L’élite del lusso: chi sono i nuovi imperatori della moda italiana

L’élite del lusso: chi sono i nuovi imperatori della moda italiana

di Tiziana Molinu

Tra borse cult, piumini deluxe e occhiali da sole, i miliardari italiani della moda continuano a dettare legge anche nei conti in banca. Qui i nomi, le cifre e qualche curiosità (che ti farà girare la testa)

C’erano una volta gli stilisti con ago, filo e un sogno. Ora ci sono imprenditori del lusso con jet privati, fondazioni d’arte e patrimoni a dieci zeri. Benvenuti nell’olimpo dorato dei miliardari italiani della moda, dove le idee si trasformano in imperi e le sfilate in bilanci da capogiro.

Secondo la World’s Billionaires List 2025 firmata Forbes, sono oltre 3.000 gli ultraricchi nel mondo, un numero mai così alto nella storia. Tra loro, un manipolo di italiani che — a colpi di tailoring, pelle, occhiali e cashmere — ha trasformato il made in Italy in un asset finanziario da capogiro. Altro che trend passeggero: la moda continua a fare rima con potere.

Giorgio Armani: il re solitario

A guidare la classifica dei fashion billionaire italiani c’è Giorgio Armani, con un patrimonio di 11,8 miliardi di dollari. Re Giorgio, 89 anni, è l’ultimo dei grandi stilisti-imprenditori ad avere ancora il totale controllo del proprio impero. Nessuna quotazione in Borsa, niente soci di capitale. Tutto nelle sue mani, da via Borgonuovo fino alle passerelle di Parigi. Minimalista nella visione e granitico nella strategia, Armani ha costruito un gruppo indipendente che spazia dall’haute couture agli hotel di lusso. E nel tempo libero? Ha appena restaurato uno yacht storico degli anni ‘30. Perché anche i sogni hanno bisogno di un po’ di vintage.

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(Photo by Mike Coppola/Getty Images)

La dinastia Del Vecchio: otto eredi per un impero

Quando nel 2022 è scomparso Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica, il suo regno degli occhiali — da Ray-Ban a Persol — non è andato disperso. Al contrario: otto eredi, tra cui Rocco Basilico, Nicoletta Zampillo e Leonardo Maria Del Vecchio, si sono spartiti un’eredità da 6,6 miliardi di dollari a testa. Curiosità? Rocco, classe 1990, ex CEO di Oliver Peoples, è già diventato uno dei volti più giovani e chiacchierati della nuova generazione di miliardari italiani. Il futuro di EssilorLuxottica, insomma, parla anche il linguaggio delle nuove wave — business, fashion e lifestyle.

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(Photo by Ilya S. Savenok/Getty Images for AWGE)

Prada, in versione family affair

Miuccia Prada e il marito Patrizio Bertelli, con 6,6 miliardi ciascuno, continuano a guidare uno dei gruppi più creativi del panorama internazionale. Ma la famiglia si allarga anche ad Alberto e Marina Prada, fratello e sorella della stilista, che detengono un patrimonio di 2,8 miliardi a testa.
Miuccia è potenza pura: ex attivista politica, collezionista d’arte, pioniera del brutto-chic e regina delle sovversioni stilistiche. Sotto la sua direzione, Prada è diventato uno status mentale oltre che estetico. E ora, con Raf Simons al suo fianco, guarda sempre più alla Gen Z (ma con l’intelligenza di una Dottoressa in Scienze Politiche).

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(Photo by Giorgio Perottino/Getty Images for Fondazione Prada)

Brunello Cucinelli: il filosofo del cashmere

Con 4,4 miliardi, Brunello Cucinelli non è solo l’imprenditore di Solomeo: è il monaco zen del fashion business. La sua filosofia umanistica del capitalismo ha conquistato il mondo (e i portafogli degli investitori). Ha restaurato un borgo medievale, ospita seminari di filosofia e dichiara ogni centesimo donato in beneficienza con la stessa cura di un’etichetta sartoriale. Il suo successo? Una silhouette morbida, una palette neutra e un’etica rigorosa. È la dimostrazione vivente che si può diventare miliardari vendendo “semplice” cashmere, ma con una narrazione potente e visione a lungo termine.

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(Photo by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Da Moncler a Diesel: chi sale (e chi resiste)

Remo Ruffini, l’uomo dietro il successo globale di Moncler, vanta un patrimonio di 3,7 miliardi. Ha trasformato un piumino tecnico in oggetto del desiderio fashion, grazie a operazioni di branding chirurgiche e collaborazioni con stilisti come Pierpaolo Piccioli e Rick Owens. Il Moncler Genius? Non solo una trovata geniale, ma anche una macchina da cash flow.

Segue Renzo Rosso, fondatore di Diesel e oggi a capo del gruppo OTB, che comprende Maison Margiela, Jil Sander, Marni e Viktor & Rolf. Il suo patrimonio? 3,6 miliardi. Con il suo mix di imprenditoria punk e visione industriale, Rosso è una delle voci più attive e ascoltate del sistema moda italiano.
E non dimentichiamo i Benetton: Luciano, Giuliana, Sabrina e Barbara, con patrimoni tra i 3,6 e 1,6 miliardi, restano protagonisti dell’industria, nonostante i riflettori si siano un po’ spostati.

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Photo by Jeff Spicer/Getty Images for BFC)

Dolce & Gabbana, Bulgari, Della Valle & co.

Chiudono la classifica i “solidi” del lusso italiano: Domenico Dolce e Stefano Gabbana, con 2,4 miliardi ciascuno, nonostante il brand non sia quotato e resti tra i più riservati del settore. Poi Nicola e Paolo Bulgari, gli ultimi eredi della celebre maison di gioielli (ora parte del colosso LVMH), e Diego Della Valle, patron di Tod’s, con 1,4 miliardi. Anche Sandro Veronesi, CEO di Oniverse (ex Calzedonia Group), si è ritagliato un posto nella lista con 1,6 miliardi, dimostrando che anche l’intimo (e il fast fashion italiano) possono valere oro.

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(Photo by Matteo Rossetti/Archivio Matteo Rossetti/Mondadori Portfolio via Getty Images)