Arte e profumo: gli artisti che sollecitano i sensi
Molti artisti sono noti per aver incorporato il profumo nella loro pratica artistica, creando esperienze coinvolgenti e multisensoriali.
Alcuni artisti, sia recenti che passati, hanno usato il profumo come mezzo per evocare emozioni, ricordi o atmosfere specifiche, mentre altri esplorano gli aspetti culturali e sociali della fragranza.
Se dovessimo scrivere una data in cui il ‘profumo’ entra ufficialmente nella storia dell’arte, dovremmo andare indietro di oltre un secolo quando nel Manifesto Futurista, l’esaltazione dei sensi comprendeva anche l’olfatto. Charles Carrè nel 1910 e Filippo Marinetti nel 1912, hanno firmato il “Manifesto dei suoni, rumori, odori”, un documento che dichiarava la piena attivazione delle percezioni nei quadri, siano esse visive, sonore e, appunto, olfattive. Come affermava Marinetti: “dal punto di vista della forma: vi sono  suoni , rumori e odori concavi e convessi, triangolari, ellittici , oblunghi, conici, sferici, a spirale, ecc. “. Di opere dove il profumo o, se vogliamo allargarne il concetto, l’odore è al centro del lavoro degli artisti, ce ne sono tantissime. A partire dalla famosissima Air de Paris di Marcel Duchamp: un’ampolla di vetro sigillata contenente 50 cc d’aria di Parigi. Un concetto analogo è ripreso da Piero Manzoni nella serie Fiato d’artista del 1960 che consisteva nel riempire un palloncino con il suo stesso respiro. 
Nel 1967, in pieni anni di Arte Povera, Jannis Kounellis e Giuseppe Penone utilizzano nelle loro opere materiali organici, sostanze chimiche, materie plastiche, stracci, scarti industriali: gli effetti sensoriali, anche se non controllati, sono fondamentali per immergersi nel loro lavoro, fatto appunto di materiali organici come foglie e legni che con il tempo creano nei luoghi espositivi delle forti essenze olfattive.
Tra gli artisti più recenti che hanno fatto dell’olfatto uno dei sensi fondamentali per la comprensione della loro opera, è sicuramente da citare il brasiliano Ernesto Neto. Le sue opere sono caratterizzate da sacche biomorfe appese al soffitto che possono essere toccate e talvolta calpesate. In alcune installazioni l’artista ha riempito le sacche di spezie profumate come la curcuma, curry, chiodi di garofano, zafferano e pepe. Queste traspirano nello spazio dove sono installate, creando intense atmosfere olfattive, ma non solo, spesse le enormi sacche di spezie formano grandi macchie di colore giallo, nero, viola e arancione sul pavimento.
Sissel Tolaas, artista olfattiva berlinese, crea “paesaggi olfattivi” raccogliendo e riproducendo odori provenienti da diversi ambienti. Il suo lavoro esplora spesso le implicazioni sociali e politiche dell’olfatto, sfidando le nostre percezioni e sensibilizzandoci sulla dimensione olfattiva del nostro quotidiano. Dal 2018 Tolaas lavora a un archivio degli oceani del mondo e a un progetto sulla morbilità e il degrado di grandi metropoli. Nel 2016 ha lanciato il primo kit di memoria olfattiva al mondo che comprende migliaia di essenze riprodotte chimicamente. Allargando la sua esperienza in fatto di profumi ed essenze, Tolaas fa spola tra grandi musei e istituzioni e collaborazioni con note case di moda, tra queste Balenciaga. A partire dal 2019, ha collaborato con questo noto marchio realizzando profumi personalizzati e scenografie per le presentazioni in passerella.
La pioniera dell’art net Olia Lialina, è nota per il suo lavoro pionieristico nell’arte digitale. Tra le sue tante ricerche Lialina esplora anche il concetto di profumo in relazione alle esperienze online. Ha creato progetti “smellware”, tentando di tradurre l’estetica digitale in forme olfattive, spingendo i confini del modo in cui percepiamo e interagiamo con l’arte sia negli spazi fisici che in quelli virtuali.
Anche Mircea Cantor, per molti versi, ha indagato l’effetto prodotto del profumo diffuso negli ambienti per creare delle particolari atmosfere. L’artista ha diffuso nelle stanze di una sua mostra a Roma del 2017  l’inconfondibile profumo di alloro mediorientale, caratteristico del sapone di Aleppo. In altre occasioni, come nella mostra “Es-senze” a Palazzo Mocenigo a Venezia nel 2022, ha esposto delle particolari installazioni dove bruciava dell’incenso. 
Anche tra gli artisti italiani, non mancano chi ha sperimentato con profumi ed essenze. Ricordiamo il lavoro dell’artista Paola Pivi, nota per le sue opere che sfidano le aspettative e le percezioni del pubblico, mostrando spesso il lato ludico e giocoso della realtà. Alla fine degli anni ’90, l’artista ha realizzato una fedele riproduzione in miniatura di divani imbevuti di profumo che impregna l’opera, la impreziosisce e ne dilata la presenza nello spazio. L’opera grondante di liquido subisce nel corso del tempo una metamorfosi del suo aspetto, al tempo stesso ironico e seducente. 
Un altro artista che ha utilizzato del profumo nel suo lavoro è Luca Vitone. Ma più che profumo dovremmo parlare di ‘odore’, di atmosfera olfattiva. Nel 2013 l’artista ha presentato, al Padiglione Italia alla 55ma Biennale di Venezia, una provocatoria scultura olfattiva creata con profumi di rabarbaro riproducenti l’odore dolciastro di amianto, essenze provenienti dalle nazioni di origine dei dirigenti di Eternit, con lo specifico obiettivo di far percepire in modo corporeo la tragedia legata all’inalazione del tossico materiale.
Altri artisti italiani che hanno fatto del profumo l’essenza delle loro opere scultoree, sono Giovanni Kronenberg e Alessandro Piangiamore. Giovanni Kroneneberg, da sempre propenso ad attuare lievi e quasi impercettibili trasformazioni di oggetti pregni di significato, ha pensato ad una serie, dal titolo Escoriazione Antropologica (2012), che consiste in delle grandi spugne di mare pescate a Lampedusa impregnate di profumo artificiale. L’essenza scelta dall’artista è stata selezionata perché, a fini commerciali, doveva evocare l’odore del mare e le sue atmosfere. 
Alessandro Piangiamore, invece, preferisce mantenere misterioso ciò che caratterizza il profumo, ossia la possibilità di poterlo annusare. L’artista ha ideato delle massicce sculture di vetro con dentro delle anse chiuse dove ha inserito del profumo che però, essendo sigillate, precludono la possibilità di percepirne l’essenza. 
		
		












