Love and Sex: artisti contemporanei e la sessualità
Dai simboli sottintesi nei quadri rinascimentali, alle forme voluttuose di fiori e frutti nei quadri delle correnti storiche, alle scene più spinte dell’arte contemporanea: il sesso, l’intimità e il nudo hanno occupato un posto centrale nella storia dell’arte.
Desideri nascosti o veri e propri manifesti di liberazione sessuale: la sensualità ha permeato immaginari e visioni di molti artisti che, attraverso estro e ingegno, hanno espresso le tante sfumature del sesso e della sensualità. Dall’Origine du monde (1866) di Gustave Courbet – quadro dal grande virtuosismo tecnico e dall’ampia e sensuale pennellata – gli artisti hanno a lungo utilizzato la nudità del corpo per sondare la complessità dell’erotico e dell’intimo. Anche oggi questa tradizione continua, ma in un modo che riflette i tempi contemporanei, forse più spudorati e più complessi proprio perché senza filtri. E’ soprattutto la pittura che diventa mezzo espressivo per rivelare cosa ‘bolle’ sotto la superficie epidermica. Sovversivi, arditi, a volte oltraggiosi, abbiamo selezionato una serie di artisti che tra forme di tenerezza e provocazione, tra vulnerabilità e audacia raccontano le tante forme della sensualità.

John Currin
John Currin (1962, Colorado, USA) è noto per i suoi dipinti che fondono tecniche classiche con esplorazioni provocatorie di tabù sociali e sessuali. Ispirandosi alla ritrattistica dei grandi maestri, alle pin-up, alla pornografia e ai film di serie B, le sue opere bilanciano bellezza ed esagerazione grottesca, spesso raffigurando le donne in modi al tempo stesso seducenti, satirici e inquietanti. La sua pratica spazia da ritratti caricaturali e figure stilizzate a rappresentazioni esplicite di atti sessuali combinate con elementi tradizionali della natura morta. Dagli anni 2010, la sua attenzione si è rivolta ai nudi femminili di ispirazione manierista, spesso ispirati alla moglie, l’artista Rachel Feinstein, in cui sottili distorsioni e allungamenti ridefiniscono le forme classiche.
Tracey Emin
Tracey Emin (1963, Londra, Regno Unito) ha sviluppato una pratica poliedrica fin dai primi anni Novanta, spaziando tra pittura, disegno, incisione, film, fotografia, installazione, scultura e neon. Nota per il suo stile diretto e senza filtri, Emin trasforma esperienze personali, ricordi ed emozioni in opere al tempo stesso intime e universali, spesso legate alla sessualità e ai contrasti amorosi. Negli ultimi anni, i suoi dipinti sono diventati il centro della sua pratica artistica, in cui il suo atteggiamento spesso sfrontato e audace nei confronti del sesso sono presentati in modo potente e diretto. La pittura, nella sua pratica diventa epidermica, scottante, a volte oltraggiosa.
Salman Toor
Salman Toor (1983, Lahore, Pakistan) è noto per i suoi dipinti figurativi che raffigurano scene intime e quotidiane di giovani uomini queer, di colore, immaginati nella vita urbana contemporanea. Le sue tele bilanciano tenerezza e disagio, ritraendo spazi domestici sicuri e confortevoli accanto ad ambientazioni allegoriche caratterizzate da attesa, apprensione e tensione di appartenenza. Al centro della pratica di Toor ci sono i temi dell’identità, della vulnerabilità e della comunità all’interno dell’esperienza queer e diasporica. Attraverso rappresentazioni che oscillano dall’ordinario al memorabile, Toor ci offre una prospettiva profondamente riconoscibile che invita all’empatia attraverso la pittura.
Betty Tompkins
Nota per le sue rappresentazioni senza compromessi del corpo e della sessualità femminile, Betty Tompkins (1945, Washington, D.C., SUSA) dalla fine degli anni ’60, ha sfidato i tabù attraverso la sua serie Fuck Paintings, appropriandosi di immagini prodotte per il consumo maschile e riformulandole all’interno di dibattiti critici su rappresentazione, stile e scala. Descrivendosi come una “dissidente accidentale”, Tompkins ha trascorso cinque decenni a confrontarsi con la censura, ridefinendo al contempo il modo in cui il corpo e il desiderio sessuale delle donne possono essere rappresentati nell’arte.
Jenna Gribbon
I dipinti di Jenna Gribbon (1978, Tennessee, USA) esplorano le dinamiche del vedere e dell’essere visti attraverso ritratti intimi di amici, familiari, colleghi pittori. Spesso dipinte dalla sua prospettiva, i suoi quadri ci invitano ad immedesimarci con il suo ruolo d’artista, sperimentando sia l’atto dello sguardo che l’intimità dei suoi soggetti. La Gribbon racconta, con dense pennellate, spesso informali, i momenti più intimi e sensuali della sua vita personale in modo molto diretto e crudo.

Louis Fratino
Louis Fratino è un artista i cui dipinti e disegni del corpo maschile e degli spazi domestici catturano l’intimità e la tenerezza trovate nella vita quotidiana queer. Spesso nei sui quadri l’artista esplora i modi in cui le persone LGBTQ+ socializzano per sopravvivere nel mondo come “outsider”. Attingendo a fonti visive personali, Fratino contrappone l’immagine della famiglia a viscerali rappresentazioni omoerotiche come modo per rendere visivamente complesse le tensioni tra i due mondi. Connotato da un urgente carica emotiva la sua ricerca svela un ulteriore livello di risposta politica al clima sociale che le persone queer si trovano ovunque a dover affrontare.
Lisa Yuskavage
Lisa Yuskavage (1962, Filadelfia, USA) è ampiamente riconosciuta come una delle pittrici figurative più originali degli ultimi trent’anni. Combinando elementi figurativi e astratti, suoi dipinti mostrano uno spettro di personaggi resi attraverso il colore come principale veicolo di significato, creando dipinti che sono al tempo stesso esibizionisti e introspettivi, sfidando al contempo le convenzioni di genere e di pubblico attraverso scene intime e rappresentazioni cariche di sensualità di figure femminili.
Jenny Morgan
Nei suoi ritratti, Jenny Morgan (1982 Salt Lake City, USA) dipinge nudi fotorealistici, pervasi da colori fantastici, distorti da sfocature gestuali e talvolta incorniciati da forme astratte. I suoi soggetti sono spesso amici o autoritratti, poiché per l’artista è essenziale avere un legame personale con il soggetto. Facendo eco a questa intimità, le sue figure mantengono il contatto visivo per creare una connessione psicologica con l’osservatore.
Catherine Opie
Combinando la fotografia tradizionale con soggetti più sovversivi, Catherine Opie si è costruita una reputazione per aver affrontato con coraggio l’identità sessuale ed esplorato il modo in cui le persone queer si relazionano alle proprie comunità. Spesso, la fotografia di Opie sovverte i modelli tradizionali di bellezza femminile e le norme di genere, sfidando le nozioni patriarcali dello sguardo maschile e le immagini ipersessualizzate delle donne.
















