un paesaggio digitale utilizzando una grande palla rimbalzante. Questo progetto combina elementi fisici e digitali per riflettere su come la tecnologia modella la nostra percezione del mondo.


Brea Souders, Vistas

L’artista americana Brea Souders è nota per il suo lavoro sperimentale che combina fotografia, collage e tecnologie avanzate, tra cui l’IA. In alcuni progetti, Souders ha integrato algoritmi di intelligenza artificiale per generare immagini o per rielaborare materiale fotografico esistente. Un esempio significativo è il suo progetto “Vistas”, in cui utilizza strumenti di IA per analizzare e reinterpretare immagini trovate. In questo processo, la tecnologia non è solo un mezzo tecnico, ma diventa anche una lente critica per indagare i temi della frammentazione e della soggettività dell’immagine contemporanea.


Alexey Yurenev, SILENTHERO, 2019 on going

Alexey Yurenev è un fotografo e ricercatore visivo interessato a come la tecnologia influenzi la produzione di conoscenza e la memoria collettiva. Nei suoi progetti impiega vari media, tra cui la fotografia, il video, gli archivi e il machine learning, per creare metodologie multivocali che penetrano le narrazioni tradizionali delle storie culturali stabili. Nel suo progetto “Silent Hero”, iniziato nel 2019, ha esplorato le capacità e i limiti di tecnologie come il machine learning, la fotografia e l’imaging forense per avvicinarsi a storie, in particolare a un episodio familiare della Seconda Guerra Mondiale.


Miti Ruangkritya,, Space shift

Miti Ruangkritya, fotografo e artista tailandese, utilizza l’intelligenza artificiale in alcuni dei suoi lavori più recenti, specialmente in progetti che esplorano temi legati all’urbanizzazione, alla tecnologia e al futuro. Un esempio significativo è il suo progetto “Imagining Flood” in cui combina fotografie scattate nelle aree urbane di Bangkok con tecnologie di intelligenza artificiale per immaginare scenari distopici di inondazioni, creare ambientazioni che rappresentano i cambiamenti climatici e le trasformazioni urbane.