Lautaro Martínez

Lautaro Martínez

Occhi determinati che perforano, come quelli di un guerriero pronto alla battaglia, l’asso argentino è poco incline al sorriso. Ma alla cerimonia di premiazione del Pallone d’oro sprizzava di emozioni. In attesa di nuovi gol. «Sogno di vincere la Champions da capitano»

di Paolo Briscese

Quando nel 2018 atterrò a Milano, all’età di 20 anni, gli chiesero con che maglia volesse giocare e lui chiese la numero 10. Fu scrutato in maniera dubbiosa: «Guarda, qui l’hanno indossata Ronaldo, Baggio e Sneijder». Lautaro Martínez non fece un passo indietro. Aveva subito dato la sua dichiarazione d’intenti: era lì per fare la storia, senza timori riverenziali.

Occhi decisi che quando ti mirano inchiodano, come il suo destro al volo dopo un dribbling secco, Lautaro Martínez aveva ragione. Oggi è capitano e faro dell’Inter. Ed è uno dei magnifici sette del calcio mondiale. Si è fermata al settimo posto la sua corsa al Pallone d’oro 2024, vinto da Rodri, ma per l’asso argentino questo risultato è tutt’altro che una delusione, è un altro traguardo centrato.

Lautaro Martínez
Preparativi per la cerimonia del Pallone d’oro

«Sono felicissimo di essere a questa cerimonia», aveva detto ieri el Toro, com’è soprannominato Lautaro Martínez per il carisma in campo, sul red carpet del Théâtre du Châtelet, a Parigi, vestito in Dolce&Gabbana. «È un premio ai sacrifici e al lavoro. Sono qui grazie a tutto quello che ho fatto nell’Inter». 

Nella scorsa stagione in maglia nerazzurra ha vinto il suo secondo scudetto, oltre alla Supercoppa italiana, la terza della sua fulgente carriera.
L’anno prima centrò il sogno di tutti i calciatori: la finale di Champions League, persa proprio contro il Manchester City di Rodri.

Lautaro Martínez
Lautaro Martínez

La Nazionale albiceleste è l’altro suo grande amore. Figlio d’arte, di un terzino militante nella seconda divisione argentina, l’attaccante di Bahía Blanca è nato un decennio dopo Gonzalo Higuaín e Sergio Agüero, due matador dell’area di rigore. In patria era forte la paura di non avere eredi all’altezza.  

La Copa América del 2021 è stata la prima da titolare per Lautaro Martínez: oggi quel trofeo è nella sua bacheca. Ed era solo la prima Copa América: a luglio è arrivata la seconda, la più bella. Porta la sua firma il gol decisivo dell’Argentina in finale contro la Colombia, ai tempi supplementari.

Di lui il compagno di club Marcus Thuram ha detto che dovrebbe sorridere di più, visto che sembra sempre pronto a scendere in battaglia. In quell’occasione, però, regalando il trionfo alla Selección, non ha potuto non abbandonarsi alla gioia.

Lautaro Martínez
Lautaro Martínez in Dolce&Gabbana

In occasione della cerimonia di premiazione del Pallone d’oro, lo abbiamo intervistato.

Lionel Messi, il re del Pallone d’oro, ha detto che quest’anno meriti il Pallone d’oro più di chiunque altro. Che sensazione ti dà aver avuto un’investitura così eccellente? E che emozioni provi a essere nella ristretta lista dei candidati?

«Per me è un onore che il più grande giocatore di tutti tempi pensi questo. Sono molto felice per essere tra i canditati. Penso che sia il riconoscimento a una grande stagione con la mia Nazionale, avendo vinto la Coppa America, e con il club, avendo conquistato lo scudetto della seconda stella e la Supercoppa italiana con l’Inter. E anche dal punto di vista personale: sono stato il miglior marcatore di entrambe le competizioni, eletto Mvp (miglior giocatore, ndr) della serie A».

Dal tuo arrivo in Italia, nel 2018, come senti di essere cambiato come calciatore e come persona?

«Sono maturato come uomo e come calciatore di pari passo. Sono arrivato in Italia che ero un ragazzo di vent’anni e in questi sei anni sono diventato padre e marito. Questo mi ha permesso di crescere anche come calciatore, arrivando ad essere con grande orgoglio capitano dell’Inter».

Lautaro Martínez
Lautaro Martínez e sua moglie Agustina Gandolfo, Dolce&Gabbana beauty

Il gol che porti più nel cuore tra i tanti che hai fatto?

«Ne sceglierei due: quello dell’ultima finale di Coppa America e quello nel derby contro il Milan nella semifinale di Champions, la scorsa stagione».

Che rapporto hai con la moda? Come definiresti il tuo look personale e hai brand o stilisti preferiti che ami indossare?

«Vivendo a Milano ormai da sei anni, non puoi non appassionarti alla moda. Penso di avere il mio stile, lo definirei casual ma mi piace cambiare di tanto in tanto e optare anche per l’alta sartoria. Cerco sempre nuovi spunti camminando per la città».

Lautaro Martínez
Lautaro Martínez

Il calcio assorbe gran parte della tua vita ma… cosa ti piace fare nel tempo libero?

«Il poco tempo libero che ho lo passo godendomi la famiglia. Con mia moglie Agustina condivido la passione per il buon vino, che ci ha portato alla scelta di produrre il nostro vino in Argentina. Quando poi tutti dormono, spulcio online le ultime novità sull’automotive e sull’orologeria, le altre mie passioni».

Hai già in bacheca due scudetti con l’Inter, diverse Supercoppe italiane e Coppe Italia, due Coppe America, il Mondiale con l’Argentina… Che obiettivi e sogni hai ancora da realizzare?

«Dico sempre che la bacheca dei trofei non è mai troppo piena e lo spazio per nuovi trofei si trova sempre con piacere. È vero che ho avuto la fortuna di vincere già tanto con la mia Nazionale e con il mio club, ma bisogna sempre puntare a vincere il prossimo trofeo. Sicuramente vincere la Champions e farlo da capitano sarebbe una bella ciliegina».

In apertura e in tutto il servizio Lautaro Martínez in Dolce&Gabbana.
Photo: Alan Gelati @alangelati. Photo assistant: Stephen Norman Young. Grooming: Luigi Paesano.