Louis Vuitton e il ritorno (moderno) dell’aristocrazia inglese
Courtesy Louis Vuitton

Louis Vuitton e il ritorno (moderno) dell’aristocrazia inglese

di Digital Team

Con Jude Bellingham, Callum Turner e un guardaroba dove il tweed incontra lo skate: nella pre-collection SS26, Pharrell Williams aggiorna il mito del gentleman inglese in chiave contemporanea

Un uomo in tweed guida una cabriolet d’epoca tra i colli inglesi. Sul sedile accanto, un Corgi con collare Monogram. È l’immagine che apre la pre-collezione primavera/estate 2026 di Louis Vuitton by Pharrell Williams. E quell’uomo, o meglio, gli uomini che protagonisti degli scatti non sono proprio dei nomi a caso: la maison francese ha chiamato per l’occasione due volti che incarnano la nuova grammatica dell’eleganza maschile: Jude Bellingham e Callum Turner.

Due inglesi, due epoche diverse dello stesso ideale estetico. Il primo, atleta di fama internazionale dal carisma tranquillo; il secondo, attore dall’eleganza senza sforzo. Insieme diventano le muse bucoliche di Pharrell, sospese tra campagna e metropoli, tradizione e contemporaneità, in un immaginario che rilegge la classicità britannica come terreno fertile per la nuova couture maschile.

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Courtesy Louis Vuitton

Fotografata da Oliver Hadlee Pearch, la campagna si muove come un film di famiglia diretto da Wes Anderson e musicato da Pharrell stesso: cabriolet parcheggiate davanti a manieri di pietra, cappotti Principe di Galles che ondeggiano al vento, cani che posano come modelli addestrati alla discrezione.

La pre-collezione primavera/estate 2026 di Louis Vuitton

Pharrell, da sempre ossessionato dal concetto di uniforme e dalle sue decostruzioni, qui prende la solida, rassicurante tradizione sartoriale britannica – il cappotto spigato con spalle strutturate, il tre pezzi in lana vergine, il motivo Principe di Galles – e la sottopone a una torsione contemporanea. I tagli sono disinvolti, le estremità leggermente svasate la linea morbida sui fianchi. Non è più la rigidità del gentleman farmer, ma l’eleganza confortevole di chi quel maniero lo ha ereditato e ora ci gioca a calcio nel prato.

L’ibridazione è la parola d’ordine: un windbreaker con maniche in pelle, un blouson in tweed, un gilet trapuntato con il Monogram. È il workwear che incontra il club dei gentlemen, è la flanella dalla vestibilità perfetta che dialoga con il jeans. La mano di Pharrell si riconosce nella leggerezza con cui mescola i linguaggi. La sneaker LV Tilted, ispirata allo skate anni ’90 e poggiata su una suola Damier, introduce un lessico più giovane e urbano, mentre le borse LV Touch raccontano ancora una volta la perfezione artigianale della maison. Il coup de théâtre è infine l’introduzione di una capsule di accessori per animali domestici. Sì, proprio così: guinzagli, collari e pettorine in pelle Monogram, trasportini ispirati alle icone di viaggio della Maison, dalla Speedy Pet Trunk alla Malle Chien.

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Courtesy Louis Vuitton

Per la primavera estate 2026: Pharrell conferma una tendenza che stavamo già fiutando: l’armadio maschile perde colore ma acquista fantasia. Williams sembra dirci che la sobrietà cromatica non coincide più con la noia: al contrario, è un terreno fertile per la sperimentazione. Grigi, neri, blu profondi e tonalità della terra si intrecciano con motivi check, tartan e Principe di Galles, in una danza sottile tra rigore e disinvoltura. È il ritorno della texture come linguaggio: il colore si attenua per lasciare spazio alla materia, alla superficie, al dettaglio. Le lane si fanno vive, le flanelle respirano, i tweed si piegano alla fluidità moderna. È la stessa grammatica che un tempo vestiva l’aristocrazia inglese e oggi parla al cittadino globale. Nessun eccesso, nessuna ostentazione.

La scelta di Jude Bellingham e Callum Turner

Pharrell Williams non sceglie mai a caso i suoi ambasciatori. Per questa campagna, chiama due britannici che rappresentano due declinazioni dell’eleganza contemporanea: Jude Bellingham e Callum Turner (già volto della maison). Due uomini diversi per età, carriera e linguaggio, ma uniti da una stessa qualità: quella calma sicurezza che non ha bisogno di alzare la voce per imporsi. Controllo e pacatezza.

Bellingham, 22 anni e già prodigio calcistico globale, è l’uomo nuovo del football europeo: un talento che unisce tecnica, compostezza e stile. In lui, Vuitton trova il ponte tra performance e rappresentazione, tra la disciplina sportiva e l’eleganza naturale. Un giovane che veste il tre pezzi Principe di Galles con la stessa naturalezza con cui scende in campo al Bernabéu.

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Courtesy Louis Vuitton

Accanto a lui, Callum Turner: attore londinese, ambassador ufficiale della maison e volto di una bellezza non comune, più intellettuale. Nei suoi lineamenti si legge la tradizione del cinema inglese, ma anche la quieta vulnerabilità che oggi rende un uomo moderno. È il contraltare di Bellingham: dove il calciatore porta la fisicità, Turner porta la narrazione. Dove uno incarna la forza, l’altro suggerisce l’immaginazione.

Metterli insieme è una mossa di regia. Pharrell costruisce un dialogo tra due archetipi maschili: l’eroe e il poeta, il corpo e la mente. Così, se vogliamo vederla in modo trasversale, la campagna di Louis Vuitton diventa un piccolo saggio sull’identità maschile del nostro tempo. E il fatto che a firmarla sia Pharrell, un artista che ha sempre costruito ponti tra mondi apparentemente inconciliabili, non ci stupisce affatto.