Dal 13 Giugno alla Galleria Carla Sozzani gli scatti del fotografo che raccontò la New York di Andy Warhol

‘Se immaginavo l’impatto che avrebbero avuto le mie foto, a tanti anni di distanza? No, ho sempre fatto quello che amavo, fotografato chi ritenevo interessante, e quando fai le cose che ami, la gente se ne accorge. Con Andy volevamo fare qualcosa che avesse un valore storico: è nata da lì l’idea di ispirarsi alle foto di Man Ray, che aveva ritratto Marcel Duchamp nei panni del suo alter ego femminile Rrose Selavy’.

All’apertura della retrospettiva a lui dedicata alla Galleria Carla Sozzani, Christopher Makos, completo floreale e lo stesso caschetto biondo da quarantanni, spiega così la nascita delle Altered Images, la serie di sue foto che da il nome alla mostra, nelle quali Andy Warhol interpreta la mutevolezza dell’animo e del corpo umano travestendosi da donna. 

 Allievo di Man Ray, il merito di aver scoperto il talento da reporter di Makos  è proprio di Warhol, che lo definirà come ‘il più contemporaneo tra i fotografi americani’  affidandogli la direzione artistica di molti dei suoi progetti,  e permettendogli di osservare, con il suo sguardo fresco, da outsider, una scena, quella della New York a cavallo tra i settanta e gli ottanta, ormai entrata nell’immaginario comune coi contorni di una leggenda. Le notti infinite allo Studio 54, la quotidianità, tutto fuorché ordinaria, della Factory, attraverso i volti dei suoi principali protagonisti: Jean Michael Basquiat, Keith Haring, Grace Jones, Mick Jagger, Blondie, Iggy Pop, Alice Cooper, Salvador Dalì e il Duca Bianco David Bowie, tanto per citarne alcuni (leggi anche della mostra di Harry Benson, il fotografo dei Beatles).

 A sottolineare il carattere iconico di queste immagini, una capsule collection di Ports 1961, composta da tre t-shirt con le stampe della celebre serie, in vendita da 10 Corso Como. Una capsule in fieri, che seguirà la mostra nel suo percorso itinerante, arricchendosi di un nuovo pezzo in esclusiva per ogni città, dalla cappa realizzata per Shangai alla biker jacket per Londra. Un progetto fortemente voluto dalla designer del marchio, Fiona Cibani, presente all’apertura con indosso una delle tre t-shirt realizzate. ‘Amavo le foto di Makos sin da quando ero un adolescente, negli anni ottanta, le avevo viste al MET di New York. Poi l’ho conosciuto, ed è stato amore a prima vista. Abbiamo collaborato con facilità, è una persona dai modi affabili, diversa da come ti immagineresti un artista del suo calibro, tanto che sto già immaginando una nuova collaborazione. Solo che lui ancora non lo sa.’

 Christopher Makos, Altered Images alla Galleria Carla Sozzani, Milano fino al 3 Agosto