Álex Jiménez. Il coraggio di mettersi in gioco

Álex Jiménez. Il coraggio di mettersi in gioco

Ci sono carriere che nascono dritte, da predestinati. E altre che si piegano, si reinventano. Come quella di Álex Jiménez: percorso da apprendista che poi diventa risorsa. Vuol dire imparare a spostarsi, ad adattarsi, a non temere il cambiamento. Ecco la sua storia

di Ester Viola

Dopo aver avuto dal ’23 sulle spalle la maglia del Milan (una storia che è cominciata da una traiettoria strana, che parte dai campi di Leganés, passa per il Bernabeu e poi l’Italia) ora Álex Jiménez da casa non vede più la Madonnina, ma il mare del Canale della Manica. Un cambiamento a campionato non ancora cominciato avvenuto in un pugno di giorni, come ormai ci ha abituato il calcio mercato odierno. Al Milan era arrivato come una delle promesse più brillanti del Real Madrid, con una storia che parla (molto) di adattamenti: da attaccante a ala, a terzino del tipo che gli avversari possono temere. Chi lo ha visto in campo, stampa e club spagnoli, lo descrivono come un talento che sembra avere già anni di esperienza da titolare. Lui, taciturno, continuo, somiglia, quando parla, a quando sta in campo. Ha una corsa che nasce da dietro, e una spinta che si sente solo quando parte. In attesa di vedere come se la caverà (sicuramente bene, anzi benissimo) rileggiamo l’intervista che avevamo fatto durante lo shooting, quando Bournemouth era ancora lontanissima. 


Giacca, camicia e stivali Givenchy, pantaloni Louis Vuitton

Maradona o Van Basten?


Van Basten. Perché al Milan ha lasciato qualcosa che va oltre i gol: un’idea di eleganza e di precisione. Guardo i suoi video e penso che puoi essere devastante senza sembrare mai in affanno. E poi, se giochi qui, non puoi non pensare a lui. È quasi un obbligo.

Quale campione avresti voluto incontrare?
 

Cristiano Ronaldo, il mio idolo assoluto. Non solo per i gol: per l’ossessione del lavoro. Vederlo allenarsi dal vivo sarebbe stata un’università. Messi ha un talento naturale, ma Cristiano ti mostra che con disciplina puoi arrivare ovunque. 


Maglione e pantaloni Dior, scarpe Dolce&Gabbana

Differenze tra Spagna e Italia?


La Spagna è un calcio più leggero: improvvisazione, fiducia nell’istinto. L’Italia è un laboratorio: schemi, tattica. All’inizio sembra un freno, poi capisci che ti allena la testa: impari a pensare mentre corri. 

Quando è cominciato tutto?


A quattro anni già giocavo con i più grandi, a sette il Real mi ha notato in un torneo. Toledo-Madrid ogni giorno: mia madre mi accompagnava, io che facevo i compiti in macchina, allenamento, ritorno a casa la sera tardi. Non era vita normale per un bambino, ma a me sembrava l’unica cosa che volevo.

Com’è, a sette anni, vivere così?


A quell’età non ti fai domande. Ti sembra naturale. Te ne accorgi dopo. Ero felice: il pallone era tutto. Non lo vivevo come una rinuncia.

Che succede nella testa di un giocatore quando mancano due minuti e sembra finita?


Ti sembra che tutto scivoli via, che non ci sia più niente da fare. È un vuoto allo stomaco. Poi il calcio ti sorprende: un gol improvviso e cambia tutto. È questo che lo rende unico. È anche la ragione per cui non molli mai, perché sai che finché non senti il fischio della fine, tutto è possibile.


Giacca Louis Vuitton, pantaloni Ten C, tank top vintage

Obiettivi personali?


Penso in grande. Champions League col Milan e Mondiale con la Spagna. Voglio diventare un punto fermo qui: un giocatore importante quando si pensa al Milan.

Negli anni 90 i calciatori erano quasi prigionieri della fama. Oggi siete star con più libertà ma anche più esposizione. Come vivi i social?


Con equilibrio. Sono utili, ma se non stai attento ti mangiano. Cerco di usarli come strumento, un giorno guardo, un giorno spengo. Un calciatore deve essere giudicato per quello che fa in campo, non per quante storie pubblica.

Che qualità ti piace di più in un calciatore? 


Il coraggio. Non la velocità o la tecnica: quelle senza coraggio non servono. Avere il coraggio di chiedere palla, di rischiare, di non nascondersi. 

Nella foto di apertura giacca, tank top e pantaloni Dolce&Gabbana.
Photos by Clément Laguardia, styling by Edoardo Caniglia, Grooming: Yuri Napolitano @Interlude Project. Styling assistants: Ruben Blattner, Giada Cubeddu. Location: Magma Eventi (magmaeventimilano.com) Project manager: Andrea Mc Leod.