Una megalopoli sospesa tra vecchio e moderno, capace di un irreplicabile mix di lusso e creatività. È Ciudad de Mexico, presentata qui da un italiano “adottato” dall’America Latina.
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Da sinistra: total look Jacob Cohën, cravatta Ralph Lauren e scarpe Cesare Paciotti; giacca, camicia e pantaloni Myths, cravatta Ermenegildo Zegna, occhiali Oliver People e scarpe Moreschi; giacca e pantaloni North Sails, camicia e foulard Gucci, scarpe Alberto Guardiani; giacca e camicia Fred Perry, occhiali DSquared2, cravatta ZZegna e mocassini Fratelli Rossetti. Sullo sfondo, la Casa De Los Azulejos (casa delle piastrelle).
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Da sinistra: giacca e pantaloni Tagliatore, camicia Ermenegildo Zegna; giacca Paoloni, pantaloni Jacob Cohën, camicia Benetton e foulard Etro; total look Iceberg e scarpe Santoni. Sullo sfondo si intravede il Salon Corona, una delle cantine baluardo di questa città.
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Da sinistra: amicia Tod’s, foulard e pantaloni Valentino; giacca e pantaloni Bally, camicia Givenchy; trench e camicia Fay, pantaloni Giorgio Armani; giacca ZZegna, camicia e pantaloni Dior Homme, cravatta Valentino. La Casa de los Azulejos è una delle più belle opere di “barocco novohispano”.
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A sinistra, giacca Roy Roger’s, polo, camicia e cravatta Gucci, pantaloni Givenchy e scarpe Alberto Guardiani. A destra, giacca Hogan, camicia Aiguille Noir, pantaloni Giorgio Armani, cravatta Ermenegildo Zegna e scarpe Moreschi. Particolari le architetture della Biblioteca Centrale, che fa parte del complesso dell’Università di Città del Messico.
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Da sinistra: giacca camicia e pantaloni Mauro Grifoni, foulard Ermenegildo Zegna e scarpe Cesare Paciotti; giacca, camicia e pantaloni Aiguille Noir, cravatta Paul Smith, cintura Hugo Boss, scarpe Alberto Guardiani; trench Schneiders Salzburg, foulard Gucci, pantaloni Kenzo e scarpe Santoni; total look H&M, scarpe Fratelli Rossetti; giacca Seventy, camicia Marni, pantaloni Jacob Cohën e scarpe Moreschi.
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A sinistra, total look Gucci. A destra, giacca, camicia e pantaloni Ralph Lauren, cravatta Ermenegildo Zegna. Grooming: Alex Lopez; fashion assistant: Raul Alvarez. Models: Christian Garcia@GHmanagement; Christopher@paragon; Marius@paragon; JuniorFerreira@QuetaRojas; Jonathan@GHmanagement.
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A sinistra, trench, camicia e pantaloni Ermanno Scervino. Al centro, trench Herno, camicia Kenzo, pantaloni Burberry e scarpe Santoni. A destra, total look Etro. Alle spalle, il Museo Nacional Bellas Artes.
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Da sinistra: giacca e pantaloni Lacoste; giacca, camicia e pantaloni SLVR, cravatta Burberry; giacca e pantaloni G-Star, maglia Happy Sheep e occhiali Ray Ban. Sullo sfondo, la Catedral, eretta sopra le rovine di un antico complesso religioso azteco.
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Total look Moncler. Sullo sfondo si intravede il Centro Joyero, in calle Medro, proprio nel cuore del Centro Histórico della città, per lo più composta da edifici coloniali e antichi resti aztechi.
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Da sinistra: total look Etro; trench classico e camicia Ermanno Scervino; in primo piano, giacca e camicia con stampa microfantasia Kenzo; dietro, trench Herno e camicia microfantasia Kenzo.
Città del Messico è una di quelle metropoli che non finiscono mai: “infinite”, le chiamano gli archistar. Ha una dozzina di linee di metropolitana, ma nelle ore di punta tocca aspettare fino a quattro treni prima di riuscire a salirci. Con quasi 20 milioni di abitanti e una superficie di 5mila kmq, il metrò, però, rappresenta la salvezza: spostarsi in auto significa ipotecare mezza giornata sui perifericos, sopraelevate avveniristiche, anche a due piani, costantemente strabordanti traffico. Intanto, nel sottosuolo, vagoni e stazioni vivono con l’intensità laboriosa di una città nella città. Si trova tutto: tacos ripieni di qualunque cosa, musica da ascoltare e da comprare, mercatini e bazar di cose utili e impensabili… Un caos. Bellissimo, però. Perché è un mondo all’incontrario, dove il quartiere più nuovo è il centro storico. Fiore all’occhiello della città negli anni 50, si è progressivamente svuotato dei suoi abitanti, fino a diventare un pericoloso covo della delinquenza. Poi, circa sei anni fa, il Governo ha investito nel recupero dell’area. Che ora è splendida: ultra chic, pop, artistica e a luci rosse, tutto insieme. Tra Colonia Roma, il quartiere di artisti e architetti, abitato dai giovani; Condesa, la strada della movida, dove si beve birra nelle cantine e si fa tardi nei locali cool; e Polanco, l’animo sofisticato e un po’ snob, accanto alla zona rosa, dove la prostituzione è legale. Tra dieci anni, sarà interessante verificare l’identità di questi posti. Intanto la metropoli si trasforma come un essere vivente, tra brutte periferie, architetture imponenti e piccoli paesi ormai inurbati che sembrano congelati in un passato non più reale. Come Coyoacan, l’oasi di Frida Kahlo e degli intellettuali dell’epoca, ancora quartiere intellettuale, con la sua piazzetta senza tempo (venditore di zucchero filato incluso). All’opposto, Chapultepec, la Beverly Hills locale, il cui parco però è meta per famiglie nel weekend. C’è tutto: lo stadio, il verde, i musei. Come dire: tanti viaggi in un unico viaggio, con un filo conduttore che personalmente adoro: i tacos.
Styling: Ilario Vilnius
Foto: Santiago Ruiseñor Testo: Fabio Cuttica (fotografo, nato in Italia ma cresciuto tra Colombia e Perù, dal 2010 vive a Tijuana. Testo raccolto da Micol De Pas)