David di Donatello 2025: trionfa Vermiglio. Sul palco Timothée Chalamet
Timothée Chalamet (Photo by Getty Images)

David di Donatello 2025: trionfa Vermiglio. Sul palco Timothée Chalamet

di Simona Santoni

Il film di Maura Delpero vince sette statuette, le più preziose. E per la prima volta la miglior regia è riconosciuta a una donna. A Cinecittà c’era anche il ragazzo d’oro di Hollywood, premiato con un David Speciale. Il divo ha profuso parole gentili: «Sento una connessione profonda con l’Italia»

È Vermiglio il film trionfatore dei David di Donatello 2025, dopo un’interminabile cerimonia di premiazione condotta con simpatia ma troppa emozione da Mika ed Elena Sofia Ricci. Andata in onda ieri sera su Rai 1, è durata quasi quattro ore: un’impresa resistere, anche per gli stessi partecipanti. Troppi premi, troppi discorsi, troppe ore.

Il piccolo grande film di Maura Delpero Vermiglio si è preso 7 David, con merito, tra cui le statuette più importanti di miglior film e migliore regia, riconoscimento che per la prima volta incorona una donna.
Il grande sconfitto? Parthenope di Paolo Sorrentino, che era re delle candidature con 15 nomination (contro le 14 di Vermiglio). È tornato a casa a mani vuote (e ci sta). L’altro film con 15 candidature, Berlinguer – La grande ambizione, ha vinto invece due David.

Nella lista dei vincenti, segue con quattro statuette Le déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta, film raffinato e sorprendente che ha incassato soprattutto premi tecnici, quindi con tre L’arte della gioia di Valeria Golino e l’esordio alla regia Gloria! di Margherita Vicario, che oltre ad averci consegnato un film da applausi, sul palco degli studi di Cinecittà ha profuso tanta energia sorridente.

David Di Donatello 2025
Foto Luca Dammicco / Accademia del cinema Italiano
Maura Delpero ritira il David di Donatello per la migliore sceneggiatura
originale per il film “Vermiglio”, Roma, 7 maggio 2025

La festa di Vermiglio e di Maura Delpero

«Evviva, che bella festa!», ha salutato la serata l’attrice Elena Sofia Ricci, davanti allo stuolo di colleghi e colleghe in platea. È stato bello scorgere tra questi Nanni Moretti, che qualche settimana fa era stato colto da un malore.
Location dei David di Donatello 2025, alla 70^ edizione: lo studio 5 di Cinecittà a Roma, dove Fellini ha realizzato E la nave va e il transatlantico Rex di Amarcord.  

Vermiglio, già vincitore del Leone d’argento – Gran premio della giuria alla Mostra del cinema di Venezia, ha vinto come miglior film, regia, sceneggiatura originale, fotografia, produzione, suono e casting (nuovo riconoscimento inaugurato quest’anno).

«Grazie per l’affetto mostrato per Vermiglio, che abbiamo sentito in questi mesi», ha detto Maura Delpero, misurata e fresca, che sempre regala parole puntuali e mai banali, da incorniciare.
Quando ha ricevuto il premio per la sceneggiatura ha ringraziato così: «Grazie all’Accademia per aver votato una sceneggiatura che ha cercato una sua grammatica interna, che si è presa un rischio contro l’omologazione del linguaggio. Quando ho iniziato a scrivere mi è stato chiesto se non pensavo fosse anacronistico fare un film sulla seconda guerra mondiale. Ho risposto che la guerra è sempre attuale. E purtroppo ora lo è sempre di più. Vermiglio è un film silenziosamente e profondamente antimilitarista».

Timothée Chalamet e Kylie Jenner
Foto Luca Dammicco / Accademia del cinema Italiano
Timothée Chalamet e Kylie Jenner

Timothée Chalamet ai David di Donatello 2025

Sul fronte recitativo, migliore attrice protagonista Tecla Insolia per L’arte della gioia, migliore attore invece Elio Germano per Berlinguer – La grande ambizione, ritratto accorato dell’ex leader del Partito comunista italiano e di un’epoca di grandi ideali. L’attore romano, al sesto David vinto, protagonista di un film politico e da sempre voce anche politica, non poteva che puntare la sua attenzione sul conflitto che incendia il Medioriente: «Voglio dedicare questo premio a tutte le persone che lottano e continueranno a lottare per il raggiungimento della parità di dignità: affinché una donna abbia la stessa dignità di un uomo, un bianco di un nero, un italiano di uno straniero, un palestinese di un israeliano».

In sala, tra i tanti volti noti del cinema italiano, ce n’era uno ben abituato a celebrazioni e folle festanti. E a scintillii da Oscar. Timothée Chalamet, che quest’anno ha mancato l’Academy Award per A complete unknown, ha conquistato però il David Speciale. E non ha snobbato la serata, a cui era presente insieme alla compagna Kylie Jenner.

Sul palco per ricevere la sua statuetta, ha anche rifiutato l’auricolare per la traduzione, sfoggiando una buona comprensione dell’italiano, probabilmente maturata negli anni di collaborazione con Luca Guadagnino. Ha ringraziato però in inglese: «È un onore essere premiato da un Paese come l’Italia, ricco di storia. La comunità cinematografica italiana mi ha dato molto. Ho preso ispirazione da Fellini, da De Sica, da Ladri di bicicletta. Ho frequentato l’Italia nella mia esperienza giovanile, sono stato a Bergamo, a Crema. Ho avuto la fortuna di lavorare in un film italiano. Non ho nessun legame diretto con l’Italia ma sento una connessione profonda con questo Paese».

Oltre al ragazzo d’oro di Hollywood, a Cinecittà c’era anche il regista che a sorpresa ha dominato gli Oscar 2025. Anora, infatti, ha vinto il David come miglior film internazionale. Lo statunitense Sean Baker non è voluto mancare: «È un onore incredibile. Voglio ringraziare i votanti che vedono nel nostro film qualcosa del cinema italiano. Il cinema italiano mi ha dato forma: la commedia, il western all’italiana, il Neorealismo…  È incredibile che qui sia stato girato Le notti di Cabiria, a cui Anora è ispirato».

Foto Luca Dammicco / Accademia del cinema Italiano
Elio Germano ritira il David di Donatello per il miglior attore protagonista
per il film Berlinguer – La grande ambizione

Il caos di Valeria, le sciabolate di Pupi Avati

Il discorso di ringraziamento più caotico? Come sempre – detto con simpatia – quello di Valeria Bruni Tedeschi, al quinto David, premiata come migliore attrice protagonista per L’arte della gioia, serie tv ispirata al libro di Goliarda Sapienza, arrivata anche al cinema come film. Tra autoironia e umorismo nonsense, ha scherzato a lungo sulla sua età e sul make up avuto sul set. Per chiudere con: «Ringrazio Jasmine (Trinca, ndr), anche se non ho avuto delle scene con lei. Ringrazio Valeria (Golino, la regista, ndr), che non so neanche se è un’amica, una sorella, un doppio, meglio di me, ma spero che passeremo la vita insieme. Lavorare con persone a cui si vuole bene è una grande gioia».

Il discorso più tagliente? Quello di Pupi Avati, premiato con il David alla carriera. Come ogni buon vecchio che non ha più paura di niente, il regista 86enne non le ha mandate a dire. Dopo aver scherzato con Elena Sofia Ricci per i suoi esordi da attrice, quando sul set di Impiegati (1985) lo colpì per come recitasse male, ha preso di mira la senatrice Lucia Borgonzoni. La sottosegretaria al Ministero della Cultura aveva appena presentato l’iniziativa Cinema Revolution, per porta al cinema d’estate i film italiani a un prezzo speciale.

«La cosa di Cinema Revolution è carina, ma noi abbiamo bisogno di qualcosa di più», ha tuonato Avati. «La serata dei Davi di Donatello è una cosa meravigliosa ma non somiglia al cinema italiano. Qui c’è l’opulenza, invece normalmente ci sono piccole società cinematografiche che fanno tanta fatica».

Margherita Vicario, attrice e cantautrice al suo esordio da regista, ha illuminato tutto con la sua vitalità intelligente. Per Gloria!, spumeggiante ritratto di giovani e trascurate musiciste nella Venezia del ‘700, ha ricevuto 3 David. «Mio padre e mia madre mi hanno trasmesso la gioia della musica che crescendo mi ha sublimato i dolori», ha detto. «La realtà che ci circonda sta andando proprio male. Le protagoniste del mio film, attraverso la musica e l’arte, cercano di reagire e di non chiudere mai gli occhi. C’è frustrazione per gli orrori di cui siamo testimoni ma anche complici. Dedico questo premio a Valentina Del Re, meravigliosa violinista che ci la lasciato. Teniamo alta la barra della speranza». Per chiudere così: «Un’altra speranza? Che i nostri rappresentanti politici investano miliardi in arte, cultura, sanità e un po’ meno nelle armi».

Ecco tutti i vincitori dei David di Donatello 2025.

David di Donatello 2025
Foto Emanuele Manco / Accademia del cinema Italiano
Margherita Vicario ritira il David di Donatello per il migliore esordio alla
regia per il film “Gloria!”

David di Donatello 2025, tutti i premi

Miglior film 
Vermiglio di Maura Delpero

Miglior regia 
Maura Delpero per Vermiglio

Miglior regista esordiente 
Margherita Vicario per Gloria!

Migliore sceneggiatura originale 
Maura Delpero per Vermiglio

Migliore sceneggiatura non originale 
Valeria Golino, Luca Infascelli, Francesca Marciano, Valia Santella e Stefano Sardo per L’arte della gioia

Miglior produttore 
Francesca Andreoli, Leonardo Guerra Seràgnoli, Santiago Fondevila Sancet, Maura Delpero per Cinedora, con Rai Cinema in collaborazione con Charades (coproduzione con la Francia) e Versus (coproduzione con la Belgio) – Vermiglio

Miglior attrice protagonista
Tecla Insolia per L’arte della gioia

Miglior attore protagonista 
Elio Germano per Berlinguer – La grande ambizione

Miglior attore non protagonista 
Francesco Di Leva per Familia

Migliore attrice non protagonista
Valeria Bruni Tedeschi per L’arte della gioia

Migliore autore della fotografia
Michail Kričman per Vermiglio

Miglior montaggio
Jacopo Quadri per Berlinguer – La grande ambizione

Miglior compositore
Margherita Vicario e Davide Pavanello per Gloria!

Migliore canzone originale
Aria! (musica e testo di Margherita Vicario, Davide Pavanello, Edwyn Roberts, Andrea Bonomo e Gianluigi Fazio, interpretazione di Margherita Vicario) per il film Gloria!

Matteo Oscar Giuggioli
Foto Luca Dammicco / Accademia del cinema Italiano
Matteo Oscar Giuggioli ha vinto il David Rivelazioni italiane

Migliore scenografia
Tonino Zera, Carlotta Desmann e Maria Grazia Schirripa per Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta

Miglior suono
Dana Farzanehpour, Hervé Guyader e Emmanuel de Boissieu per Vermiglio

Migliori effetti visivi
Víctor Pérez per Napoli – New York

Miglior casting
Maurilio Mangano e Stefania Rodà per Vermiglio

Migliori costumi
Massimo Cantini Parrini per Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta

Miglior trucco
Alessandra Vita e Valentina Visintin per Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta

Migliore acconciatura
Aldo Signoretti e Domingo Santoro per Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta

Miglior film internazionale 
Anora di Sean Baker

Miglior documentario
Lirica Ucraina di Francesca Mannocchi

Miglior cortometraggio
Domenica sera di Matteo Tortone

David Giovani
Napoli – New York di Gabriele Salvatores

David dello spettatore 
Diamanti di Ferzan Özpetek (2.222.126 spettatori)

Premio Cinecittà David 70
Giuseppe Tornatore

David speciale
Timothée Chalamet
Ornella Muti

David alla carriera
Pupi Avati

David Rivelazioni italiane
Federico Cesari
Celeste Dalla Porta
Carlotta Gamba
Matteo Oscar Giuggioli
Tecla Insolia
Emanuele Palumbo