Questione di metodo. Come lo sport e l’alimentazione possono cambiare la tua vita

Questione di metodo. Come lo sport e l’alimentazione possono cambiare la tua vita

di Michela Marra

Sport e alimentazione possono fare la differenza nel migliorare la propria vita. L’importante è avere metodo, come insegna Filippo Ongaro, ex medico degli astronauti, che spiega a Icon come, attraverso un mix di scelte consapevoli, è possibile raggiungere risultati duraturi

Cambiare le proprie abitudini per vivere meglio e più a lungo non è impresa da poco. Lo sa bene il dottor Filippo Ongaro, ex medico degli astronauti dell’Agenzia Spaziale ESA e ora Longevity & Lifestyle Coach nonché ideatore – insieme a sua moglie Sonja che è stata psicologa e coach degli astronauti sempre presso l’ESA -del Metodo Ongaro®, un percorso di potenziamento psico-fisico che vuole fornire gli strumenti per il cambiamento delle abitudini e la crescita personale. Icon lo ha incontrato per capire come questo metodo può essere utile a chi vuole trasformare il proprio stile di vita e renderlo “a prova di invecchiamento”.

Lei è un Longevity Coach. In cosa consiste il suo lavoro e cosa significa per lei longevità sana e attiva?

Il mio metodo e il mio lavoro nascono dalla mia lunga esperienza come medico. In tutti questi anni mi sono reso conto che i suggerimenti e i programmi personalizzati, benché fondamentali per un allenamento o per un regime alimentare, non sono sufficienti per il raggiungimento degli obiettivi. La maggior parte delle persone, infatti, pur sapendo cosa deve fare per modificare il proprio stile di vita, spesso lascia le cose…a metà. Il longevity coach – una figura che si è formata nel ramo del coaching – lavora proprio su questo attraverso un approccio multidisciplinare e non solo tecnico. Cerchiamo di capire la logica che c’è dietro le abitudini delle persone facendo riferimento alle ricerche delle neuroscienze le quali ci dicono che la chiave di tutto è la gratificazione. Qualsiasi modello di cambiamento che punta a migliorare la longevità delle persone – intensa come riuscire a vivere più anni in salute – deve contemplare momenti di piacere e di gratificazione e mettere da parte il solito approccio fatto di rinunce.

filippo ongaro

Lei ha studiato i migliori protocolli per l’alimentazione e l’allenamento degli astronauti di cui parla anche nel suo ultimo libro “Missione Longevità. Dall’esperienza con gli astronauti le strategie per vivere bene e a lungo” edito da Sperling & Kupfer (2023): cosa cambia con chi fa un lavoro…a terra?

A causa della gravità e dell’esposizione alle radiazioni, gli astronauti hanno un’accelerazione dei processi di invecchiamento. Quello che loro vivono in sei mesi, qui sulla terra si vede in dieci anni. I processi alla base, però, sono uguali per tutti. Come le variabili, ormai note, che vanno dalla nutrizione all’allenamento fisico, dalla gestione dello stress all’assunzione di nutraceutici.

Partiamo dall’allenamento: qual è il legame con la longevità?

Nell’ottica della longevità dobbiamo sapere quali sono le funzioni che perdiamo con il passare del tempo e quali tipi di allenamento possono preservarle al meglio. Sappiamo che con il passare del tempo, già dai 30 anni, abbiamo un calo della massa muscolare. La corsa e la camminata – utili come supporto alla funzione cardiocircolatoria – da soli non possono bastare. Quello che dobbiamo fare è sviluppare delle contromisure: studiare la situazione di partenza, stabilire gli obiettivi da raggiungere e poi il tipo di lavoro da fare.

C’è una tipologia di allenamento da preferire rispetto a un’altra? E come scegliere quello giusto per noi?

Io consiglio sempre di evitare di fare sport che possano accentuare i rischi di infortuni, più difficili da gestire con il passare del tempo. Ma sulla tipologia di attività fisica il concetto è chiaro: è inutile scegliere uno sport che non piace. Per esempio, so che devo fare pesi per incrementare la massa muscolare ma non amo fare pesistica in palestra? Risolviamo con una serie di attività simili, ovvero che abbiano lo stesso effetto sulla massa muscolare. Oppure partiamo con pesi minori e inseriamo gli esercizi in un percorso che piano piano si avvicinerà a quello ottimale. Quando parlo di mindset intendo proprio questo. Non andare dritti su quello che porta risultati immediati ma lavorare con qualcosa che, piano piano, aiuterà ad acquisire le giuste abitudini fino ad arrivare alla situazione ideale.

filippo ongaro
Credit ph: GettyImages

Poi c’è il discorso dell’alimentazione…

Da anni si sa che una manipolazione e una riduzione dell’introito calorico possono ottimizzare il processo di rigenerazione cellulare. La strategia giusta, però, può essere individuata soltanto da un nutrizionista che valuterà le condizioni di partenza della persona. In realtà, quello che conta davvero è capire cosa facciamo nelle ore in cui non mangiamo. Da tutti questi elementi – attività fisica inclusa – possiamo capire quale tipo di dieta possa fare al caso nostro.

Perché i nutraceutici sono così importanti? Come usarli al meglio?

Gli integratori sono la “ciliegina sulla torta” perché, se tutto è fatto bene, allora possono aiutare a mantenere in una situazione ottimale tutti i processi metabolici. L’alimentazione, infatti, non riesce da sola a dare tutto ed eventuali microcarenze possono accelerare il processo di invecchiamento. Molto utili, per esempio, possono essere i complessi multivitaminici contenenti – oltre alle vitamina del gruppo B, E, A, D e C – anche rame, zinco, selenio, manganese e astaxantina, un carotenoide con potente protezione antiossidante, antinfiammatoria e vasoprotettiva. Altro elemento importanti è la quercetina, un polifenolo con una forte azione antinfiammatoria e antiossidante, e proprietà cardioprotettive, neuroprotettive e neurotrofiche. Infine il pterostilbene, uno stilbenoide con azione protettiva sul cuore e i vasi, che facilita il dimagrimento, regola la glicemia, protegge il fegato e il cervello. Come sempre anche l’assunzione di nutraceutici va valutata dagli esperti.