

Venezia accoglie Marc by Sofia: Coppola racconta Jacobs
L’amicizia trentennale tra la regista e lo stilista diventa cinema: Marc by Sofia debutta fuori concorso a Venezia 2025. Più che un documentario, un ritratto intimo e fashion
Il titolo di questo film è già un manifesto: Marc by Sofia. Ma facciamo un passo indietro. New York, primi anni ’90. Una ragazza dai capelli neri, timida e magnetica, si aggira tra le sfilate downtown. Intorno, un giovane stilista prende trench di seconda mano, li smonta e li ricompone: gioca con gli errori e li trasforma in stile. Lei è Sofia Coppola, lui è Marc Jacobs. Trenta anni dopo, quella stessa ragazza dietro la macchina da presa racconta quell’amico diventato icona, nel suo primo documentario, Marc by Sofia. Al debutto, fuori concorso, alla Mostra del Cinema di Venezia 2025, il 2 settembre.

I più attenti lo avranno notato subito, il titolo è richiama la linea Marc by Marc Jacobs, ma soprattutto rivendica lo sguardo personale con cui Sofia filtra la carriera e la persona: 97 minuti prodotti da Important Flowers e This Machine, con vendite mondiali curate da A24. Coppola e Jacobs non si sono mai limitati alla collaborazione. Sono stati complici estetici e affettivi. Lei ha posato per lui nelle campagne firmate Juergen Teller (indimenticabile quello scatto “addormentati” insieme). Ha diretto spot per i profumi Daisy e Daisy Dream, trasformando flaconi in universi cinematografici. Nel 2009 ha persino firmato la SC Bag per Louis Vuitton, diventata una delle borse più desiderate del decennio. Persino la notte dell’Oscar 2004, quando vinse per Lost in Translation, Coppola salì sul palco in un abito Marc Jacobs per Vuitton: dichiarazione di alleanza estetica più che di stile.
Il contesto visivo: cosa potremmo vedere
Se mettiamo insieme i codici visivi di Jacobs e la grammatica di Coppola, l’aspettativa è una biografia sentimentale più che un semplice “best of”. Negli show recenti lo stilista ha lavorato su proporzioni fuori scala, mise da bambola, scenografie concettuali (il tavolo e le sedie giganti di Robert Therrien al Park Avenue Armory): immagini già “cinematiche” pronte per l’archivio. Coppola, maestra di luce morbida, voice-over rado e sguardo intimista, potrebbe farne una capsula emotiva sul senso di gioco e di memoria nella moda.

Aspettatevi archivi personali e backstage più che talking heads; New York come personaggio (dai primi ’90 a oggi); il ponte con Vuitton e con la scena artistica; e un capitolo sulla generazione Heaven, dove subculture, celebrity e memorabilia si fondono nel culto Jacobs. (Su Heaven come “portale” tra archivio e youth culture ci sono già interviste e profili che il film potrebbe amplificare.)
Il documentario arriva mentre il sistema moda torna a chiedersi cosa resta dopo la “stagione delle collaborazioni” e dei loghi iper-esposti. Raccontare Jacobs attraverso Coppola significa rimettere il focus su gusto, misura, amicizia creativa e sul modo in cui la cultura pop diventa couture (e viceversa). È anche un controcanto ideale a Marc Jacobs & Louis Vuitton di Loïc Prigent (2007), che fotografava l’era Vuitton dall’interno: Marc by Sofia promette un taglio più intimo, meno industriale. Non sarà solo la cronaca di una carriera, ma il ritratto di come la moda, quando è vissuta come affetto e cultura condivisa, diventa cinema. Almeno, questo è quello che ci aspettiamo.

Marc Jacobs, l’icona americana
La carriera di Jacobs è già un romanzo. Un protagonista assoluto della moda americana: dal grunge Perry Ellis del 1992 (una collezione che gli costò il posto, ma che oggi è storia) ai sedici anni da direttore artistico di Louis Vuitton. In quel periodo ha trasformato la maison in una piattaforma culturale, introducendo collaborazioni con Murakami, Sprouse e Kusama che hanno definito l’idea stessa di “arte nella moda”.
Oggi Jacobs continua a reinventarsi: dalle sfilate-spettacolo a New York (tra mise da bambola e scenografie di proporzioni surreali, come il tavolo e le sedie giganti di Robert Therrien) fino al progetto Heaven, lanciato nel 2020, un laboratorio tra archivio, streetwear e cultura pop che ha catturato l’immaginazione di una generazione.

Lo sguardo di Sofia
Chi conosce Coppola sa cosa aspettarsi: luce morbida, ritmo lento, un’intimità quasi diaristica. Niente talking heads didascalici, ma piuttosto archivi personali, backstage e cartoline da New York, la città che ha plasmato Jacobs e che Sofia ama raccontare con uno sguardo sospeso tra nostalgia e desiderio.
Più che un documentario sulla moda, Marc by Sofia promette di essere un ritratto sentimentale: della creatività, dell’amicizia, del confine tra pop e lusso. Un contrappunto intimo al film Marc Jacobs & Louis Vuitton di Loïc Prigent (2007), che documentava l’epopea Vuitton dall’interno: qui il baricentro è il legame umano.