

Rising sport stars
Il pilota Roman Bilinski, insieme allo sciatore alpino Lucas Pinheiro Braathen, al giocatore di cricket inglese Ben Mike e al calciatore Álex Jiménez. Ecco i talenti emergenti che celebriamo
Sono storie di entusiasmo quelle che qui vi raccontiamo. Ne sono protagonisti quattro atleti che nelle specialità in cui competono si stanno distinguendo per come le loro prestazioni stiano facendo la differenza. Diverse sono le loro discipline – sci, cricket, automobilismo, calcio – ma un unico, comune obiettivo: perseguire l’eccellenza. Perché, come recita un tatuaggio su uno di loro (a voi scoprire chi), “perdi solo se smetti di provarci”.
Lucas Pinheiro Braathen
Sciatore alpino

Se a metà anni Ottanta al giovane Alberto Tomba capitava di soffrire di solitudine all’interno della squadra italiana, che d’altra parte l’aveva soprannominato “l’africano” solo perché veniva da Bologna, pensate come può sentirsi Lucas Pinheiro Braathen, frutto dell’amore e del talento di due genitori geograficamente agli antipodi: papà norvegese, mamma brasiliana.
Nato a Oslo, naturalmente indirizzato verso lo sci alpino nonostante l’ovvia passione per il calcio (che brasiliano sarebbe?), Lucas ha sentito comunque pulsare la sua vena tropicale già da bimbo, non rinunciando a distillare gocce di allegria e anticonformismo necessarie all’atmosfera ingessata del Circo Bianco: fin da ragazzino, quando saliva sui podi di Coppa Europa con i moonboot o gli stivali da cowboy, ha anche manifestato attenzione verso la moda e l’immagine, come testimonia la sua passione per gli scaldacollo.
Sbarcato tra i grandi nel 2020, in pochi anni ha portato a casa tre vittorie in slalom e due in gigante, oltre a 17 podi e la Coppa di Specialità di slalom. Nel 2023, una lunga serie di frizioni con la Federazione norvegese lo avevano portato addirittura ad abbandonare le gare, ma l’anno dopo è tornato sotto le rivoluzionarie insegne del Brasile, nazione inesistente dal punto di vista sciistico, che come miglior risultato ai Giochi invernali vanta il 30° posto di Nikolai Hentsch nello slalom gigante, a Torino 2006. «Immagina di gareggiare in uno sport sulla neve», sogna lui a occhi aperti, «di trovarti in montagna in Austria, negli States, in Svezia, in tutti questi posti e di trovare un ragazzo con la bandiera brasiliana accanto al suo nome».
Uno sciatore brasiliano è un’eventualità da fantascienza che ha sbalordito persino Ronaldo il Fenomeno, che pensava che Lucas lo stesse prendendo in giro. Anche se le gare di sci si svolgeranno a Cortina, con le sue attrazioni Milano è sempre più vicina: in caso di primo storico podio brasiliano alle Olimpiadi della neve, non stupitevi se lo vedrete ballare il samba.
Ben Mike
Giocatore di cricket inglese

Qui bisogna andarci cauti e spiegare per bene. Ben Mike è un seam bowler, cioè? Nel cricket, trattasi di un lanciatore che attua una particolare tecnica: cerca di far rimbalzare la palla sulla cucitura (seam) in modo che questa cambi improvvisamente traiettoria, avvicinandosi o allontanandosi dal battitore, rendendogli la vita difficile.
Ben gioca per le insegne del Leicestershire, una delle 18 squadre che militano nel County Championship, il campionato nazionale di cricket inglese e gallese, torneo antichissimo fondato nel 1889. Questo campionato si gioca con le regole del first class, la forma più prestigiosa ed estrema di cricket, in cui le partite possono durare da tre a cinque giorni. Ma il cricket ha a sua volta altri due formati di gara: il List A e il Twenty20, che agli occhi dei profani si contraddistinguono perché gli incontri sono molto più brevi, e sono formati ugualmente praticati da Ben.
È figlio d’arte (suo padre Greg è stato un ottimo giocatore negli anni Novanta e ha personalmente allenato suo figlio fin dall’età di quattro anni), ma anche nipote d’arte, dal momento che suo nonno Clinton – nato a St. Kitts – si trasferì in Inghilterra da adolescente e contribuì a fondare un cricket club a Nottingham: oggi gli è intitolato il Clinton Mike Oval, il terreno di gioco del club. Ben Mike è uno dei principali giocatori neri che militano nel County Championship, massima espressione di uno sport tradizionale e altolocato: anche per questo è in prima linea contro il fenomeno del razzismo.
Talentuoso e versatile, è un cosiddetto all-rounder, giocatore in grado di disimpegnarsi sia nella fase del bowling, sia in quella del batting, ovvero colpendo la pallina con la celebre mazza da cricket. Ancora giovane (ha compiuto 27 anni ad agosto), interprete di un gioco molto moderno, ha tutto per diventare un punto di riferimento del cricket inglese di questo decennio.
Roman Bilinski
Pilota

«È folle pensare che dieci minuti prima stai vivendo una vita normale, e dieci minuti dopo non sai nemmeno se potrai tornare a camminare». Così è la vita del pilota automobilistico, e il 21enne Roman Bilinski aderisce perfettamente al profilo: origini britanniche e polacche, gareggia in Formula 3 e nel 2025 si è tolto diverse soddisfazioni, con un secondo posto a Monte Carlo, un terzo posto in Australia e un quarto posto a Silverstone, risalendo dalla 15a posizione.
La vita gli è cambiata più o meno un anno fa, quando a inizio giugno ’24 fu coinvolto in un incidente dalle parti di Novara, vicino al quartier generale della Trident, la sua scuderia di allora. Tanta paura, due vertebre rotte, quattro mesi di recupero e una nuova consapevolezza in termini di spirito e combattività. Nel 2025 ha cambiato scuderia, accasandosi in Gran Bretagna alla Rodin e dimostrando di essersi lasciato alle spalle la grande paura, esorcizzata anche in puntuali video-diari su IG in cui teneva al corrente i suoi 130mila follower dei progressi in fase riabilitativa.
Appassionato di golf e calcio, musica e moda (su IG campeggiano orgogliose le foto della sua partecipazione alla sfilata di Dolce&Gabbana lo scorso giugno alla Milano Fashion Week), viaggi e sport in generale, è un pilota ancora nella fase ascendente della carriera. In attesa di vederlo su circuiti più prestigiosi, vanta sin qui una vittoria nella Formula Regional Oceania Championship, un campionato che si disputa down under, cioè in cinque weekend consecutivi tra gennaio e febbraio in scenari incantevoli a zonzo per la Nuova Zelanda.
Álex Jiménez
Calciatore

Segnare un gol di testa nel derby di Milano non è banale; se sei fortunato puoi persino entrare nella leggenda: capitò nel 1984 all’inglese Mark Hateley, svettato in cielo di fronte alla Curva Sud su cross di Pietro Paolo Virdis – una fotografia diventata un poster appeso nelle camerette di generazioni di milanisti. Quarant’anni dopo, anche se nella porta opposta di San Siro, l’onore è toccato a Luka Jovic, pescato da un cross pulitissimo di Álex Jiménez, una delle pochissime buone notizie nella disastrosa stagione 2024/’25 del Milan.
Classe 2005, cresciuto nel prolifico settore giovanile del Real Madrid, è arrivato in prestito nell’estate 2023, con la formula del riscatto e controriscatto: il Milan avrebbe potuto pagare una data cifra per trattenerlo, ma il Real avrebbe potuto a sua volta riprenderselo pagando al Milan una cifra un po’ superiore.
Invece ad agosto, dopo aver sperato di guadagnare posizioni nelle gerarchie milaniste per la cessione di Theo Hernández, ha cambiato tono di rossonero: da Milano a Bournemouth, dalla metropoli al mare della costa sud inglese, per un team che lo scorso anno è stato la rivelazione della Premier League, cullando speranze europee fino a primavera per poi pagare un calo di risultati nel finale.
Ad allenarlo troverà Andoni Iraola, un basco di genio che nella sua giovane carriera ha già saputo valorizzare tanti giocatori. E da buon spagnolo parla la stessa lingua, anche tecnica, di Álex: schierato come terzino sia destro sia sinistro, ancora leggerino in fase difensiva, ma con grande accelerazione, tecnica, facilità di dribbling e soprattutto la faccia tosta indispensabile per sopravvivere in quella vasca di squali che è il campionato più bello del mondo. Il futuro è tutto da scrivere, l’atteggiamento non mancherà. Dice bene e tutto la scritta che Álex ha tatuata sul polpaccio: “Perdi solo se smetti di provarci”.