Storia a tappe dell’utilitaria di lusso di tre generazioni
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Una sera, a cena – Londra, 1957. Sir Alec Issigonis, mentre aspetta di cenare al ristorante, disegna su un tovagliolo. E inventa la Mini. British Motor Corporation produrrà le prime Morris Mini Minor e Austin Seven il 26 agosto 1959.
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Piccola così – Mary Quant accorcia le gonne rendendo in un attimo felici milioni di uomini. Mini diventa la veloce Cooper e piace per i suoi tratti rotondi, le dimensioni ridotte, la trazione anteriore e il carattere indomito.
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Icona Sixties – Esplodono gli Swinging Sixties e Mini è l’auto per tutti, che conquista (anche) le celebrity. La più democratica delle fuoriserie ma anche la più lussuosa delle utilitarie è un simbolo, come il Concorde o la Union Jack.
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Pit stop – Il 5 ottobre 2000, con la vettura n° 5.387.862, la vecchia Mini lascia la scena. L’anno dopo nasce la Mini by Bmw: più grande e moderna, è così sexy da contagiare la Hollywood di Austin Powers e The Italian Job.
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Mini estensioni – Negli anni Duemila la gamma Mini cresce con i modelli Cabrio, Clubman, e, per la prima volta, Countryman, una quattro porte con trazione 4×4. Si pensa persino a un Mini-scooter elettrico antitraffico.
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Classica e hi-tech – A oltre 50 anni dalla prima Mini, e a 10 anni dalla rinascita, è tempo di rinnovarsi: il prototipo Rocketman mostra materiali e soluzioni innovative. Ormai si è pronti per l’auto della terza generazione.
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L’appuntamento è fissato per il 18 novembre: a Londra un grande party saluta il nuovo modello Mini, dal giorno seguente sotto i riflettori dei motor show di Los Angeles e Tokyo. Più grande e rivisitata nei tratti (che ancora ricalcano, evolvendoli, gli originali disegnati da Issigonis nei Cinquanta), la terza generazione di questa vettura segna la rivoluzione meccanica che oggi vuole maggiore potenza, minori consumi, riduzione di emissioni nocive. Se esteticamente il carattere non tradisce i codici originali, sotto il cofano i motori diventano potenti twin-turbo, hanno tre e quattro cilindri da 1,5 e 2 litri e promettono prestazioni mai viste prima. L’abitacolo, sempre caratterizzato dal grande strumento centrale, accoglie tutte le più irrinunciabili fissazioni contemporanee: dalla connessione always on agli ausili elettronici per una guida sicura ed efficiente.