Le mostre ‘Must to see’ di marzo
Refik Anadol - Living Architecture - Guggenheim Bilbao

Le mostre ‘Must to see’ di marzo

di Elena Bordignon

Abbiamo selezionato alcune tra le mostre più attese degli ultimi mesi, toccando Parigi, Firenze, Bilbao e Brussels, tra grandi nomi e temi importanti.

Molte delle mostre ‘must to see’ che abbiamo selezionato girano attorno a un tema tanto classico quanto ancora tutto da esplorare: il corpo. Dalla grande mostra ‘corpo e anima’ alla Bourse du Commerce di Parigi ai corpi ibridi e inquietanti di Berlinde De Bruyckere al Bozar di Brussels, alle storie intime e passionali di Tracy Emin a Palazzo Strozzi a Firenze. Accanto all’arte contemporanea, due mostre dedicate ai maestri del ‘900, come Felice Casorati e Leonor Fini. Ci siamo concessi due devizioni al ‘tema’ con la mostra alla Tate dedicata a opere d’arte leggendarie dell’era pre-internet e con la spettacolare installazione di Refik Anadol  al Guggenheim di Bilbao. Un viaggio tra corpi, intelligenza artificiale ed esistenze esemplari da scoprire.

“Corps et âmes”, alla Bourse du Commerce di Parigi

Dal 5 marzo al 25 agosto 2025, Bourse du Commerce di Parigi ospita “Corps et âmes”, una approfondita selezione di opere che raccontano la rappresentazione del corpo nell’arte contemporanea. Da Auguste Rodin a Duane Hanson, da David Hammons a Marlene Dumas, da Arthur Jafa ad Ali Cherri: circa quaranta artisti – provenienti dalla Pinaul Collection – hanno utilizzato pittura, scultura, fotografia, video e disegno per esplorare le connessioni tra corpo e anima. Liberato da ogni costrizione mimetica, il corpo – fotografato, scolpito, disegnato, filmato o dipinto – non cessa di reinventarsi, conferendo così all’arte una qualità organica essenziale che le consente, come un cordone ombelicale, di tastare il polso del corpo e dell’anima umana.

L’architettura viva di Refik Anadol  al Guggenheim di Bilbao

Fondendo architettura, intelligenza artificiale e arte l’artista Refik Anadol (1985, Istanbul) rilegge e trasforma le idee progettuali di Frank Gehry in visioni totalizzanti e immersive. Il Guggenheim di Bilbao presenta dal 7 marzo al 19 ottobre 2025 l’installazione di Aanadol Architettura viva (Living Architecture): una libera interpretazione dei progetti architettonici di Gehry, per restituirli trasformati in racconti visivi dinamici mediante forme generate dall’IA. L’installazione comprende l’impiego del Large Architectue Model (lAM): un innovativo modello di intelligenza artificiale sviluppato dallo studio dell’artista, il Refik Anadol Studio. Per rendere più coinvolgente e suggestiva l’installazione è accompagnata da un paesaggio sonoro composto appositamente da Kerim Karaoglu, da anni collaboratore dell’artista. Per rendere ancora più intensa la sensazione di totale immersione nell’opera, l’audio include registrazioni provenienti dal Museo Guggenheim Bilbao. 


Refik Anadol – Living Architecture – Guggenheim Bilbao

L’irriverente Tracey Emin a Palazzo Strozzi, Firenze

Palazzo Strozzi dedica a Tracey Emin, l’artista britannica tra le più conosciute e influenti al mondo, una grande mostra dal titolo Sex and Solitude. Artista poliedrica e profondamente viscerale, Emin spazia con il suo lavoro dalla pittura al disegno, dalla fotografia alla scultura, sperimentando tecniche e materiale disparati come il ricamo, il bronzo e il neon.  Per molti versi, già il titolo, sintetizza appieno quella che è la sfera tematica da sempre indagata dall’artista – il sesso e la solitudine -, temi che si ritrovano con forza nelle 60 opere in mostre in un percorso che attraversa diversi momenti della sua carriera, dagli anni ’90 ad oggi. Corpo, desiderio, amore, sacrificio, dolore: queste e altre solo le parole chiave per entrare in connessione con la ricerca dell’artista, abile nel traferire momenti intimi e privati in metafore esistenziali in cui tutti possiamo ritrovarci.

Berlinde De Bruyckere al Bozar di Brussels 

Con oltre 50 opere, il Bozar di Brussels presenta al meglio una delle scultrici contemporanee più stimate e riconosciute al mondo: Berlinde De Bruyckere (1964, Ghent). Percorrendo oltre 25 anni della sua carriera, il museo presenza sculture e installazioni monumentali, oltre a lavori più piccoli e opere su carta. Per dare risalto alla bravura di questa importante artista, la mostra è stata sviluppata per mettere in dialogo i suoi lavori con opere di altri artisti, sia storici che contemporanei, come Lucas Cranach a Pier Paolo Pasolini e Patti Smith. De Bruyckere crea sculture coinvolgenti utilizzando materiali non convenzionali come cera, pelli di animali, capelli, tessuti e piombo. Fin dal suo esordio negli anni ’80, la De Bruyckere  si è concentrata su temi universali come sofferenza e vulnerabilità, desiderio di vita e paura della morte, bellezza e transitorietà, speranza e desiderio.

Thomas Schütte e Tatiana Trouvé protagonisti a Venezia

Thomas Schütte e Tatiana Trouvé sono i protagonisti delle retrospettive del 2025 della Pinault Collection, ospitata dal 6 aprile, rispettivamente a Palazzo Grassi e Punta della Dogana. La prima grande mostra italiana dedicata all’artista tedesco Thomas Schütte, invade gli spazi di Punta della Dogana. La condizione umana è al centro della ricerca dell’artista, il cui lavoro, inclassificabile e proteiforme, mescola tecniche e generi. Con uno sguardo inquieto e ironico, l’artista produce sculture, modelli, fotografie, disegni, incisioni, in un repertorio in fieri che mira a distorcere la nostra percezione del reale. L’esposizione dedicata a Tatiana Trouvé, è la risposta, complessa e ambiziosa, all’invito carte blanche rivolto da Pinault Collection ai protagonisti della scena artistica contemporanea internazionale. La prima grande monografica italiana dell’artista si sviluppa all’interno di Palazzo Grassi, punto di partenza per la creazione di opere inedite – sculture, disegni e installazioni site-specific – esposte in dialogo con lavori dell’ultimo decennio.

Shirin Neshat al PAC di Milano

Con un percorso che tocca oltre trent’anni della sua carriera, il PAC di Milano omaggia la grande artista iraniana Shirin Neshat (1957, Qazvin). In mostra quasi 200 opere fotografiche e video-installazioni, molte delle quali fanno parte di importante collezioni museali come quella del Whitney Museum, del MoMA, del Guggenheim di New York e della Tate Modern. Muovendosi tra diversi mezzi espressivi come  la fotografia, il video, il cinema e il teatro, la Neshat crea da sempre narrazioni liriche, dove fonde visioni politiche che mettono in discussione concetti basilari come potere, religione, razza e relazioni tra passato e presente, Oriente e Occidente, individuo e collettività. Da sempre è lo sguardo delle donne, la prospettiva con cui l’artista indaga la storia contemporanea, non solo del suo paese d’origine, l’Iran. 


Shirin Neshat, Rebellious Silence, 1994 © Shirin Neshat Courtesy l’artista e Gladstone Gallery

Sogni elettrici alla Tate Modern di Londra 

Da installazioni coinvolgenti a opere d’arte leggendarie dell’era pre-internet, questa imperdibile mostra alla Tate Modern esplora i mondi eternamente intrecciati dell’arte e della tecnologia. Con una oculata selezione di artisti, la mostra racconta come gli artisti hanno trovato modi per coinvolgere i sensi e giocare con la nostra percezione. Electric Dreams celebra i primi innovatori dell’arte optical, cinetica, programmata e digitale, che hanno aperto la strada a una nuova era di installazioni sensoriali immersive e opere generate automaticamente. Il progetto espositivo riunisce opere rivoluzionarie di una vasta gamma di artisti internazionali che si sono impegnati con la scienza, la tecnologia e l’innovazione dei materiali. In mostra ambienti psichedelici creati negli anni ’50 e ’60, costruiti utilizzando principi matematici, componenti motorizzati e nuovi processi industriali. Così come si può scoprire come gli artisti hanno abbracciato la nascita della tecnologia digitale negli anni ’70 e ’80, sperimentando con l’arte realizzata a macchina e i primi sistemi di home computing.

A Palazzo Reale Felice Casorati e Leonor Fini

Due grandi artisti del 900 sono i protagonisti a Palazzo Reale a Milano. Parliamo di Felice Casorati (fino al 29/06/25) e Leonor Fini  (fino al 22/06725).  Palazzo Reale rende omaggio al grande pittore Felice Casorati (Novara, 1883 – Torino, 1963) con una mostra che propone una rilettura complessiva del lavoro dell’artista, ripercorrendo in ordine cronologico le diverse stagioni della sua produzione, dagli esordi nei primi anni del Novecento fino agli anni Cinquanta. Sono oltre cento le opere in mostra, tra dipinti su tela e tavola, opere grafiche della stazione simbolista e bozzetti per il Teatro della Scala.
La mostra di Leonor Fini (Buenos Aires, 1907 – Parigi, 1996) – la prima grande retrospettiva mai realizzata finora – si presenta come un viaggio nell’universo visionario e ribelle dell’artista italo-argentina, celebre per il suo eclettismo e il suo essere poliedrica. Il percorso, oltre a celebrarne la versatilità e bravura, si snoda tra le tappe salienti della sua carriera. Leonor Fini ha affrontato, solitaria e da ribelle, i temi della società contemporanea, spaziando dalla messa in discussione del genere e dell’identità ai modelli consolidati di famiglia, mascolinità e femminilità.