Perché continui a procrastinare? La vera causa non è la pigrizia

Perché continui a procrastinare? La vera causa non è la pigrizia

di Gianmarco Tauriello

Altro che svogliatezza: rimandare tutto a domani potrebbe essere il sintomo di qualcosa di molto più profondo. Ecco cosa dice la scienza

Chi non ha mai detto almeno una volta nella vita: “Lo faccio dopo”? La procrastinazione è uno dei comportamenti più diffusi nell’era contemporanea. Ma a dispetto della convinzione comune, non ha nulla a che vedere con la mancanza di volontà o con la pigrizia. Secondo numerose ricerche psicologiche, rimandare è spesso un meccanismo di difesa: un modo (più o meno conscio) per proteggersi da emozioni spiacevoli come l’ansia, l’autocritica o la paura del fallimento.

Non è questione di tempo, ma di emozioni

In molti casi, chi procrastina non è disorganizzato o incapace di gestire la propria agenda. Al contrario, si tratta spesso di persone estremamente capaci che si bloccano davanti a un compito perché quel compito attiva una reazione emotiva negativa. Una presentazione importante, una telefonata scomoda, anche una semplice email possono diventare ostacoli insormontabili quando si associano a sentimenti di insicurezza o pressione.


La scienza conferma: procrastiniamo per evitare il disagio

Uno studio pubblicato sul Journal of Behavioral Medicine ha dimostrato che la procrastinazione è strettamente legata alla regolazione emotiva: chi ha difficoltà a gestire lo stress e l’ansia tende a posticipare le attività più impegnative. Rimandare, in questo contesto, è una forma di sollievo temporaneo che però, nel lungo periodo, peggiora il nostro benessere mentale e aumenta il senso di colpa.

Il paradosso della produttività

Viviamo in una società che celebra la performance e il multitasking, ma questo paradossalmente ha aumentato i livelli di procrastinazione. Più siamo sottoposti a pressioni esterne e aspettative elevate, più tendiamo a rimandare le attività che mettono in gioco la nostra autostima. Il problema, quindi, non è fare poco, ma sentirsi perennemente inadeguati rispetto agli standard che ci imponiamo.


Cosa puoi fare (davvero) per smettere

Per superare la procrastinazione non basta fare to-do list o usare app per la produttività. Il primo passo è riconoscere le emozioni che ti portano a rimandare. Poi puoi provare strategie come:

  • suddividere il compito in micro-task affrontabili;
  • iniziare da ciò che ti crea meno resistenza;
  • creare un ambiente che favorisca la concentrazione;
  • accettare di non essere perfetto.

E se senti che il procrastinare sta minando la tua salute mentale o la tua qualità della vita, non sottovalutare l’idea di parlarne con uno psicologo.