Il deserto dei Gobi, le sorgenti termali, le notti in tenda. Viaggio al centro della Terra dal Cielo Blu

Ritmi lenti, cieli di un blu intenso e pianure sconfinate punteggiate soltanto qua e là dalle tipiche tende dei popoli nomadi. È la Mongolia, il Paese della caotica capitale Ulaanbaatar, dell’antico centro dell’impero Karakorum, dell’impervio deserto del Gobi e dei territori silenziosi e incontaminati dove la maggior parte della popolazione discendente da Gengis Khan non ha ancora una residenza stabile. Come la trazione millenaria comanda.

Soggiorno in tenda Per questo dormire in una delle tante ger, le tende che vengono montate e smontate alla fine di ogni stagione e che si trovano anche nelle periferie, è una di quelle esperienze che fanno entrare a contatto diretto con la cultura e l’ospitalità mongola. Accolti nella tenda agli ospiti viene offerta una zuppa di carne di montone, formaggio secco, yogurt innaffiati da airag (latte di cammello fermentato) e vodka.

La festa Il Nadaam Festival, che quest’anno viene festeggiato l’11 e il 12 luglio, richiama nella capitale Ulaanbaatar centinaia di migliaia di persone da tutte le regioni e rievoca le gesta di Genghis Khan con musiche, danze in stile medievale e gare di ogni tipo. Dal tiro con l’arco, alla lotta, alle corse a cavallo per conquistare il titolo di Leone della Mongolia.

Il deserto L’escursione termica del Gobi passa dai 50 gradi sottozero d’inverno ai 45 gradi in estate questo fa si che il deserto sia abitato soltanto da alcuni gruppi di nomadi e da animali rari come l’asino selvatico o il cavallo Przewalski. Ma le vere dune di sabbia si raggiungono soltanto a Khongoryn Els. Di un’altezza di 300 metri, un’ampiezza di 12 km e una lunghezza di circa 100 km sono chiamate “dune urlanti” perché al soffiare del vento questo, alzando la sabbia, produce un suono simile a un forte canto. Un vero spettacolo naturale.

Rovine di Kharakorum Degli oltre 60 templi presenti in origine, la Rivoluzione Culturale cinese ne ha risparmiati soltanto tre. Per questo il più antico tempio buddista Erdene Zuu sorto sulle rovine dell’antica capitale del temibile Impero Mongolo di Gengis Khan è una tappa obbligata.

Una Jacuzzi naturale Le sorgenti termali di Tsenkher vengono considerate l’idromassaggio naturale della Mongolia. Le acque raggiungono una temperatura di 60-80 gradi e sono l’ideale per rilassarsi anche soltanto qualche minuto dopo il lungo e faticoso viaggio in jeep o a cavallo.