Georges Demeny, Crono-fotografia di un esercizio alla sbarra, 1906, fotografia in bianco e nero
Courtesy of the artist
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Rainer Martini, Salto in alto, Passau, Baviera, luglio 2011 (stampa del 2016)
Courtesy of John Dominis/Getty Images
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John Dominis, Podio americano, gli atleti Tommie Smith (al centro) e John Carlos (a destra), primo e terzo posto, vincitori della gara dei 200 metri, protestano con il saluto del Black Power, Città del Messico, 19 ottobre 1968 (stampa del 2016)
Courtesy of the Staley-Wise Gallery, New York
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Howard Schatz, Boxing Study 1805 Sergio Martinez, 2010, dalla serie “At the Fights: Inside the World of Professional Boxing”
Courtesy of the artist
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Gerard Rancinan, Laura Flessel, 2001
Courtesy of the artist
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Lourdes Grobet, Blue Sentado, dalla serie “Lucha Libre”, circa 2005
Catturare il movimento, l’emozione, lo sforzo fisico e mentale, il brivido della vittoria. È questo il difficile compito di chi fotografa lo sport, che da dietro le quinte dell’azione riesce a fermare l’attimo fugace e immortalarlo in un momento memorabile, per lo sportivo, per il pubblico, per l’intera nazione.
A questi forotografi il Brooklyn Museum di New York dedica una mostra che inaugura il 15 luglio intitolata ‘Who Shot Sports: A Photographic History, 1843 to the Present’(fino al 8 gennaio 2017), la più ampia analisi mai prodotta della fotografia sportiva che mette in evidenza l’estetica e il significato storico e culturale di queste immagini e di questi artisti nella storia dello sport.
La mostra comprende circa 230 scatti di più di 170 autori che vanno dai dagherrotipi e stampe su carta salata alle immagini digitali, includendo una grande varietà di discipline sportive e atleti provenienti da tutte le parti del mondo.
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