La storia del tattoo in mostra a Parigi al Museo Du Quai Branly

Il tatuaggio è una cosa seria. Nel corso della sua storia infatti ha assunto diversi significati:  segno punitivo, codice segreto, simbolo di appartenenza tribale. Ora finalmente il Musée Du Quai Branly gli rende omaggio con la mostra Tatoueurs, Tatoués, a Parigi fino al prossimo 18 Ottobre. L’esposizione a cura del duo Anne & Julien, fondatori della rivista d’arte HEY, nobilita questo antico segno, e lo identifica come vera e propria forma di espressione artistica.

La mostra e gli artisti. All’interno del percorso sono presenti 300 opere tra fotografie, stampe, disegni e oggetti d’epoca. I curatori, per la mostra parigina, hanno riunito alcuni tra i tatuatori più famosi del mondo, come ad esempio il tatuatore francese Tin-tin, il giapponese Horiyoshi III , lo svizzero Filip Leu, l’americano Jack Rudy, il britannico Xed LeHead e l’artista polinesiano Chime, i quali hanno creato appositamente per l’occasione due tipi di lavori inerenti la storia del tatuaggio nel modo: uno chiamato Future Tatoo Projects e l’altro Fantasy Project. Usando macchinette elettriche, o strumenti tradizionali, questi ultimi hanno realizzato i loro ”art-work” – in maniera sorprendente, su tele o su delle forme in silicone che riproducono parti del corpo umano.

Non solo tatoo. Oltre alle opere di questi grandi maestri, la mostra offre un vero e proprio percorso storico-antropologico sul tatuaggio e sulle sue origini: dalle società dell’antico Impero Romano, in cui si utilizzava per marchiare i prigionieri di guerra, ai giorni oggi in cui è diventato simbolo di appartenenza ad un determinato movimento sociale, che segna non solo la pelle, ma anche l’anima.

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