Glenn Martens, chi è il designer impegnato tra Maison Margiela e Diesel
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Glenn Martens, chi è il designer impegnato tra Maison Margiela e Diesel

di Giulio Solfrizzi

Biografia e carriera del designer che ha debuttato da Maison Margiela con l’Artisanal, presto anche nel ready-to-wear

Glenn Martens nasce a Bruges, in Belgio, nel 1983, e da quel momento non si è più fermato. Ha scalato la piramide della moda, raggiunto i livelli più alti, sviluppato una peculiare visione artistica che ha a che fare con la società e tutto ciò che fa da contorno a questa. Prima si è fatto conoscere da Y/Project, poi da Diesel e in ultimo – solo da un punto di vista cronologico – per Maison Margiela. Si dice sia tra i designer più occupati del momento: tutto vero, dovrà ideare sei collezioni all’anno, senza tralasciare le collaborazioni, i progetti speciali, le restanti variabili dell’ultimo minuto.

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Ma chi è Glenn Martens?

Sin da giovane mostra un forte interesse per le arti visive e la costruzione dello spazio, tanto da iscriversi alla Sint-Lucas School of Architecture di Ghent per studiare interior design. Ma è durante gli anni universitari che si appassiona al mondo della moda, trovando nella sartoria un campo espressivo capace di coniugare rigore tecnico e creatività formale. Dopo la laurea, Martens si trasferisce ad Anversa, dove entra nella prestigiosa Royal Academy of Fine Arts, nota per aver formato designer del calibro di Dries Van Noten e Ann Demeulemeester. Si diploma con il massimo dei voti e attira l’attenzione di Jean Paul Gaultier, che lo assume nel suo studio parigino. Qui lavora come junior designer, partecipando alla creazione delle pre-collezioni femminili e della linea maschile G2, esperienza che si rivela cruciale per affinarne l’estetica teatrale e decostruita.

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Il successo da Y/Project

Nel 2013, dopo la scomparsa del fondatore Yohan Serfaty, Martens prende le redini del brand Y/Project, fino ad allora conosciuto solo in nicchie dell’underground parigino. La svolta arriva quando imprime al marchio una visione eclettica e sofisticata, fatta di sovrapposizioni, volumi fluidi e contaminazioni tra streetwear, tailoring e riferimenti storici. Il suo lavoro viene presto notato dalla critica: nel 2017 vince il prestigioso Grand Prix ANDAM, il riconoscimento più importante della moda francese per i talenti emergenti. Sotto la sua guida, Y/Project diventa sinonimo di sperimentazione concettuale, riuscendo a fondere provocazione e ironia, come dimostrano le celebri “jeans a spirale” o i capi trasformabili. Il brand sfila regolarmente alla Paris Fashion Week e Martens viene più volte premiato per il suo contributo al rinnovamento del linguaggio della moda contemporanea.

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Diesel: la rinascita del denim sotto la sua direzione

Nel 2020, il gruppo italiano OTB, guidato da Renzo Rosso, lo chiama a rivoluzionare Diesel, uno dei marchi simbolo del denim a livello globale, in crisi di identità dopo un decennio di risultati altalenanti. Martens accetta la sfida e inizia un processo di rebranding radicale, portando freschezza, inclusività e sperimentazione al brand. Fin dalle prime collezioni, Diesel torna a parlare il linguaggio delle nuove generazioni, grazie a sfilate-evento spettacolari, come quella in cui viene presentato un maxi preservativo gonfiabile in collaborazione con Durex, o le capsule genderless che sfidano i codici binari del vestire. Martens reinterpreta il denim con lavorazioni all’avanguardia e forme scultoree, senza perdere la matrice pop e industriale del marchio. Parallelamente, Diesel investe in sostenibilità, con l’obiettivo di diventare carbon neutral entro il 2030, e nel 2023 oltre la metà dei materiali utilizzati sono già certificati o rigenerati. I risultati non tardano ad arrivare: il brand registra un netto incremento delle vendite, con una crescita del +13% solo nel 2023, e si impone di nuovo come punto di riferimento tra i giovani fashion consumer.

Photo by Victor Boyko/Getty Images for Diesel
Glenn Martens e Renzo Rosso

Il debutto Couture da Maison Margiela

Il 7 luglio 2025, Glenn Martens debutta ufficialmente alla guida creativa di Maison Margiela con la collezione Artisanal 2025, durante la Paris Haute Couture Week. Il passaggio di testimone con John Galliano, che aveva guidato la maison dal 2014, rappresenta una svolta simbolica per il brand: dopo l’era teatrale di Galliano, Martens inaugura un nuovo capitolo fatto di spettacolarità rigoroso, citazioni storiche e sperimentazione materica. E diventa così il terzo couturier della storia della Maison, succedendo a Martin Margiela e Galliano, portando con sé il compito delicato di rinnovare l’identità del marchio senza tradirne l’eredità concettuale.

Estetica e contenuti della collezione Artisanal 2025

La collezione presentata a luglio 2025 è un viaggio immaginifico nel medioevo delle Fiandre, terra natia di Martens, e rilegge in chiave contemporanea codici religiosi e simbolismi gotici. Gli abiti sembrano usciti da pale d’altare, con corsetti in pelle riciclata, mantelli ristrutturati, cappe monacali e silhouette verticali che evocano le statue di santi. Ogni pezzo è frutto di un lavoro artigianale complesso, spesso realizzato con materiali di recupero o rimanenze di archivio. L’utilizzo del trompe-l’œil e di finiture metalliche dona ai capi una tridimensionalità che trasforma il corpo in scultura. Non manca l’ironia tipica del designer, con dettagli decostruiti, proporzioni esasperate e giochi tra maschile e femminile. Il risultato è una Couture mistica e materica, che unisce passato e futuro, spiritualità e tecnologia, tradizione e dissacrazione. La critica specializzata accoglie la sfilata con entusiasmo, lodando la capacità di Martens di proporre una visione innovativa ma coerente con il DNA concettuale di Maison Margiela.

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Glenn Martens e Kylie Minogue al Met Gala 2024

Il futuro di Glenn Martens

Dopo il successo del debutto nella couture, Martens è atteso a ottobre 2025 con la sua prima collezione ready-to-wear per Maison Margiela. Sarà un banco di prova importante per testare la sua visione su scala industriale e commerciale. In parallelo, continua il suo lavoro da direttore creativo per Diesel, dimostrando una straordinaria capacità di gestire due universi stilistici opposti: da un lato la Couture concettuale e artigianale, dall’altro l’estetica urbana e pop del denim. Il suo nome è ormai tra i più influenti nel panorama della moda globale.