

5 curiosità su Usain Bolt, leggenda dello sport e ambassador della Giamaica
Dal mito della velocità alla nuova campagna turistica, ecco cosa forse non sapevi sullo sprinter più famoso del mondo
Usain Bolt è il nome che ha riscritto la storia dell’atletica. Con otto ori olimpici, undici titoli mondiali e record che resistono ancora oggi (9.58 secondi nei 100 metri e 19.19 nei 200, entrambi imbattuti dal 2009), è diventato sinonimo di velocità assoluta. Ma il campione giamaicano non ha mai smesso di sorprendere: oggi, infatti, è il nuovo ambassador globale del turismo della Giamaica, volto della campagna lanciata dal Jamaica Tourist Board per raccontare l’isola in tutto il mondo.
Dietro il mito, però, ci sono dettagli e curiosità che rendono Bolt una figura ancora più affascinante. Ecco cinque cose che forse non sapevi sullo sprinter più famoso di sempre.

1. Le sue prime corse erano… per divertimento
Nato a Sherwood Content, una piccola comunità rurale nella parrocchia di Trelawny, Bolt ha iniziato a correre per gioco. Da bambino amava il cricket e il calcio, e solo quando i suoi insegnanti notarono la sua velocità innata iniziò a dedicarsi seriamente all’atletica. Il suo primo allenatore, Pablo McNeil, raccontò che già a 15 anni correva più veloce di atleti universitari. Da lì, il salto verso i Mondiali Juniores di Kingston 2002 -che vinse a soli 15 anni nei 200 metri- fu naturale.
2. Il suo piatto preferito resta il jerk chicken
Bolt ha sempre ammesso di non essere un atleta “ossessionato dalle diete”. Durante le Olimpiadi di Pechino 2008, dichiarò di aver mangiato decine di chicken nuggets tra una gara e l’altra. Nonostante questo, il suo piatto preferito rimane il jerk chicken, il pollo speziato cucinato secondo la tradizione giamaicana. Oggi è protagonista del menù del suo ristorante Usain Bolt’s Tracks & Records, aperto a Kingston nel 2011 e poi replicato anche a Londra.
3. Ha portato la Giamaica in tutto il mondo
Non è solo un campione olimpico, ma un ambasciatore culturale naturale. Bolt ha contribuito a esportare la musica reggae e dancehall, la cultura “irie” e persino la filosofia “no problem” tipica dell’isola. La sua famosa posa da “Lightning Bolt” è diventata un gesto universale, imitato da fan, politici e celebrità. Con la campagna “This is Jamaica”, appena svelata, il legame diventa ufficiale: Bolt racconta l’isola non solo come meta turistica, ma come esperienza di energia, resilienza e ritmo.

4. Dal calcio al business
Dopo il ritiro dall’atletica nel 2017, Bolt non ha mai smesso di cercare nuove sfide. Ha tentato la carriera nel calcio, allenandosi con squadre come il Borussia Dortmund e giocando partite amichevoli con i Central Coast Mariners in Australia. Parallelamente, ha costruito un vero impero imprenditoriale: dalla sua etichetta discografica “A-Team Lifestyle” (con cui produce musica dancehall e reggae), alla linea di abbigliamento sportivo, fino alle partnership con brand internazionali come Puma, Hublot e Gatorade.
5. La frase che lo rappresenta
“Siamo una piccola isola, ma qui facciamo grandi cose.” Così Bolt racconta la Giamaica nello spot della nuova campagna. Ed è la sintesi perfetta della sua vita: da un villaggio di poche migliaia di abitanti al gradino più alto del podio olimpico.
Oggi vive tra Kingston e Londra, è padre di tre figli (Olympia Lightning, Saint Leo e Thunder), e continua a sostenere progetti di beneficenza con la sua Usain Bolt Foundation, che finanzia iniziative educative e sportive in Giamaica e in Ghana. Una dimostrazione che il suo impegno va oltre la pista: Bolt non corre più contro il tempo, ma verso un futuro in cui sport, cultura e comunità si intrecciano.