200 lavori in mostra a Lugano. Tre motivi per andarci

L’avanguardia ha un ritmo. Quello che declina nelle sue varie sfaccettature espressive. Almeno, così pensava Hans Richter, artista multiforme, pioniere del cinema sperimentale e del dadaismo tra la Germania e la Svizzera, tra i primi a giocare con le ottiche, i punti di vista e la stampa nella fotografia, insieme a Man Ray. Ma anche a lavorare con le parole attraverso i libri e i giornali, che segnavano, una volta di più, il ritmo dell’avanguardia.

E proprio così, The Rythm of the Avant-garde, si intitola la grande retrospettiva che il Museo d’Arte di Lugano dedica all’artista attraverso una collezione di 200 opere tra disegno, pittura, fotografia, cinema ed editoria. Tre ragioni per non perderla.

Una scoperta. Autore poco noto soprattutto in Italia, Hans Richter è una vera e propria scoperta. Perché i suoi lavori sono un nodo essenziale nella storia dei movimenti dadaisti europei. Perché la sua ricerca espressiva cerca di coinvolgere quanti più mezzi di comunicazione possibile: un progetto multimediale, anticipatore dei tempi.

Una spinta a sperimentare. Siate creativi! Potrebbe essere questo il sottotitolo della mostra che ha come obiettivo quello di esporre, idealmente, la spinta a sperimentare. Che significa, in questo caso, teorizzare e realizzare prodotti artistici innovativi. Dalla pittura al cinema.

Un tuffo nella storia. Si comincia intorno alla metà del Novecento, con i primi lavori inseriti nel movimento Dada, per arrivare agli anni dell’America post bellica, dove Richter si impegna in ambito cinematografico. Un excursus cronologico per leggere la storia del secolo scorso attraverso l’arte.

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Hans Richter. The Rythm of the Avant-garde

Museo d’Arte Lugano, dal 31 agosto al 23 novembre