Stampa Check: storia di un must del menswear che torna per l’autunno inverno 2025 2026 
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Stampa Check: storia di un must del menswear che torna per l’autunno inverno 2025 2026 

di Giulio Solfrizzi

Quadri, scacchi, tartan, scozzese… Che autunno-inverno sarebbe senza questa stampa evergreen addosso? Da secoli la stampa Check è al fianco degli uomini

Ogni stagione fredda ha i suoi rituali: il cambio dell’armadio, i cappotti che tornano a sfilare per le strade e, immancabilmente, la stampa Check che si riappropriano del guardaroba maschile. Com’è successo per l’autunno inverno 2025 2026. Dalle reinterpretazioni concettuali di Prada, che gioca su contrasti cromatici e geometrie volutamente imperfette, fino al ritorno alle origini di Burberry.

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Burberry autunno inverno 2025 2026

Dalle Highlands alla City: le origini della stampa Check

La sua storia affonda le sue radici nelle Highlands scozzesi, dove ogni clan portava con orgoglio il proprio tartan, ovvero un intreccio di linee e colori che identificava appartenenze e alleanze. Inizialmente tessuto in lana grossa e utilizzato per proteggersi dal clima rigido, simboleggiava l’identità sociale. Poi è cambiato tutto, ancora una volta.

Nel XVIII secolo, dopo la ribellione giacobita del 1745, l’uso del tartan fu vietato dal governo britannico, proprio perché considerato un simbolo politico di resistenza. Quando il divieto cadde, il tessuto tornò a vivere un periodo d’oro, diffondendosi dalle brughiere scozzesi fino alle sartorie londinesi. Da allora, la stampa a quadri ha attraversato mode, secoli e confini, passando dalla nobiltà britannica alle subculture punk, dai college americani ai red carpet contemporanei.

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Il Check nel menswear del Novecento: tra classicismo e ribellione

Il Novecento ha consacrato il check come una delle stampe più versatili dell’abbigliamento maschile. Negli anni ’20 e ’30, i gentlemen britannici lo sfoggiavano su abiti di tweed e giacche sportive. A seguire, con l’arrivo degli anni ’60 e dei movimenti giovanili del tempo — che rivoluzionarono la cultura —, il tartan venne reinterpretato in chiave mod e rock. Sean Connery, Mick Jagger e Paul Weller dote.

Ma fu nelle due decadi successive, quindi negli anni ’70 e ’80, che il check rivelò la sua anima ribelle. Il movimento punk, guidato da Vivienne Westwood e Malcolm McLaren, ha trasformato il tartan in un manifesto di provocazione. Strappato, reinterpretato, combinato con borchie e pelle Un simbolo di opposizione all’establishment, ribaltando il suo significato originario di ordine e tradizione.

Questa stampa ha continuato a reinventarsi attraverso la lente degli autori della moda e i talenti della musica. Dal minimalismo giapponese di Comme des Garçons al grunge anni ’90 di Kurt Cobain, fino ai trench iconici di Burberry che ne hanno fatto un segno distintivo del lusso britannico. Ancora oggi.

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Boy George dei Culture Club

La “nuova vecchia” stampa Check nella moda

Difatti, nel 2025, la stampa Check è protagonista del guardaroba maschile. Non più solo un retaggio vintage, ma linguaggio contemporaneo. E le collezioni autunno inverno 2025 2026 lo confermano proponendo versioni filtrate attraverso nuove tecniche, materiali e proporzioni.

Ad esempio, Prada ne fa un esperimento grafico, quasi digitale: quadri sovrapposti, colori acidi e accostamenti inediti, come il giallo zafferano su grigio antracite. L’idea è destrutturare il classico per raccontare la complessità dell’uomo moderno, tra nostalgia e innovazione. Burberry, invece, riabbraccia la sua eredità con orgoglio. Daniel Lee riporta in passerella il Check declinandolo però in chiave oversize e materica: lana bouclé, mohair e cashmere si fondono in pattern tridimensionali quanto artistici.

Non mancano reinterpretazioni anche da parte di altri, come Saint Laurent, che esplorano varianti monocromatiche. A conferma che la stampa Check sia oggi un alfabeto visivo a disposizione della creatività.

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Saint Laurent autunno inverno 2025 2026

Come indossare oggi la stampa Check

Il segreto per indossarla nell’AI 2025 2026 è l’equilibrio tra la sovrapposizione di pattern (il cosiddetto “mix & match”) e l’intelligenza dell’abbinamento: per esempio, giacche in tartan abbinabili a pantaloni neutri e cappotti doppiopetto con Check macro su maglie a coste o pantaloni in lana liscia.

Il tartan resta sempre una trama di fili e storie, un simbolo di continuità che accompagna l’uomo nella sua evoluzione stilistica. E ogni volta che torna, lo fa con una nuova veste: più sofisticata, più consapevole, ma sempre fedele alla sua natura intramontabile.

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