Non credo ai miei occhi: intelligenza artificiale e fake news
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Non credo ai miei occhi: intelligenza artificiale e fake news

di Umberto Schiavella

L’AI viene sempre più usata per falsificare la realtà, trasformandosi in strumento di disinformazione, il più grande pericolo globale a breve termine

Qualche tempo fa è apparso sui social un video dove la cantante Taylor Swift, in perfetto stile Giorgio Mastrota, promuoveva una collaborazione con un rinomato marchio franco-belga, per regalare ai suoi fan un lotto di costose pentole professionali. Un’offerta limitata, da cogliere al volo pagando solo le spese di spedizione. Una truffa online, ovviamente. Ma quello che all’apparenza può sembrare un semplice video taroccato, in realtà nasconde qualcosa di ben più inquietante che anticipa uno scenario futuro, ovvero come cambierà per sempre il modo di creare e diffondere false notizie.

Come spiega Fabio Giglietto, professore di Internet Studies all’Università di Urbino: «Stiamo iniziando a vedere degli esempi che fanno capire un po’ come ci si muoverà. Oggi è frequente incontrare su TikTok, o su altri social di questo genere, i cosiddetti video deepfake, solitamente video di personaggi famosi che vengono riprodotti per pubblicizzare una cripto valuta o qualche tipo di imbroglio online, ed è pensabile che questa sia la direzione».

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale ha incrementato il fenomeno delle fake news. Accanto a strumenti che consentono di produrre testi, varianti di testi o testi in lingue diverse, esistono tool sempre più semplici e precisi per realizzare dei video in grado di riprodurre fedelmente persone esistenti nella vita reale falsificandone l’aspetto e la voce. E spesso sono proprio le celebrità a essere clonate generando confusione in chi apprende le notizie soprattutto dai social.

intelligenza artificiale
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Immagine generata digitalmente

«Tradizionalmente», sottolinea Giglietto, «i personaggi famosi hanno svolto un ruolo nella disinformazione, dai classici scam legati alla morte di qualche vip a queste evoluzioni più recenti». La manipolazione delle immagini o dei video attraverso l’intelligenza artificiale è un fenomeno in pieno sviluppo. Subdola e dai tratti oscuri, è l’arma migliore per propagare la disinformazione: del resto, tutti noi finiamo per credere a quello che vediamo, o pensiamo di vedere, con i nostri occhi.

Secondo il Global Risks Report 2024 del World Economic Forum la disinformazione spinta dall’intelligenza artificiale costituisce il più grande pericolo globale a breve termine. Un rischio che potrebbe diventare più acuto in vista delle elezioni previste quest’anno in Europa, in Russia e negli Stati Uniti. «È questo che sento dire da molti degli esperti con i quali sono in contatto e penso che sarà così», continua il professore, «ma non credo che queste forme di influenza avvengano in tempi rapidi, cioè che una campagna di disinformazione organizzata nei mesi precedenti un’elezione possa avere veramente un impatto decisivo. Quello che invece, secondo me, sta avendo e ha avuto un impatto decisivo, è stato formare l’opinione delle persone sulla delegittimazione della classe politica, su quanto valga la pena impegnarsi in politica o addirittura andare a votare. Questi sono i temi sui quali i gruppi che diffondono la disinformazione lavorano da tanti anni sempre nella stessa direzione facendo breccia in modo significativo. È importante guardare a quello che succederà quest’anno, potrebbero esserci delle sorprese».