Tatuaggio polinesiano: le isole Samoa
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Tatuaggio polinesiano: le isole Samoa

di Oldranda

Da una leggenda nasce la storia del tatuaggio maschile e femminile

A parlare è #Oldranda, ovvero Andrea Gatti – che tra le mille passioni (oltre a musica, cani, scarpe) ha anche quella del tatuaggio. Qui, ogni settimana, ne racconta l’arte, le scuole, gli stili, i personaggi più importanti al mondo. Buona lettura.

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Tra le mille leggende delle isole Samoa si narra che due sorelle gemelle metà umane e metà dee, di nome Tilafaiga e Taema, intrapresero un viaggio a nuoto dalle isole Fiji alle Samoa, portando con sè un cesto contenente gli antichi strumenti sacri mandati dagli dei per eseguire il tatuaggio Polinesiano. Mentre nuotavano intonavano canti idilliaci, canzoni che parlavano del diritto che avevano le donne di tatuarsi e gli uomini no.

Nuotando tra le onde mentre si avvicinavano alla costa dell’isola di Savai’i, videro un grosso mollusco sott’acqua, si immersero per prenderlo ma quando emersero e ripresero a cantare, i testi delle loro canzoni cambiarono, ora le canzoni dicevano che solo gli uomini avevano il diritto di tatuarsi e le donne non più. Nelle isole Samoa questa canzone è conosciuta con il nome di “Pe’a “o “Tatau”.

Nonostante il cambiamento del testo le donne polinesiane potevano tatuarsi, esistono tavole apposite per il tatuaggio femminile.

Non possiamo ignorare le similitudini tra le sirene avvistate dai marinai europei durande i loro viaggi e le dee protagoniste di questa mitologica storia che basa le sue radici nella tradizione Polinesiana.

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E’ così che i Samoani impararono a tatuarsi dagli dei, a tramandare i sacri strumenti e la conoscenza del tattoo in tutte le isole della Polinesia.

Curiosità: Una volta compiuti i 14 anni di età i ragazzi polinesiani potevano farsi il primo tatuaggio. Era un’iniziazione, una forma di passaggio tra l’essere bambini a uomini. Essere tatuati significava diventare maturi.