Novak Djokovic, i record, il ritiro: come sarà il suo 2026?
Due titoli vinti nella stagione che sta per chiudersi, 39 anni tra pochi mesi e un ennesimo sogno nel mirino: le Olimpiadi di Los Angeles
Circondato da cani dalmata, con il trofeo in mano e alle spalle il Tempio di Atena Nike dell’Acropoli. Tra riferimenti umoristici al cartoon La carica dei 101 e il richiamo mitologico alla dea della vittoria, così Novak Djokovic ha celebrato il suo 101° titolo in carriera dopo il trionfo all’Hellenic Championship di Atene. Divino, campione senza fine. Ma… dopo aver saltato le Atp Finals di Torino – per la gioia di Musetti -, con l’età che non molla il passo, come sarà il suo 2026?
Il tennista serbo dei record, che sembra ancora immenso quando non ha davanti quei due là, Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, compirà 39 anni a maggio. Quante ambizioni ha ancora davanti? A quando la decisione dolente di tirare il suo ultimo smash?
Il 2025 con due titoli vinti di Novak Djokovic
Nel 2025 Novak Djokovic ha giocato 13 tornei, un numero non altissimo. Per fare un confronto: Atp Finals escluse, Lorenzo Musetti ne ha giocati 21, Carlos Alcaraz 16.
Gli è stato comunque sufficiente per conservare il quarto posto della classifica Atp e per coltivare un altro sogno e record da infrangere: diventare il secondo tennista al mondo dell’Era Open per numero di titoli vinti. Ora è terzo, con 101. A poco più di un soffio c’è Roger Federer (103) e lassù, in vetta, Jimmy Connors (109). A che età si ritirò il mitico Jimbo? 44 anni, ma trascorse gli ultimi sei di carriera senza trionfi.
Nell’anno che sta per chiudersi Nole ha conquistato due titoli, entrambi di non altissima caratura e senza Jannik e Carlos sulla rotta: l’Atp 250 di Ginevra a maggio e, pochi giorni fa, l’Atp 250 di Atene.
Una simpatica curiosità che ha fatto notare L’Équipe? Entrambe le vittorie sono arrivate in location care e famigliari al fuoriclasse serbo. Nella città svizzera, infatti, vivono una zia e due cugini. La Grecia, invece, è ormai la nuova casa di Nole, che da Belgrado ha trasferito all’Attica anche il “suo” torneo Atp, gestito dal fratello Djordje.
Nonostante abbia avuto un inizio di 2025 difficile, con uscite di scena premature e scioccanti, match opachi e problemini fisici, Djokovic ha dimostrato di riuscire ad essere ancora sulla china. È arrivato in semifinale nei quattro Slam, per infrangersi poi sempre contro Sinner (al Roland Garros e a Wimbledon) e Alcaraz (all’Us Open). All’Australian Open fu invece ritiro per infortunio dopo il primo set contro Zverev.

Nel mirino le Olimpiadi di Los Angeles 2028
Gli allori e balsami ateniesi avranno iniettato nuova linfa nelle visioni di Djokovic che ad Atene, a 38 anni a cinque mesi, l’8 novembre scorso è diventato il tennista più anziano dell’era Atp, dal 1990, a vincere un torneo.
«Dopo i Giochi Olimpici e la mia medaglia d’oro, molti pensavano che avrei messo fine alla mia carriera. Ma non gioco solo per i titoli», ha detto Nole dalla capitale greca. «Ovviamente i titoli sono una fonte di motivazione importante, ma ciò che mi spinge prima di tutto è l’amore per la competizione. Amo ciò che il tennis mi dà e ciò che posso dare finché sono ancora in attività».
A chi lo incalzava sul futuro, Nole ha risposto: «Se mi capita di pensare al ritiro? Più di una volta, certamente. Ma mi rifiuto di parlarne perché voglio godermi il momento. Non esiste un conto alla rovescia nella mia testa. Ci penso qualche volta, ma alla fine decido di giocare seguendo i miei sentimenti, scegliendo io dove e quando giocare».
Fino a una luminosa dichiarazione d’intenti, dopo aver messo il trofeo numero 101 in bacheca: «Voglio chiudere la mia carriera ai Giochi Olimpici di Los Angeles nel 2028, avvolto nella bandiera della Serbia».

Come sarà il 2026 di Nole
Anche se è consapevole che, coi 39 anni nel mirino, le sue armi contro Sinner e Alcaraz sono spuntate, c’è da scommettere che a gennaio 2026 rivedremo Nole sui campi di Melbourne. Del resto è proprio agli Australian Open che ha inciso la storia del tennis trionfando ben dieci volte: il giocatore più titolato di sempre dell’Happy Slam.
Icona dello sport, è suo anche il record assoluto di vittorie nel Grande Slam, ben 24. «Migliorare questo record sarà molto complicato», ha però ammesso recentemente con la consapevolezza dei grandi.
Djokovic è anche l’unico tennista ad aver vinto tutti i quattro Slam almeno tre volte.
Per il nuovo anno l’asso serbo sceglierà sicuramente un calendario selettivo, per preservare il fisico. «Pensavo di essere un superuomo che non si sarebbe mai infortunato o non avrebbe mai avuto debolezze, ma ho preso una batosta in questi ultimi anni».
Magari infilerà qualche altro Atp 250, lontano dalle grinfie dei numero 1 e 2 al mondo, per cercare di raggiungere Federer a 103 tornei vinti in carriera.
King Roger, con cui Nole ha condiviso tante sfide epiche, si è ritirato dal tennis all’età di 41 anni. L’ultimo torneo, però, l’Atp 500 di Basilea, lo vinse due anni prima.
Laddove non arriverà la cura maniacale e scientifica del corpo, che da sempre caratterizza la preparazione di Djokovic, magari in futuro arriveranno gli dei greci con cui ora è entrato in connessione. Del resto, come scriveva il poeta Bacchilide, Nike, Vittoria alata, è «dispensatrice di dolcezze».