
L’ultimo surrealista. Fotografie in mostra a Parigi
Jacques-André Boiffard inaugura la Galerie des Photographies del Centre Pompidou
Jacques-André Boiffard era uno studente di medicina arrivato a Parigi negli anni 20 del secolo scorso quel giorno in cui si imbatté in André Breton. Un incontro che ne cambiò la vita e segnò l’immediato ‘arruolamento’ tra le file dei surrealisti.
Poi l’apprendistato come assistente di Man Ray e l’inizio di una carriera che lo avrebbe fatto diventare l’ultimo grande fotografo di quella corrente di pensiero, della narrativa e dell’arte capace di imporsi in Europa per un breve, ma significativo, arco di tempo.
Proprio a quel ragazzo di nome Boiffard è dedicata la prima grande mostra che la nuova Galerie de Photographies del Centre George Pompidou di Parigi – aperta gratuitamente al pubblico – ha deciso di allestire nei suoi grandi spazi (200 metri quadrati) appositamente creati al livello -1. Questo nuovo museo all’interno del prestigioso e amato Pompidou si annuncia quale centro mondiale della fotografia, grazie anche all’enorme patrimonio del Museo Nazionale di Arte Moderna (che consta di 40 mila immagini e 60 mila negative) a cui può attingere.
Ma questa doppia inaugurazione ha anche il pregio di riportare alla luce una voce del surrealismo spesso dimenticata. Una mostra di scoperta (o di riscoperta) a base di immagini e stampe di un passato che è ancora ancora capace di pizzicare le corde della nostalgia e della tenerezza, in particolare quando l’obiettivo di Boiffard si concentra sullo stesso fotografo oppure sullo scultore Giacometti o sul poeta Prevert. Un continuo oscillare tra surrealismo e reportage caratterizza il lavoro del giovane Boiffard.
Il quale però, dopo la ‘parentesi’ surrealista, Boiffard decise comunque di conseguire il diploma di laurea, si specializzò in radiologia, operando all’Hôpital Saint-Louis di Parigi. Ancora lastre e ancora corpo umano al centro dei suoi giorni, certo, ma il vero segno lo aveva lasciato con la fotografia.
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Jacques André Boiffard
Galerie de Photographies del Centre Pompidou
Parigi, fino al 2 febbraio