

Maria Grazia Chiuri torna a casa: è la nuova direttrice creativa di Fendi
Dopo Dior, la designer romana prende le redini della maison della doppia F. Un ritorno alle origini il cui debutto è previsto per febbraio 2026
Certi amori fanno giri immensi e poi ritornano. Come nel caso di Maria Grazia Chiuri e Fendi. Dopo quasi quarant’anni di carriera, la designer romana torna là dove tutto era iniziato, nelle stanze luminose di un brand che più di ogni altro incarna la romanità sofisticata e la forza creativa al femminile. L’annuncio ha ufficializzato quello che era ormai un segreto di Pulcinella: Chiuri è la nuova Chief Creative Officer di Fendi, succedendo a Silvia Venturini Fendi, che assumerà il ruolo di presidente onoraria. Il suo debutto è previsto per febbraio 2026, con la collezione donna Autunno/Inverno 2026-27; per la moda uomo, l’appuntamento sarà invece a giugno, e a luglio potrebbe già arrivare un atteso ritorno alla couture.
«Maria Grazia Chiuri è uno dei più grandi talenti creativi della moda contemporanea», ha dichiarato Bernard Arnault, presidente e CEO di LVMH. «Circondata dai team della maison e in una città che le è cara, sono convinto che contribuirà al rinnovamento artistico e ai successi futuri del marchio».

Un cerchio che si chiude
Un ritorno che ha il sapore della memoria ma lo sguardo rivolto al domani. Proprio in Fendi, Chiuri aveva iniziato la sua carriera dopo lo IED, lavorando agli accessori e partecipando alla nascita della Baguette, oggetto-feticcio che negli anni Novanta definì un’epoca. Poi l’ascesa in Valentino e il lungo regno in Dior, dove dal 2016 ha ridefinito il linguaggio della femminilità contemporanea, fondendo sartorialità e impegno politico, moda e cultura. «È con onore e gioia che torno in Fendi», ha commentato la designer, «dove ho avuto il privilegio di formarmi sotto la guida delle fondatrici, le cinque sorelle. Questo luogo è stato una fucina di talenti e il punto di partenza per molti creativi».
Con il suo arrivo, Fendi si prepara a inaugurare un nuovo capitolo che intreccia heritage e visione. La maison ha appena celebrato i suoi cento anni e aperto il monumentale flagship in via Montenapoleone 1, simbolo di un marchio sempre più proiettato su un’idea di lusso colto e radicato. In questo scenario, la figura di Chiuri appare come la naturale erede di una tradizione femminile che ha sempre saputo trasformare l’artigianalità in linguaggio.

Ramon Ros, CEO della maison, lo ha espresso con chiarezza: «Il ruolo di un direttore creativo non consiste solo nel disegnare abiti bellissimi, ma nel curare una cultura ed essere lo specchio del mondo in cui viviamo». Un’affermazione che sembra cucita addosso a Chiuri, che negli anni ha trasformato le sue sfilate in veri e propri manifesti visivi, dal dialogo con artiste e filosofe fino al recupero della manualità come gesto politico e poetico. Oggi, la sua Roma – quella delle sorelle Fendi, del cinema di Fellini e delle strade assolute del quartiere EUR – diventa di nuovo il palcoscenico dove intrecciare moda, arte e pensiero. E in fondo non poteva che essere così: Fendi è Roma, e Roma è Maria Grazia Chiuri.
Maria Grazia Chiuri da Fendi: sfide e aspettative
Per Maria Grazia Chiuri, il ritorno in Fendi è anche una missione complessa: tenere insieme la storia e l’urgenza del presente. La maison della doppia F vive un momento cruciale, sospesa tra il peso di un’eredità centenaria e la necessità di rinnovare il proprio linguaggio in un mercato dove l’equilibrio tra artigianalità e desiderio digitale è sempre più sottile. Tra le sfide che la attendono, la più evidente è quella di ridefinire la voce femminile di Fendi. Una voce che da sempre si muove tra forza e sensualità, ma che oggi dovrà parlare alle nuove generazioni senza perdere la sua classicità. Poi c’è il dialogo tra maschile e femminile, che Chiuri dovrà orchestrare con attenzione, vista la sua futura supervisione anche sulla linea uomo.

Ma la vera ambizione, quella che tutti aspettano, è il ritorno alla couture. Fendi non mostra una collezione d’alta moda dal 2023 e, in un momento in cui la couture è tornata a essere territorio di sperimentazione e narrazione, riportarla a Roma significherebbe riaffermare il legame tra la maison e la città eterna, tra l’atelier e il palcoscenico. C’è poi un tema più profondo, quasi ideologico: quello del pensiero. Perché Chiuri, più di molti altri, ha dimostrato che la moda può essere un discorso, non solo una forma. E se riuscirà a fondere la sua visione – colta, militante, artigianale – con l’anima sofisticata e borghese di Fendi, allora questa nomina potrebbe davvero segnare una nuova era per la moda romana.