Da veicolo militare a status symbol, da Lara Croft al made in Italy: l’insolito tragitto di un’auto-icona
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Una Jeep.
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Natali militari – Nel luglio 1940 l’Esercito Usa cerca un “veicolo leggero da ricognizione” per sostituire le motociclette. Dev’essere robusto, rettangolare, leggero: 590 chili al massimo, con la trazione integrale e due ridotte.
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Un nome, un destino – In 49 giorni Willys-Overland, American Bantam e Ford, creano la Willys. È per tutti “Jeep”: dalla sigla “GP”, dal gergo militare “General Purpose”. O per “Eugene the Jeep”, personaggio delle strisce di Braccio di Ferro.
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American Way (of life) – Dal Dopoguerra ai Sessanta, l’America s’impossessa dei tramonti hollywoodiani. Negli Happy Days i soldati(ni) sono solo giocattoli e dalle città si viaggia verso la libertà sulle robuste Jeep, station wagon 4×4.
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Nasce il Suv – Nel 1962 compare la Jeep Wagoneer: con trasmissione automatica, è di fatto il primo Suv. Già nel 1965 il motore sale a 8 cilindri per correre anche in strada, e andare più velocemente verso i capanni al lago.
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Yuppies à go go – Fra gli ’80 e i ’90, ai primi yuppies di Manhattan rispondono i paninari: libertà ed eccessi li accomunano, come l’anticonformismo benestante ostentato (rispettivamente) dai Grand Wagoneer, Cherokee e Renegade.
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Tomb Raider – Al nuovo Millennio si affaccia un’eroina mozzafiato che viene dritta dai videogiochi: al cinema Lara Croft guida Wrangler in Tomb Raider 2: La culla della vita, con le forme e i panni mozzafiato di Angelina Jolie.
Dopo la parentesi che apre i Duemila con il passaggio sotto le insegne Chrysler-Mercedes, nel 2009 il marchio americano raggiunge Fiat. Il primo modello italo-americano si chiama Renegade, proprio come quello mitico che milioni di ragazzi seduti davanti alla serie tv Hazzard negli anni Ottanta hanno sognato, guidato dall’indimenticabile Daisy Duke. La prima Jeep (leggi le novità sulla Jeep ) della storia costruita al di fuori dell’America (si fabbrica a Melfi) in sinergia fra Torino e Detroit ha interni ispirati alla 500, segue le orme della mitica Willys ma è completamente nuova. A cominciare dalla piattaforma di gruppo Small Wide 4×4, su cui nascerà anche la 500X, e offre due avanzati sistemi di trazione integrale. Fra i piccoli Suv è il primo a lasciar disinserire la trazione posteriore a comando, per ridurre i consumi durante la marcia su strade regolari e per favorire il lavoro dei 4 motori benzina MultiAir e dei 2 Diesel MultiJet II.