The talented Mr. Griezmann

The talented Mr. Griezmann

di Xavi Sancho

Leader dell’Atletico Madrid e punto di riferimento della nazionale francese. È lui il calciatore più interessante di oggi?

Come testimoniato dal colore dei suoi capelli, Antoine Griezmann (Mâcon, Francia, 32 anni) è felice. Volto della collezione maschile di Mango e ambassador di Move Forward, un nuovo concept dell’azienda improntato sul miglioramento personale, Griezmann si muove con disinvoltura durante lo shooting. Si passa una mano sui capelli rasati e ossigenati (in questo momento di color arcobaleno). «Mi danno sicurezza», rivela. Originario di un comune del dipartimento della Saona e Loira, risiede in Spagna dal 2009, quando, all’età di 13 anni, iniziò a giocare per la Real Sociedad. Tra il 2014 e il 2019 militò nell’Atletico Madrid, dove fu il giocatore di punta, piazzandosi al terzo posto nella classifica del Pallone d’Oro nel 2016. In quel periodo conquistò anche la vittoria con la nazionale francese ai Mondiali del 2018.

A quel punto passò al Barcellona, una decisione molto discussa. Nel 2021, però, è tornato all’Atletico. E i tifosi lo adorano. Griezmann è uno dei baluardi di un contesto calcistico un po’ svilito a causa delle ristrettezze economiche che, nell’ estate del 2023, ha venduto molto più di quanto abbia comprato. «Se se ne andasse, sarebbe un disastro», afferma Alfredo Relaño, presidente onorario del quotidiano As. Una dichiarazione che la dice lunga sullo status del calciatore in Spagna. «Non credo che stia per andarsene, né che lo farà mai. Ormai gli vengono perdonate persino le sue acconciature», scherza il giornalista. Quest’estate diversi siti specializzati in calciomercato hanno ventilato la possibilità che Griezmann stesse contrattando con alcune società del Medio Oriente, grande catalizzatore del mercato nei mesi scorsi. «Il futuro della Liga è complicato. Non molti anni fa, i migliori 11 calciatori della stagione nominati dalla UEFA giocavano in Spagna», ricorda Relaño. E oggi ce n’è qualcuno? «Beh, uno ci sarebbe: Griezmann».


Giacca e camicia Mango

Due anni fa, tutto questo sarebbe stato impensabile. Tra il luglio 2019 e il settembre 2021, Griezmann militò nel Barcellona, che per lui sborsò 120 milioni di euro. Ma non fu una giocata vincente. A Madrid, la devozione dei tifosi si trasformò in avversione. E Griezmann si trovò di fronte a una tifoseria che dubitava della sua idoneità a giocare nel Barcellona, una società sull’orlo del declino, segnata dal trauma dell’addio di Messi. «Andare al Barça è stato un errore, la squadra era dominata dalla supremazia di Messi, che prima dell’arrivo di Griezmann sperava nel ritorno al Barcellona di Neymar, allora al PSG. Griezmann ha resistito come meglio poteva. In seguito ha avuto l’umiltà di ammettere il suo errore», dice Relaño.
Il ritorno di Griezmann non è stato indolore. All’inizio della scorsa stagione poteva giocare soltanto mezz’ora. Allo scoccare del 60° minuto entrava in campo. La sua società —di nuovo l’Atletico Madrid— non poteva concedergli di giocare partite complete: una clausola firmata con il Barcellona prevedeva l’obbligo di riscatto se avesse raggiunto un certo numero di minuti di gioco. Alla fine, i Colchoneros hanno sborsato 20 milioni per lui. Altri si sarebbero arresi per lo sconforto. Griezmann no. «Nei 30 minuti in cui scendevo in campo ho sempre dato il meglio».

Come se non bastasse, la squadra non è andata oltre i gironi di qualificazione di Champions. Così, a fine novembre 2022, Griezmann è stato convocato dalla nazionale francese, che si preparava a disputare i Mondiali in Qatar, giocando “a singhiozzo” e finendo eliminato senza togliersi lo sfizio di entrare in Europa League. «Quando sono stato convocato, l’allenatore mi ha detto che avrei giocato a centrocampo. Questo mi ha causato un bel po’ di stress. Tuttavia mi sono allenato duramente e sono arrivato ai Mondiali con entusiasmo», ricorda l’attaccante. Il 18 dicembre 2022, il New York Times scrisse che il giocatore più decisivo della squadra francese non era la sua star, Kylian Mbappé, né il capocannoniere, Olivier Giroud, bensì un marginale attaccante trasformato in centrocampista, con un colore di capelli sorprendente: Antoine Griezmann. Si schermisce dai complimenti: «Non so se sarò ancora ai vertici del team; di sicuro, ora ci si aspetta di più da me».


Cappotto, cardigan e je- ans Mango, maglia e guanti Isa Boulder

Negli ultimi tre anni, il percorso di Griezmann è stato abbastanza turbolento, dentro e fuori dal campo. Inaspettatamente, il suo manager ci invita ad approfondire alcuni aspetti della sua vita privata. Sembra che tutto ciò che ha vissuto l’abbia aiutato a crescere, sia come sportivo sia come persona. Ci spiega che i tempi in cui giocava a Fortnite sono finiti perché ora, quando è a casa, con tre figli, non fa altro che «pitturare unghie o fare il caffè con Alba (la più piccola, ndr) perché le piace prepararlo». I videogiochi sono stati rimpiazzati da passioni analogiche, come guardare la NFL, la lega di football americano, alla quale si è appassionato da un paio di stagioni. «Partecipo anche a un fantagioco con alcuni amici, tra cui Koke (compagno di squadra nell’Atletico, ndr)». Amaro, il figlio di quattro anni, sembra seguire le sue orme: «Mi ha impressionato: le cose gli riescono in maniera naturale. Non si stacca mai dalla palla e in questo mi somiglia». Piuttosto che di calcio, preferisce parlare di Écurie Griezmann, la scuderia di cavalli da corsa che ha fondato nel 2020. «È una passione ereditata da mio padre. Lavoriamo con persone davvero competenti e ora mi sto godendo i progressi raggiunti. Mi è sempre piaciuto osservare mio padre e ora sono ancora più interessato, perché sono coinvolto in prima persona», afferma.

Come quasi tutti i calciatori che possono far chiudere e riservare per loro qualsiasi negozio di lusso in qualsiasi momento, Griezmann è appassionato di moda. Per questa collaborazione con Mango, dice di aver cercato di mettersi più in gioco e non esclude di immergersi sempre di più nel mondo della moda, che lo affascina e lo diverte. Ha trovato il proprio stile e ha preso in mano le redini del suo look. «Sono sempre in contatto con Mango, chiedo sempre come vanno le collezioni. Quest’anno mi hanno proposto di fare una capsule o qualcosa del genere. Spesso ridiamo del fatto che quando non mi piace qualcosa me lo si legge in faccia. Sono contento che siano tornati di moda i pantaloni larghi; per i calciatori è impossibile indossare quelli stretti. La mia vita e i miei polpacci creano molti problemi agli stilisti».

Nella foto di apertura giacca Mango, maglia Courrèges. 
Make up: Mathew Tuozzoli. Styling assistants: Irene Monje, Lucía Sobas.